26 settembre 2003
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Mentre la maggior parte dei componenti che costituiscono l'organismo umano vengono sintetizzati al suo interno, esistono alcune categorie di sostanze che devono essere introdotte dall'esterno, in quanto esso non è in grado di prodursele da solo. Tra queste ci sono le vitamine, che a differenza delle proteine, dei carboidrati e dei grassi, non hanno una funzione energetica o strutturale diretta, ma partecipano con un ruolo regolatore a numerosi processi metabolici. Intervengono spesso come coenzimi, cioè come porzione non proteica dell'enzima senza la quale questo non può funzionare. Svolgono un ruolo nelle reazioni di trasporto di protoni ed elettroni nelle reazioni di produzione di energia nella respirazione cellulare. Inoltre, contribuiscono alla biosintesi e/o alla conservazione di altre molecole come altre vitamine, ormoni, aminoacidi e materiale genetico, e alla produzione di cellule come quelle epiteliali e del sangue.
Essendo di natura eterogenea è stato possibile suddividerle in due soli gruppi: le idrosolubili e le liposolubili.
Le vitamine idrosolubili, proprio per la loro affinità con l'acqua vengono assorbite facilmente, si distribuiscono liberamente nei liquidi intra ed extra cellulari e, superata una certa soglia, vengono eliminate con le urine. In linea generale non si accumulano nei tessuti e quindi non esercitano effetti tossici, sempre se non introdotte per lungo tempo e in quantità eccessive.
A differenza delle idrosolubili, le vitamine liposolubili possono essere immagazzinate nel corpo: la quantità in eccesso, non immediatamente utilizzata, si accumula nei tessuti al fine di provvedere a eventuali successivi fabbisogni. Tuttavia, introdurne dosi massicce può indurre effetti tossici che nel lungo termine conducono a problemi potenzialmente pericolosi.
Mai più senza
La scoperta delle vitamine affonda le radici nell'antica osservazione della loro carenza: nel 2500 a.C. i cinesi descrivevano le caratteristiche cliniche del beri-beri (carenza di B1). Da allora la vitaminologia è diventata una scienza e ha visto assegnare parecchi Nobel fino ad arrivare alla produzione industriale delle vitamine di sintesi. E, per quanto sia stata dimostrata l'inutilità se non i rischi di un apporto eccessivo, oggi è certo che l'organismo non può fare a meno dell'apporto esogeno di vitamine, meglio è se con l'alimentazione. Eventuali carenze di uno di questi composti minerebbe il delicato equilibrio dentro cui operano.
Simona Zazzetta
Salute oggi:
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Essendo di natura eterogenea è stato possibile suddividerle in due soli gruppi: le idrosolubili e le liposolubili.
Idrosolubili
Le vitamine idrosolubili, proprio per la loro affinità con l'acqua vengono assorbite facilmente, si distribuiscono liberamente nei liquidi intra ed extra cellulari e, superata una certa soglia, vengono eliminate con le urine. In linea generale non si accumulano nei tessuti e quindi non esercitano effetti tossici, sempre se non introdotte per lungo tempo e in quantità eccessive.
- Vitamina B1, o tiamina; agisce come coenzima nelle reazioni che portano alla produzione di energia dal glucosio. A livello del sistema nervoso ha un'azione inibitoria sulla colinesterasi, preservando quindi l'acetilcolina (neurotrasmettitore).
- Vitamina B2 o riboflavina; raggiunge il fegato, dove se ne deposita il 35%, per essere convertita nella forma biologicamente attiva: flavina adenina dinucleotide (FAD). Ma già nell'intestino assume l'altra forma attiva: flavina adenina mononucleotide (FMN). Sono coenzimi che entrano nel metabolismo energetico, ma hanno un ruolo anche nell'attivazione di altre vitamine.
- Vitamina B3 o niacina; entra nel metabolismo energetico cellulare sotto forma di due coenzimi, il nicotamide adenina dinucleotide (NAD) e il nicotamide adenina dinucleotide fosfato (NADP), dei quali costituisce la parte attiva.
- Vitamina B5 o acido pantotenico; partecipa alla sintesi di due coenzimi fondamentali: il Coenzima A (CoA) e l'Acyl Carrier Protein (ACP). Il CoA è coinvolto nel metabolismo dei carboidrati, degli acidi grassi e degli aminoacidi e nella sintesi di steroli, ormoni steroidei, porfirine, fosfolipidi e neurotrasmettitori. Come ACP entra nella sintesi di acidi grassi.
- Vitamina B6; è chimicamente costituita da 5 diversi composti funzionalmente interscambiali tra loro nel metabolismo degli aminoacidi, ma anche nella biosintesi di glucidi, di grassi, della vitamina B3, nella produzione di anticorpi, nell'eccitabilità dei neuroni e nel regolare l'azione degli steroidi.
- Vitamina B9, o acido folico; interviene come coenzima, nel metabolismo degli aminoacidi, nella biosintesi di acidi nucleici, nella formazione delle cellule del sangue e dei costituenti del sistema nervoso. Per svolgere alcune delle sue funzioni necessita del supporto della vitamina B12.
- Vitamina B12; comprende diversi composti chiamati cobalamine che intervengono come coenzimi nei processi che determinano la crescita e la replicazione cellulare.
- Vitamina C, o acido ascorbico; agisce come cofattore di numerosi enzimi in reazioni che portano alla sintesi di molecole come il collagene, la carnitina, l'adrenalina. Inoltre promuove l'assorbimento del ferro a livello intestinale, previene la formazione di sostanze cancerogene come le nitrosamine, ha un'azione antiradicalica, favorisce la cicatrizzazione, aumenta la risposta immunitaria, previene e eventualmente cura lo scorbuto causato da una sua carenza.
- Vitamina H, o biotina (o B8); è attiva nella biosintesi di glucidi, aminoacidi e acidi grassi.
Liposolubili
A differenza delle idrosolubili, le vitamine liposolubili possono essere immagazzinate nel corpo: la quantità in eccesso, non immediatamente utilizzata, si accumula nei tessuti al fine di provvedere a eventuali successivi fabbisogni. Tuttavia, introdurne dosi massicce può indurre effetti tossici che nel lungo termine conducono a problemi potenzialmente pericolosi.
- Vitamina A, o retinolo; è un costituente della rodopsina, un pigmento visivo fotosensibile delle cellule deputate alla visione crepuscolare. Favorisce e promuove la nutrizione, la crescita e l'attività vitale di tessuti epiteliali, cute, cornea, mucose e pareti vascolari. E' un fattore importante per la crescita e sviluppo generale dell'organismo.
- Vitamina D o colecalciferolo; mantiene costanti le concentrazioni plasmatiche di calcio e fosfati regolandone il metabolismo nei processi di ossificazione, contribuisce alla regolazione dell'espressione genica; alcuni studi indicano che sia coinvolta nella sintesi di melanina, insulina e prolattina e nella risposta immunitaria.
- Vitamina E, o tocoferolo; la sua principale funzione è quella antiossidante che protegge dai radicali liberi le membrane cellulari nei muscoli, nel sistema nervoso e cardiovascolare, l'azione protettiva raggiunge anche la vitamina A: impedendone l'ossidazione ne favorisce il metabolismo.
- Vitamina K; partecipa alla mineralizzazione e al rimodellamento osseo e attiva la protrombina nel processo di coagulazione sanguigna.
Mai più senza
La scoperta delle vitamine affonda le radici nell'antica osservazione della loro carenza: nel 2500 a.C. i cinesi descrivevano le caratteristiche cliniche del beri-beri (carenza di B1). Da allora la vitaminologia è diventata una scienza e ha visto assegnare parecchi Nobel fino ad arrivare alla produzione industriale delle vitamine di sintesi. E, per quanto sia stata dimostrata l'inutilità se non i rischi di un apporto eccessivo, oggi è certo che l'organismo non può fare a meno dell'apporto esogeno di vitamine, meglio è se con l'alimentazione. Eventuali carenze di uno di questi composti minerebbe il delicato equilibrio dentro cui operano.
Simona Zazzetta
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