29 luglio 2003
Aggiornamenti e focus
Europa contro il cancro
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Controlli preventivi e informazione insieme al miglioramento delle terapie funzionano. Sarebbero, infatti, 92500 i tumori in meno rispetto a quanto i ricercatori avevano previsto a metà degli anni '80. I risultati, pubblicati sulla rivista Annals of Oncology a cura del professor Peter Boyle, dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, fanno riferimento allo Europe Against Cancer Programme, progetto sviluppato allo scopo di ridurre la mortalità per la malattia. Missione compiuta a giudicare dai primi dati, anche se i numeri hanno valenze diverse per i singoli paesi.
Nel 1985 i morti per tumore erano stati 850000. A partire da questo dato si è stimato che se la percentuale della popolazione fosse rimasta la stessa di 18 anni fa si sarebbero registrate un milione e tremila vittime. Invece la popolazione è aumentata più di quanto previsto e i decessi sono stati "soltanto" 940500. Come a dire 92500 persone salvate. Vivisezionando i dati si può scoprire che l'Italia nella classifica della riduzione dei decessi risulta ai primi posti (-13%), mentre solo Finlandia e Austria rispettano il trend positivo sia per gli uomini sia per le donne. Complessivamente c'è stata una riduzione del 10% nel numero di morti tra gli uomini e dell' 8% tra le donne. Lussemburgo e Finlandia hanno riscontrato la più significativa riduzione della mortalità maschile rispetto al dato atteso, 24 e 17% rispettivamente. Ma non tutta l'Europa sorride. In Portogallo e Grecia la mortalità è in crescita in entrambi i sessi.
I tumori con l'andamento migliore sono quello allo stomaco (-42% tra gli uomini e -45% tra le donne), quello colonrettale (-5% tra gli uomini e - 16% tra le donne) e quello al seno, con una netta divisione tra paesi dove si registra un aumento, come Spagna, Portogallo e Grecia, e paesi dove si registra una riduzione vistosa come Lussemburgo e Gran Bretagna nei quali, non a caso, sono previsti screening di massa. Alterno anche l'andamento per il tumore alla prostata, tendenzialmente in crescita, ma non in Italia, tra i pochi paesi a distinguersi in positivo. Ma, e questo è il dato più preoccupante, se i tumori del polmone calano tra gli uomini, probabile effetto della martellante campagna informativa sui rischi del fumo, tra le donne la percentuale è in aumento in tutti i paesi.
Il commento di Boyle è complessivamente positivo: "con poche eccezioni la maggior parte dei paesi - ha dichiarato il direttore della Divisone di Epidemiologia e Biostatistica dello IEO - ha evidenziato un trend declinante nella mortalità per tumore, che sembra persistente, almeno nell'immediato futuro". L'unico motivo di rammarico riguarda il tumore al polmone tra le donne. Se, infatti, le attività di prevenzione e informazione sul tabagismo hanno dato risultati complessivi assai positivi, il dato del tumore al polmone tra le donne è in aumento, sebbene in via di stabilizzazione.10613 decessi più del previsto (+32%), del resto, parlano chiaro. Diventa perciò questo l'obiettivo dichiarato dei ricercatori per il futuro, una capillare campagna di dissuasione dal fumo al femminile, in particolare in quei paesi come Grecia, Portogallo, Spagna dove le giovani donne che iniziano a fumare sono sempre più numerose.
Marco Malagutti
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I numeri dello studio
Nel 1985 i morti per tumore erano stati 850000. A partire da questo dato si è stimato che se la percentuale della popolazione fosse rimasta la stessa di 18 anni fa si sarebbero registrate un milione e tremila vittime. Invece la popolazione è aumentata più di quanto previsto e i decessi sono stati "soltanto" 940500. Come a dire 92500 persone salvate. Vivisezionando i dati si può scoprire che l'Italia nella classifica della riduzione dei decessi risulta ai primi posti (-13%), mentre solo Finlandia e Austria rispettano il trend positivo sia per gli uomini sia per le donne. Complessivamente c'è stata una riduzione del 10% nel numero di morti tra gli uomini e dell' 8% tra le donne. Lussemburgo e Finlandia hanno riscontrato la più significativa riduzione della mortalità maschile rispetto al dato atteso, 24 e 17% rispettivamente. Ma non tutta l'Europa sorride. In Portogallo e Grecia la mortalità è in crescita in entrambi i sessi.
I tumori con l'andamento migliore sono quello allo stomaco (-42% tra gli uomini e -45% tra le donne), quello colonrettale (-5% tra gli uomini e - 16% tra le donne) e quello al seno, con una netta divisione tra paesi dove si registra un aumento, come Spagna, Portogallo e Grecia, e paesi dove si registra una riduzione vistosa come Lussemburgo e Gran Bretagna nei quali, non a caso, sono previsti screening di massa. Alterno anche l'andamento per il tumore alla prostata, tendenzialmente in crescita, ma non in Italia, tra i pochi paesi a distinguersi in positivo. Ma, e questo è il dato più preoccupante, se i tumori del polmone calano tra gli uomini, probabile effetto della martellante campagna informativa sui rischi del fumo, tra le donne la percentuale è in aumento in tutti i paesi.
Donne fumatrici, il nuovo target
Il commento di Boyle è complessivamente positivo: "con poche eccezioni la maggior parte dei paesi - ha dichiarato il direttore della Divisone di Epidemiologia e Biostatistica dello IEO - ha evidenziato un trend declinante nella mortalità per tumore, che sembra persistente, almeno nell'immediato futuro". L'unico motivo di rammarico riguarda il tumore al polmone tra le donne. Se, infatti, le attività di prevenzione e informazione sul tabagismo hanno dato risultati complessivi assai positivi, il dato del tumore al polmone tra le donne è in aumento, sebbene in via di stabilizzazione.10613 decessi più del previsto (+32%), del resto, parlano chiaro. Diventa perciò questo l'obiettivo dichiarato dei ricercatori per il futuro, una capillare campagna di dissuasione dal fumo al femminile, in particolare in quei paesi come Grecia, Portogallo, Spagna dove le giovani donne che iniziano a fumare sono sempre più numerose.
Marco Malagutti
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