07 maggio 2004
Aggiornamenti e focus
Quale dieta per i calcoli?
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Si tratta di un problema clinico frequente, con una incidenza dallo 0,1 al 6% nella popolazione generale, che colpisce più il sesso maschile di quello femminile, con una maggioranza di pazienti sopra i trent'anni. La calcolosi delle vie urinarie è una malattia antica che spesso si manifesta con violentissime coliche. Ma la presenza di calcoli può essere anche silente. Ne sono sintomo il mal di schiena, il bruciore della minzione, le tracce di sangue all'esame delle urine. I fattori predisponesti vanno dall'eccesso di peso, alle infezioni delle vie urinarie, dalla scarsa idratazione all'immobilità. Ma anche gli squilibri alimentari hanno il loro ruolo. I calcoli, infatti, contengono calcio, essendo composti da ossalato di calcio o ossalato di calcio misto a fosfato di calcio, e meno comunemente, fosfato di calcio da solo. Una recente ricerca, che ne segue una italiana pubblicata su New England, smentisce quello che per lungo tempo è stato l'approccio nutrizionale alla calcolosi urinaria. La dieta non deve essere povera di calcio, anzi.
Il fatto era già noto per i soggetti, sia uomini che donne, in età avanzata. L'assunzione di grandi quantità di calcio, potassio e liquidi attraverso la dieta riduce il rischio della formazione di calcoli mentre l'integrazione di calcio, sodio, proteine animali può essere pericolosa. Mancavano però le informazioni su un target più giovane, che è tra l'altro quello più a rischio. I ricercatori hanno così preso in considerazione, in un periodo di 8 anni di studio, l'associazione tra fattori dietetici e formazione di calcoli renali su oltre 96000 donne di età compresa tra 27 e 44 anni, senza precedente storia di calcoli. Alle pazienti è stato distribuito un questionario sulle abitudini alimentari per verificarne la dieta in un periodo compreso tra il 1991 e il 1995. hanno, quindi, fatto ricorso a modelli statistici per definire simultaneamente i vari fattori di rischio. Sono stati in questo modo definiti 1223 calcoli renali incidenti a livello sintomatico. Ma quello che più importava ai fini dello studio, è stata riscontrata una relazione tra una assunzione elevata di calcio dietetico e il ridotto rischio di calcoli renali. Non è stato possibile, invece, stabilire una relazione diretta con l'eventuale supplementazione di calcio, ma i fattori di rischio - concludono gli autori - possono variare in funzione dell'età e del sesso. Inoltre una nuova possibilità aperta dallo studio riguarda i fitati, sali dell'acido fitico che si legano a elementi quali ferro, calcio, zinco, rame, e che sono presenti in molte verdure. Questi composti potrebbero, infatti, rappresentare un nuovo elemento nella prevenzione dei calcoli. Ma quindi qual è la dieta ideale per evitare la calcolosi?
La dieta anticalcoli - come descritto da Loris Borghi dell'Università di Parma, autore dello studio del New England - prevede poca carne e salumi (non più di 3,4 volte alla settimana) e sale (35 grammi al giorno). Si possono consumare liberamente, invece, pane, pasta e pesce mentre latte e formaggi devono garantire una quota di 1 grammo circa al giorno di calcio, ma senza esagerare per evitare un eccesso di calorie. Vanno così limitati tutti i cibi ad alto potere energetico, mentre è bene introdurre nel menù frutta e verdura fresche che contengono potassio, citrato e magnesio e svolgono un'azione protettiva. Da evitare, infine, l'ingestione di elevate quantità di ossalato, uno dei mattoni fondamentali dei calcoli renali. Noci, nocciole, arachidi, mandorle, barbabietole, spinaci, rabarbaro vanno così consumati in modica quantità, anche se va detto che solo una piccola parte dell'ossalato urinario deriva direttamente dall'alimentazione, la maggior parte ha, infatti, origine metabolica. Infine è determinante una buona idratazione, fino a tre litri d'acqua al giorno nella stagione calda, che determina una diluizione delle urine, riducendo, così, la saturazione dei sali fitogeni e ostacolandone la precipitazione. E con una dieta, così, oltre ai calcoli si evitano i chili di troppo.
Marco Malagutti
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Lo studio
Il fatto era già noto per i soggetti, sia uomini che donne, in età avanzata. L'assunzione di grandi quantità di calcio, potassio e liquidi attraverso la dieta riduce il rischio della formazione di calcoli mentre l'integrazione di calcio, sodio, proteine animali può essere pericolosa. Mancavano però le informazioni su un target più giovane, che è tra l'altro quello più a rischio. I ricercatori hanno così preso in considerazione, in un periodo di 8 anni di studio, l'associazione tra fattori dietetici e formazione di calcoli renali su oltre 96000 donne di età compresa tra 27 e 44 anni, senza precedente storia di calcoli. Alle pazienti è stato distribuito un questionario sulle abitudini alimentari per verificarne la dieta in un periodo compreso tra il 1991 e il 1995. hanno, quindi, fatto ricorso a modelli statistici per definire simultaneamente i vari fattori di rischio. Sono stati in questo modo definiti 1223 calcoli renali incidenti a livello sintomatico. Ma quello che più importava ai fini dello studio, è stata riscontrata una relazione tra una assunzione elevata di calcio dietetico e il ridotto rischio di calcoli renali. Non è stato possibile, invece, stabilire una relazione diretta con l'eventuale supplementazione di calcio, ma i fattori di rischio - concludono gli autori - possono variare in funzione dell'età e del sesso. Inoltre una nuova possibilità aperta dallo studio riguarda i fitati, sali dell'acido fitico che si legano a elementi quali ferro, calcio, zinco, rame, e che sono presenti in molte verdure. Questi composti potrebbero, infatti, rappresentare un nuovo elemento nella prevenzione dei calcoli. Ma quindi qual è la dieta ideale per evitare la calcolosi?
La dieta anticalcoli
La dieta anticalcoli - come descritto da Loris Borghi dell'Università di Parma, autore dello studio del New England - prevede poca carne e salumi (non più di 3,4 volte alla settimana) e sale (35 grammi al giorno). Si possono consumare liberamente, invece, pane, pasta e pesce mentre latte e formaggi devono garantire una quota di 1 grammo circa al giorno di calcio, ma senza esagerare per evitare un eccesso di calorie. Vanno così limitati tutti i cibi ad alto potere energetico, mentre è bene introdurre nel menù frutta e verdura fresche che contengono potassio, citrato e magnesio e svolgono un'azione protettiva. Da evitare, infine, l'ingestione di elevate quantità di ossalato, uno dei mattoni fondamentali dei calcoli renali. Noci, nocciole, arachidi, mandorle, barbabietole, spinaci, rabarbaro vanno così consumati in modica quantità, anche se va detto che solo una piccola parte dell'ossalato urinario deriva direttamente dall'alimentazione, la maggior parte ha, infatti, origine metabolica. Infine è determinante una buona idratazione, fino a tre litri d'acqua al giorno nella stagione calda, che determina una diluizione delle urine, riducendo, così, la saturazione dei sali fitogeni e ostacolandone la precipitazione. E con una dieta, così, oltre ai calcoli si evitano i chili di troppo.
Marco Malagutti
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