18 aprile 2007
Aggiornamenti e focus
L'autismo costa
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Una cosa diventa sempre più chiara: considerare l'autismo una malattia rara è quanto meno inappropriato. Se, infatti, negli anni '80 si parlava di un caso ogni 2mila bambini, negli ultimi anni i numeri si sono moltiplicati, al punto che negli Stati Uniti si parla di diffusione epidemica con un caso ogni 150 bimbi. In Europa uno studio di Lancet stima l'incidenza in un caso su 100 bambini, mentre in Italia mancano dati certi. E sulle ragioni di un simile andamento non esiste una voce univoca. C'è chi pensa che la crescita sia effettiva, ma senza che ancora ne sia stata trovata la causa, con ipotesi che vanno da quella genetica a quella ambientale, e c'è chi, invece ipotizza che l'aumento dei casi sia legato all'aumentata capacità diagnostica. Quindi non sarebbero di più i casi quanto piuttosto maggiore la capacità di rilevarli.
Comunque sia, il fenomeno è di grande rilievo, al punto che la National Autism Association Renews ha chiesto ai Cdc di Atlanta di trattare la patologia come vera emergenza nazionale. Sulla stessa lunghezza d'onda gli Archives of Pediatric and Adolescent Medicine hanno dedicato un numero speciale all'autismo. Molti gli aspetti al centro dell'attenzione, e tra gli altri uno spesso sottovalutato: quello dei costi. Ma sottovalutarlo, come dimostra una delle ricerche pubblicate, è sbagliato.
L'autismo, infatti, costa e non poco. Si stima che, tra costi diretti (medici e non) e indiretti, si arrivi a un costo sociale di 35 miliardi di dollari. Capire nel dettaglio come si distribuiscono queste spese, premettono gli autori, può essere utile sia in terapia che in prevenzione, permetterebbe, infatti, di capire come allocare le risorse a disposizione, piuttosto scarse per la verità, per supportare gli individui autistici e le loro famiglie. Il ventaglio di terapie e strategie preventive oggi disponibili o in via di sviluppo hanno costi diversi. Si tratta di capire, perciò, come le spese per l'autismo siano distribuite nel corso del ciclo vitale per prendere le decisioni migliori. E ad oggi poco si sa su questo aspetto. Lo studio pubblicato sulla rivista statunitense cerca di colmare questa lacuna. La stima dei costi, medici e non, è stata ottenuta sia dagli articoli pubblicati in letteratura sia dall'analisi dei database. Per stimare la perdita di produttività, un aspetto molto rilevante e spesso sottovalutato, è stata effettuata una stima del capitale umano. Costi proiettati lungo tutto il periodo di vita. I partecipanti allo studio sono una ipotetica coorte di bambini autistici nati nel 2000 e diagnosticati nel 2003. Le conclusioni?
Ogni malato di autismo costa, nel corso della sua vita, circa 3,2 milioni di dollari alla società e alle famiglie. Un conto in cui rientrano la perdita di produttività e l'assistenza necessaria, che da sola rappresenta la fetta maggiore dei costi. Nello specifico il 59,3% delle risorse è imputabile alla perdita di produttività e altri costi indiretti, le spese mediche assorbono il 9,7% delle risorse, le terapie accessorie come quelle psicologiche il 6,5%. Infine le spese non mediche come l'assistenza infantile e le necessarie modifiche all'abitazione assorbono il 31% delle spese. I costi diretti strettamente medici, osservano gli autori, incidono maggiormente nei primi cinque anni della diagnosi (35mila dollari in media), mentre quelli diretti non attinenti strettamente alle terapie hanno il loro picco (27mila dollari circa) quando i pazienti hanno tra i 23 e i 27 anni. I costi indiretti, invece, si calcolano in 43mila dollari nei primi anni, fino ai 53mila tra i 23 e i 27, per poi scendere progressivamente. Ergo sebbene l'autismo sia considerato un problema eminentemente infantile in realtà i suoi costi si trascinano fino all'età adulta. Ecco perché potrebbe essere opportuno, conclude la ricerca, che medici e altri professionisti della salute, raccomandino ai genitori di bambini con autismo di pianificare, con un'adeguata consulenza finanziaria, la transizione all'età adulta.
Marco Malagutti
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Comunque sia, il fenomeno è di grande rilievo, al punto che la National Autism Association Renews ha chiesto ai Cdc di Atlanta di trattare la patologia come vera emergenza nazionale. Sulla stessa lunghezza d'onda gli Archives of Pediatric and Adolescent Medicine hanno dedicato un numero speciale all'autismo. Molti gli aspetti al centro dell'attenzione, e tra gli altri uno spesso sottovalutato: quello dei costi. Ma sottovalutarlo, come dimostra una delle ricerche pubblicate, è sbagliato.
Come si dividono i costi
L'autismo, infatti, costa e non poco. Si stima che, tra costi diretti (medici e non) e indiretti, si arrivi a un costo sociale di 35 miliardi di dollari. Capire nel dettaglio come si distribuiscono queste spese, premettono gli autori, può essere utile sia in terapia che in prevenzione, permetterebbe, infatti, di capire come allocare le risorse a disposizione, piuttosto scarse per la verità, per supportare gli individui autistici e le loro famiglie. Il ventaglio di terapie e strategie preventive oggi disponibili o in via di sviluppo hanno costi diversi. Si tratta di capire, perciò, come le spese per l'autismo siano distribuite nel corso del ciclo vitale per prendere le decisioni migliori. E ad oggi poco si sa su questo aspetto. Lo studio pubblicato sulla rivista statunitense cerca di colmare questa lacuna. La stima dei costi, medici e non, è stata ottenuta sia dagli articoli pubblicati in letteratura sia dall'analisi dei database. Per stimare la perdita di produttività, un aspetto molto rilevante e spesso sottovalutato, è stata effettuata una stima del capitale umano. Costi proiettati lungo tutto il periodo di vita. I partecipanti allo studio sono una ipotetica coorte di bambini autistici nati nel 2000 e diagnosticati nel 2003. Le conclusioni?
Le conclusioni dello studio
Ogni malato di autismo costa, nel corso della sua vita, circa 3,2 milioni di dollari alla società e alle famiglie. Un conto in cui rientrano la perdita di produttività e l'assistenza necessaria, che da sola rappresenta la fetta maggiore dei costi. Nello specifico il 59,3% delle risorse è imputabile alla perdita di produttività e altri costi indiretti, le spese mediche assorbono il 9,7% delle risorse, le terapie accessorie come quelle psicologiche il 6,5%. Infine le spese non mediche come l'assistenza infantile e le necessarie modifiche all'abitazione assorbono il 31% delle spese. I costi diretti strettamente medici, osservano gli autori, incidono maggiormente nei primi cinque anni della diagnosi (35mila dollari in media), mentre quelli diretti non attinenti strettamente alle terapie hanno il loro picco (27mila dollari circa) quando i pazienti hanno tra i 23 e i 27 anni. I costi indiretti, invece, si calcolano in 43mila dollari nei primi anni, fino ai 53mila tra i 23 e i 27, per poi scendere progressivamente. Ergo sebbene l'autismo sia considerato un problema eminentemente infantile in realtà i suoi costi si trascinano fino all'età adulta. Ecco perché potrebbe essere opportuno, conclude la ricerca, che medici e altri professionisti della salute, raccomandino ai genitori di bambini con autismo di pianificare, con un'adeguata consulenza finanziaria, la transizione all'età adulta.
Marco Malagutti
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