15 aprile 2010
Aggiornamenti e focus, Speciale Tiroide
Tiroide da non trascurare in gravidanza
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di Marco Malagutti
Le patologie della tiroide, una piccola ghiandola coinvolta nel controllo di molteplici funzioni corporee, sono in aumento e riguardano circa 6 milioni di italiani. Soprattutto donne, in particolare giovani. Le ragioni di questa prevalenza al femminile sono legate al più complesso equilibrio ormonale della donna rispetto all'uomo. La prova è che le malattie tiroidee spesso compaiono in coincidenza con fasi ormonali particolarmente delicate, come la gravidanza e la menopausa. E proprio alla gravidanza dedica particolare attenzione la Giornata Nazionale della Tiroide, promossa e organizzata dalle principali associazioni di pazienti. Dagli ultimi dati, infatti, pare che una neo-mamma su tre in Italia soffra di tiroidite post-partum, ovvero di una infiammazione della ghiandola tiroidea che in genere si manifesta entro un anno dal parto e spesso si risolve spontaneamente. Se non trattata, però, può portare complicazioni per la salute della donna. Come confermano gli esperti.
«È indubbio che un'attenzione particolare va prestata alla patologia tiroidea nelle future madri e nelle gestanti, in quanto la gravidanza stessa può essere causa di disfunzioni della tiroide» spiega Vincenzo Toscano responsabile di Endocrinologia all'Ospedale Sant'Andrea di Roma. Ma perché succede? «Durante i primi mesi di gestazione la tiroide del feto non funziona e il bambino dipende esclusivamente dagli ormoni tiroidei materni. Il legame tra ipotiroidismo in gravidanza e danno neurologico nei bambini è stato provato da evidenze clinico-epidemiologiche e sperimentali». Uno studio appena pubblicato infatti, ha dimostrato in modo inequivocabile per mezzo di un modello di topo transgenico, come sia evidente la presenza e l'attività degli ormoni tiroidei materni prima dell'inizio della funzione tiroidea fetale. Un fatto che conferma l'importanza del buon funzionamento tiroideo anche nel primo trimestre di gravidanza «è in questo periodo» spiega Alfredo Pontecorvi, ordinario di endocrinologia alla Cattolica di Roma «che i neuroni si riproducono, formando il patrimonio cerebrale di ciascuno di noi, migrano nelle loro sedi definitive e si differenziano a costituire i diversi centri e strutture cerebrali. Da questo momento le cellule nervose non si riprodurranno più». Fondamentale perciò che siano ben funzionanti gli ormoni materni. Per questo lo screening tiroideo deve essere praticato prima e agli inizi della gravidanza per permettere un adeguato trattamento della madre. Gli esami sul sangue così come l'ecografia, sono il modo migliore per fare la diagnosi. Ma oltre al nascituro a risentire del malfunzionamento sono le stesse donne.
«Il controllo sulle donne dopo il parto è altrettanto importante» conferma Toscano «Una neo-mamma su tre» - come premesso - «soffre di tiroidite post-partum. Ma al malfunzionamento della tiroide è dovuto, per esempio, il 5-10% dei casi di depressione post-partum». Per questo i controlli, che sabato 17 e domenica 18 saranno offerti gratuitamente (visita, ecografia e in alcune città anche prelievo del sangue) nelle principali città italiane, sono fondamentali. «Il corretto funzionamento della ghiandola tiroidea è fondamentale per il benessere generale della persona» afferma Roberto Castello segretario dell'Associazione Medici Endocrinologi - «ed è quindi importante sottoporsi a controlli specifici per individuare eventuali disfunzioni, soprattutto se si ha un familiare che ne ha già sofferto o se si è una donna desiderosa di gravidanza. Altrettanto importante» aggiunge Castello «è una dieta con un corretto apporto di iodio allo scopo di prevenire lo sviluppo della patologia gozzigena o di alterazioni, lievi ma significative, dello sviluppo intellettivo del nascituro». In gravidanza il fabbisogno sale da 150 a 250 microgrammi al giorno. Basta ricorrere al sale da cucina iodato, o mangiare più spesso pesce, ma anche uova o latte e il problema si risolve.
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Le patologie della tiroide, una piccola ghiandola coinvolta nel controllo di molteplici funzioni corporee, sono in aumento e riguardano circa 6 milioni di italiani. Soprattutto donne, in particolare giovani. Le ragioni di questa prevalenza al femminile sono legate al più complesso equilibrio ormonale della donna rispetto all'uomo. La prova è che le malattie tiroidee spesso compaiono in coincidenza con fasi ormonali particolarmente delicate, come la gravidanza e la menopausa. E proprio alla gravidanza dedica particolare attenzione la Giornata Nazionale della Tiroide, promossa e organizzata dalle principali associazioni di pazienti. Dagli ultimi dati, infatti, pare che una neo-mamma su tre in Italia soffra di tiroidite post-partum, ovvero di una infiammazione della ghiandola tiroidea che in genere si manifesta entro un anno dal parto e spesso si risolve spontaneamente. Se non trattata, però, può portare complicazioni per la salute della donna. Come confermano gli esperti.
«È indubbio che un'attenzione particolare va prestata alla patologia tiroidea nelle future madri e nelle gestanti, in quanto la gravidanza stessa può essere causa di disfunzioni della tiroide» spiega Vincenzo Toscano responsabile di Endocrinologia all'Ospedale Sant'Andrea di Roma. Ma perché succede? «Durante i primi mesi di gestazione la tiroide del feto non funziona e il bambino dipende esclusivamente dagli ormoni tiroidei materni. Il legame tra ipotiroidismo in gravidanza e danno neurologico nei bambini è stato provato da evidenze clinico-epidemiologiche e sperimentali». Uno studio appena pubblicato infatti, ha dimostrato in modo inequivocabile per mezzo di un modello di topo transgenico, come sia evidente la presenza e l'attività degli ormoni tiroidei materni prima dell'inizio della funzione tiroidea fetale. Un fatto che conferma l'importanza del buon funzionamento tiroideo anche nel primo trimestre di gravidanza «è in questo periodo» spiega Alfredo Pontecorvi, ordinario di endocrinologia alla Cattolica di Roma «che i neuroni si riproducono, formando il patrimonio cerebrale di ciascuno di noi, migrano nelle loro sedi definitive e si differenziano a costituire i diversi centri e strutture cerebrali. Da questo momento le cellule nervose non si riprodurranno più». Fondamentale perciò che siano ben funzionanti gli ormoni materni. Per questo lo screening tiroideo deve essere praticato prima e agli inizi della gravidanza per permettere un adeguato trattamento della madre. Gli esami sul sangue così come l'ecografia, sono il modo migliore per fare la diagnosi. Ma oltre al nascituro a risentire del malfunzionamento sono le stesse donne.
«Il controllo sulle donne dopo il parto è altrettanto importante» conferma Toscano «Una neo-mamma su tre» - come premesso - «soffre di tiroidite post-partum. Ma al malfunzionamento della tiroide è dovuto, per esempio, il 5-10% dei casi di depressione post-partum». Per questo i controlli, che sabato 17 e domenica 18 saranno offerti gratuitamente (visita, ecografia e in alcune città anche prelievo del sangue) nelle principali città italiane, sono fondamentali. «Il corretto funzionamento della ghiandola tiroidea è fondamentale per il benessere generale della persona» afferma Roberto Castello segretario dell'Associazione Medici Endocrinologi - «ed è quindi importante sottoporsi a controlli specifici per individuare eventuali disfunzioni, soprattutto se si ha un familiare che ne ha già sofferto o se si è una donna desiderosa di gravidanza. Altrettanto importante» aggiunge Castello «è una dieta con un corretto apporto di iodio allo scopo di prevenire lo sviluppo della patologia gozzigena o di alterazioni, lievi ma significative, dello sviluppo intellettivo del nascituro». In gravidanza il fabbisogno sale da 150 a 250 microgrammi al giorno. Basta ricorrere al sale da cucina iodato, o mangiare più spesso pesce, ma anche uova o latte e il problema si risolve.
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