05 settembre 2007
Aggiornamenti e focus
Agire sulla mente
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"Chiediamo alla comunità medica, ai governi, alle commissioni interdisciplinari, alle associazioni di consumatori e a quelle di categoria che aumentino la copertura in materia di servizi per le malattie mentali in tutto il mondo, ma in particolare nei paesi meno sviluppati". Inizia così una serie di articoli pubblicati dall'edizione on line di Lancet e dedicati al problema emergente delle malattie mentali. L'auspicio, continua l'articolo, è che possano aumentare i servizi di assistenza e che siano rafforzati i diritti delle persone con disturbi mentali e delle loro famiglie. Ma è davvero un problema così rilevante? Stando agli articoli pubblicati sulla rivista sì. Visto che la malattia mentale, dicono gli esperti, rappresenta il 14% delle malattie globali, più che non il cancro o le malattie cardiache. E il problema è ancora più importante nei paesi in via di sviluppo.
I numeri lo confermano. Delle 800000 persone che commettono suicidio ogni anno, la maggior parte, almeno quattro su cinque, sono nei paesi in via di sviluppo. Nonostante questo, dicono gli autori, il 90% di questi pazienti non riceve cure, anzi nelle situazioni più povere ed estreme viene chiuso in gabbia o legato agli alberi. Si può ben capire perciò che la rivista denunci il problema e richieda una mobilitazione del mondo scientifico. Anche perché il mancato intervento non fa che aumentare il gap politico esistente tra paesi sviluppati e non. Il rappresentante indiano di Action For Mental Illness, gruppo che si occupa della questione, rincara la dose. Soltanto una percentuale dell'8% sui 40-50 milioni di persone che in India soffrono di una malattia mentale, dalla depressione alla schizofrenia, ricevono adeguato trattamento. E le cose non vanno molto meglio in altri paesi. In Brasile i malati di mente si trovano agli angoli delle strade o nei sottopassaggi e nelle comunità rurali più povere il peso della malattia mentale è affidato alle famiglie mentre non esistono cure specialistiche o farmaci. Ci sono poi casi ancora più eclatanti nei quali la malattia mentale è un vero e proprio stigma. Nello Zambia si parla di stregoneria o di possessioni diaboliche e le persone malate non chiedono aiuto. Ma i problemi non finiscono qui.
Secondo i ricercatori britannici un altro problema da non sottovalutare è il peso della malattia mentale sulla salute fisica delle persone. I problemi psicologici, infatti, predispongono ad altri problemi di salute. E spesso sono problemi che si trasmettono: ci sono, infatti, evidenze dall'India e dal Pakistan, che le madri depresse hanno più probabilità di avere un figlio malnutrito. Eppure, dicono gli esperti, i servizi mentali di base potrebbero essere garantiti in modo economico e semplice. Quanto? L'ammontare necessario a garantire i servizi di base sarebbe di due dollari per persona all'anno nei paesi meno sviluppati. Ben poco, dicono i ricercatori, rispetto a quanto sarebbe richiesto per altre malattie altrettanto importanti su scala mondiale. I problemi neuropsichiatrici, sottolineano gli autori, devono diventare un elemento centrale nella pianificazione delle politiche sociali e sanitarie e nella definizione dell'assistenza ai malati. Ora la risposta sta alla politica e alla solidarietà.
Marco Malagutti
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...e inoltre su Dica33:
Le dimensioni del problema
I numeri lo confermano. Delle 800000 persone che commettono suicidio ogni anno, la maggior parte, almeno quattro su cinque, sono nei paesi in via di sviluppo. Nonostante questo, dicono gli autori, il 90% di questi pazienti non riceve cure, anzi nelle situazioni più povere ed estreme viene chiuso in gabbia o legato agli alberi. Si può ben capire perciò che la rivista denunci il problema e richieda una mobilitazione del mondo scientifico. Anche perché il mancato intervento non fa che aumentare il gap politico esistente tra paesi sviluppati e non. Il rappresentante indiano di Action For Mental Illness, gruppo che si occupa della questione, rincara la dose. Soltanto una percentuale dell'8% sui 40-50 milioni di persone che in India soffrono di una malattia mentale, dalla depressione alla schizofrenia, ricevono adeguato trattamento. E le cose non vanno molto meglio in altri paesi. In Brasile i malati di mente si trovano agli angoli delle strade o nei sottopassaggi e nelle comunità rurali più povere il peso della malattia mentale è affidato alle famiglie mentre non esistono cure specialistiche o farmaci. Ci sono poi casi ancora più eclatanti nei quali la malattia mentale è un vero e proprio stigma. Nello Zambia si parla di stregoneria o di possessioni diaboliche e le persone malate non chiedono aiuto. Ma i problemi non finiscono qui.
Quali soluzioni
Secondo i ricercatori britannici un altro problema da non sottovalutare è il peso della malattia mentale sulla salute fisica delle persone. I problemi psicologici, infatti, predispongono ad altri problemi di salute. E spesso sono problemi che si trasmettono: ci sono, infatti, evidenze dall'India e dal Pakistan, che le madri depresse hanno più probabilità di avere un figlio malnutrito. Eppure, dicono gli esperti, i servizi mentali di base potrebbero essere garantiti in modo economico e semplice. Quanto? L'ammontare necessario a garantire i servizi di base sarebbe di due dollari per persona all'anno nei paesi meno sviluppati. Ben poco, dicono i ricercatori, rispetto a quanto sarebbe richiesto per altre malattie altrettanto importanti su scala mondiale. I problemi neuropsichiatrici, sottolineano gli autori, devono diventare un elemento centrale nella pianificazione delle politiche sociali e sanitarie e nella definizione dell'assistenza ai malati. Ora la risposta sta alla politica e alla solidarietà.
Marco Malagutti
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