25 giugno 2004
Aggiornamenti e focus
Senza entrar nell'osso
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La specificità del midollo osseo è la presenza delle cellule staminali emopoietiche, cioè quelle a partire dalle quali si differenziano le altre cellule ematiche: globuli bianchi, rossi, piastrine. Tuttavia il midollo osseo se pure ne è la fabbrica, non ne è la sede esclusiva. Infatti cellule staminali possono essere rintracciate anche nel sangue circolante. In quantità molto limitate, è ovvio, ma non così limitate da impedirne la raccolta e il loro impiego come alternativa al trapianto di midollo osseo, anche grazie al fatto che associando alla chemioterapia alcune sostanze come le citochine è possibile promuovere il passaggio fisiologico di queste cellule progenitrici nella circolazione.
La procedura che consente di raccogliere dal sangue le staminali emopoietiche si chiama emaferesi e in pratica consiste nel far transitare il sangue del donatore, prelevato attraverso un ago di grande calibro inserito in una vena centrale, in una particolare centrifuga refrigerata. Qui vengono separate le quattro componenti del sangue: il plasma (la frazione liquida), i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. Queste due ultime componenti vengono prelevate per separarne le cellule staminali, mentre plasma ed eritrociti vengono reinfusi nel donatore. Il filtraggio, per così dire, del sangue dura diverse ore e l'operazione, di solito, va ripetuta almeno due volte per ottenere una quantità adeguata di staminali emopoietiche, che vengono poi congelate per la conservazione.
I vantaggi di questa pratica, che come il trapianto di midollo può essere eterologa, cioè da donatore, o autologa, cioè dal paziente stesso che deve essere trattato, sta tutta nella possibilità di evitare le operazioni di prelievo del midollo che, comunque, richiedono un'anestesia spinale o totale e che provocano nel donatore l'indolenzimento delle ossa del bacino per un paio di giorni circa
Esiste una terza possibilità ed è forse la meno invasiva di tutte: L'utilizzo di staminali emopoietiche prelevate dal sangue del cordone ombelicale. In questo caso non esiste nessun inconveniente per il donatore, in quanto si tratta di recuperare il sangue da tessuti (placenta e cordone ombelicale) che altrimenti verrebbero distrutti. Il prelievo del sangue da placenta e cordone è piuttosto semplice, quello che conta è mantenere condizioni di sterilità e provvedere immediatamente al congelamento delle cellule così ricavate. Uno po' in tutto il mondo si stanno creando banche del sangue del cordone ombelicale, ovviamente tipizzate per caratteristiche di compatibilità. L'unico limite a questo sistema è che la quantità di staminali può non essere sufficiente a trapiantare un adulto con una grande massa corporea, ma per i bambini e gli adulti di corporatura media è una soluzione adeguata.
Maurizio Imperiali
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Come funziona l'emaferesi
La procedura che consente di raccogliere dal sangue le staminali emopoietiche si chiama emaferesi e in pratica consiste nel far transitare il sangue del donatore, prelevato attraverso un ago di grande calibro inserito in una vena centrale, in una particolare centrifuga refrigerata. Qui vengono separate le quattro componenti del sangue: il plasma (la frazione liquida), i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. Queste due ultime componenti vengono prelevate per separarne le cellule staminali, mentre plasma ed eritrociti vengono reinfusi nel donatore. Il filtraggio, per così dire, del sangue dura diverse ore e l'operazione, di solito, va ripetuta almeno due volte per ottenere una quantità adeguata di staminali emopoietiche, che vengono poi congelate per la conservazione.
I vantaggi di questa pratica, che come il trapianto di midollo può essere eterologa, cioè da donatore, o autologa, cioè dal paziente stesso che deve essere trattato, sta tutta nella possibilità di evitare le operazioni di prelievo del midollo che, comunque, richiedono un'anestesia spinale o totale e che provocano nel donatore l'indolenzimento delle ossa del bacino per un paio di giorni circa
Placenta e cordone ombelicale
Esiste una terza possibilità ed è forse la meno invasiva di tutte: L'utilizzo di staminali emopoietiche prelevate dal sangue del cordone ombelicale. In questo caso non esiste nessun inconveniente per il donatore, in quanto si tratta di recuperare il sangue da tessuti (placenta e cordone ombelicale) che altrimenti verrebbero distrutti. Il prelievo del sangue da placenta e cordone è piuttosto semplice, quello che conta è mantenere condizioni di sterilità e provvedere immediatamente al congelamento delle cellule così ricavate. Uno po' in tutto il mondo si stanno creando banche del sangue del cordone ombelicale, ovviamente tipizzate per caratteristiche di compatibilità. L'unico limite a questo sistema è che la quantità di staminali può non essere sufficiente a trapiantare un adulto con una grande massa corporea, ma per i bambini e gli adulti di corporatura media è una soluzione adeguata.
Maurizio Imperiali
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