Nuovi caschi più sicuri
Da quando è diventato obbligatorio l'uso del casco su moto e scooter, gli incidenti mortali per trauma cerebrale hanno conosciuto una contrazione che le statistiche confermano al di là di ogni dubbio. Invece, rimangono ancora troppi i sinistri stradali che si concludono con un danno cerebrale profondo: i caschi oggi omologati, in sostanza, offrono un'ottima protezione ma non riescono sempre a impedire traumi gravi al capo. Di qui il progetto al quale sta lavorando l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma in collaborazione con l'università di Salerno: una nuova generazione di caschi, costruiti con materiali che trasformano l'energia cinetica determinata dall'impatto in calore, più facile da dissipare. L'intuizione alla base del progetto è semplice: i caschi attualmente in uso basano la propria protezione sul principio dell'assorbimento dell'urto; l'obiettivo, in altri termini, è quello di distribuire nel parenchima cerebrale l'energia cinetica causata dalla brusca decelerazione, nella speranza di abbassarla a valori tollerabili per il cervello. Nei caschi ai quali stanno lavorando gli esperti dei due istituti, invece, un materiale a matrice cellulare composto da lamine di alluminio non distribuisce l'energia cinetica dell'impatto ma la trasforma in calore, che viene poi facilmente dissipato. Attualmente vengono effettuati test al computer per simulare diversi profili di impatto sulla testa umana e valutare l'efficacia dei nuovi materiali.
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