11 giugno 2008
Aggiornamenti e focus, Speciale Depressione
Da baby depressi a giovani alcolisti
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Il fenomeno dei teenager che già bevono e dei giovani che abusano è in crescita, ed è quindi utile scoprire se ci sono elementi potenzialmente predittivi anche molto anticipati, per poter identificare i soggetti più a rischio e cercare d'intervenire. Ed è quanto ha verificato nel caso di depressione e alcol un team di psichiatri statunitensi, autori di una ricerca che ha tenuto sotto osservazione due coorti di scolari attraverso l'adolescenza e fino all'età giovanile. Precedenti ricerche avevano mostrato un'associazione tra depressione adolescenziale e problemi con l'alcol, solo però in presenza di altri disordini di condotta; in questo caso si è invece esaminata la relazione a partire dal tono dell'umore in una fase di vita più precoce, cioè l'infanzia.
La comorbilità tra depressione e rapporti distorti con l'alcol è stata più volte evidenziata, sia negli adulti sia negli adolescenti, in genere in questo caso con prognosi peggiori rispetto ai disturbi singoli. Nonostante ciò, sono relativamente pochi i dati ottenuti da studi prospettici sull'associazione temporale tra queste condizioni, inoltre sono limitati da una certa variabilità metodologica. Nella ricerca attuale si sono considerate due coorti successive (anni 1985 e 1986) di allievi di 19 scuole elementari, in totale circa 2.300 bambini, suddividendo l'analisi per sesso e appartenenza etnica (bianchi e afroamericani o altri); li si è valutati annualmente tra il 1989 e il 1994 e poi di nuovo tra il 2000 e il 2001. Nei partecipanti che consumavano alcolici da ragazzi o da giovani si è analizzata l'associazione tra lo stato dell'umore quand'erano bambini, in relazione a sintomi depressivi, e tutti i possibili esiti rispetto all'alcol (inizio precoce, eccessi occasionali, abuso e dipendenza, eccetera). E' così risultato, tra i soggetti che bevevano, che livelli elevati di umore depresso nell'infanzia si associavano a un esordio più precoce con l'alcol, a un rischio aumentato di intossicazioni alcoliche, a problemi alcol-correlati nell'adolescenza, allo sviluppo della dipendenza in età giovanile-adulta. L'associazione non c'era per i livelli più bassi di umore depresso, inoltre era più marcata per i maschi e per i non bianchi; di rilievo il riscontro che la vulnerabilità a coinvolgimenti rischiosi con l'alcol era indipendente da altri potenziali determinanti causali, quali basso reddito familiare quando si era bambini, forti bevitori in famiglia, presenza di altri disturbi di condotta. Non è emersa invece l'associazione con il solo abuso alcolico, cioè non c'era per l'abuso se non era presente dipendenza.
Tra le spiegazioni possibili, quella del consumo di alcolici per diminuire lo stress (come per gli adulti d'altra parte); è possibile che i bambini con precoci sintomi depressivi abbiano una maggiore probabilità di bere successivamente per far fronte a un'affettività negativa. Ci possono essere poi fattori familiari, con substrati ambientali e anche genetici, che influenzano sia disturbi dell'affettività sia dell'umore sia lo sviluppo successivo di un maladattamento nei confronti dell'alcol, anche se, come detto, in questo studio non è emersa un'interazione con disordini di condotta. Le turbe dell'umore in un periodo delicato per lo sviluppo neurocerebrale quale l'infanzia potrebbero poi inibire la normale maturazione della capacità di far fronte allo stress. Senza contare che, anche se la tendenza depressiva precoce è un potenziale elemento predittivo di vulnerabilità rispetto all'alcol, altre condizioni psichiatriche si associano al rischio di disordini alcolici, come comportamenti destabilizzanti, ansia, turbe dell'affettività, uso di sostanze. Resta comunque il problema della difficoltà per i genitori e i pediatri di riconoscere caratteristiche dell'umore dei bambini che possano essere a livello di disturbo psichiatrico. Vale la pena, però, di prestare particolare attenzione.
Elettra Vecchia
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Esordio più precoce, maschi più a rischio
La comorbilità tra depressione e rapporti distorti con l'alcol è stata più volte evidenziata, sia negli adulti sia negli adolescenti, in genere in questo caso con prognosi peggiori rispetto ai disturbi singoli. Nonostante ciò, sono relativamente pochi i dati ottenuti da studi prospettici sull'associazione temporale tra queste condizioni, inoltre sono limitati da una certa variabilità metodologica. Nella ricerca attuale si sono considerate due coorti successive (anni 1985 e 1986) di allievi di 19 scuole elementari, in totale circa 2.300 bambini, suddividendo l'analisi per sesso e appartenenza etnica (bianchi e afroamericani o altri); li si è valutati annualmente tra il 1989 e il 1994 e poi di nuovo tra il 2000 e il 2001. Nei partecipanti che consumavano alcolici da ragazzi o da giovani si è analizzata l'associazione tra lo stato dell'umore quand'erano bambini, in relazione a sintomi depressivi, e tutti i possibili esiti rispetto all'alcol (inizio precoce, eccessi occasionali, abuso e dipendenza, eccetera). E' così risultato, tra i soggetti che bevevano, che livelli elevati di umore depresso nell'infanzia si associavano a un esordio più precoce con l'alcol, a un rischio aumentato di intossicazioni alcoliche, a problemi alcol-correlati nell'adolescenza, allo sviluppo della dipendenza in età giovanile-adulta. L'associazione non c'era per i livelli più bassi di umore depresso, inoltre era più marcata per i maschi e per i non bianchi; di rilievo il riscontro che la vulnerabilità a coinvolgimenti rischiosi con l'alcol era indipendente da altri potenziali determinanti causali, quali basso reddito familiare quando si era bambini, forti bevitori in famiglia, presenza di altri disturbi di condotta. Non è emersa invece l'associazione con il solo abuso alcolico, cioè non c'era per l'abuso se non era presente dipendenza.
Reazione a stress e affettività negativa
Tra le spiegazioni possibili, quella del consumo di alcolici per diminuire lo stress (come per gli adulti d'altra parte); è possibile che i bambini con precoci sintomi depressivi abbiano una maggiore probabilità di bere successivamente per far fronte a un'affettività negativa. Ci possono essere poi fattori familiari, con substrati ambientali e anche genetici, che influenzano sia disturbi dell'affettività sia dell'umore sia lo sviluppo successivo di un maladattamento nei confronti dell'alcol, anche se, come detto, in questo studio non è emersa un'interazione con disordini di condotta. Le turbe dell'umore in un periodo delicato per lo sviluppo neurocerebrale quale l'infanzia potrebbero poi inibire la normale maturazione della capacità di far fronte allo stress. Senza contare che, anche se la tendenza depressiva precoce è un potenziale elemento predittivo di vulnerabilità rispetto all'alcol, altre condizioni psichiatriche si associano al rischio di disordini alcolici, come comportamenti destabilizzanti, ansia, turbe dell'affettività, uso di sostanze. Resta comunque il problema della difficoltà per i genitori e i pediatri di riconoscere caratteristiche dell'umore dei bambini che possano essere a livello di disturbo psichiatrico. Vale la pena, però, di prestare particolare attenzione.
Elettra Vecchia
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