08 ottobre 2004
Aggiornamenti e focus
Bionde da sballo
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C'è una caratteristica che accomuna quasi tutte le droghe, cioè la loro natura chimica, la maggior parte di esse infatti sono alcaloidi. Si tratta di un vasto gruppo di sostanze che si trovano nelle piante e vengono chiamate droghe in quanto sono farmacologicamente attive come per esempio l'atropina, la stricnina, la morfina, l'efredina, la codeina. La loro azione viene definita stimolante e procede a livello del sistema nervoso, con l'effetto di eccitare, ma anche di deprimere le sue funzioni, come nel caso di analgesici come la morfina e la codeina. Ad alcuni alcaloidi viene riconosciuta una azione stupefacente o psicotropa e per questo sono considerati droghe, come per esempio i derivati dell'oppio o delle foglie di coca o le anfetamine, cioè sostanze che producono effetti sul sistema nervoso centrale fino a determinare dipendenza fisica o psichica.
L'efficacia di queste sostanza dipende per altro dalla quantità assunta, infatti non tutti gli alcaloidi agiscono con la stessa potenza: anche la caffeina e la nicotina sono alcaloidi e se avessero un effetto della stessa intensità della morfina, metà della popolazione umana sarebbe intossicata o tossicodipendente. Per poter considerare anche queste sostanze come droghe dovrebbero essere assunte allo stato puro, e in questo caso sarebbero molto pericolose: una dose unica, assunta per via orale da 40-60mg di nicotina pura risulterebbe letale; si tenga presente che fumando un pacchetto di sigarette al giorno se ne assumono 180 milligrammi. Ma il tempo che intercorre tra una sigaretta e l'altra è in genere sufficiente all'eliminazione metabolica della nicotina. Inoltre la rapidità dell'assuefazione, che presumibilmente si traduce in una diminuzione dell'assorbimento, è tale da consentire l'assunzione nelle 24 ore di dosi anche cinque dieci volte superiori, senza che si manifesti nemmeno la sintomatologia dell'avvelenamento acuto. Chiaramente questo non esclude un avvelenamento cronico.
Escludendo l'uso della nicotina pura, il tabacco delle sigarette ne contiene dall'1 all'8%, dipende dalla qualità, e la sostanza viene assunta con il fumo, anche se, volendo si possono masticare le foglie di tabacco oppure sniffare la polvere. L'azione della nicotina si esplica a livello dei gangli nervosi autonomi che in un primo tempo vengono eccitati. Inalata con il fumo, la nicotina raggiunge molto rapidamente concentrazioni elevate nel sangue e quindi nei centri cerebrali sensibili. In particolare, agisce sui centri cerebrali responsabili del piacere e della gratificazione, su quelli responsabili dello stato di veglia e vigilanza, la cui stimolazione migliora le funzioni cognitive, la capacità di concentrazione, le performance intellettuali. Nel contempo, riduce le reazioni da stress procurando così un'impressione di sicurezza e rilassamento nelle situazioni critiche.
A livello fisiologico la nicotina provoca un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, eccita la peristalsi, la secrezione salivare, gastrica, le contrazioni della muscolatura striata (i muscoli volontari) e in genere il sistema nervoso centrale. Il meccanismo con cui si instaura la dipendenza è la ricerca (craving) dell'effetto piacevole provocato dalla sostanza. Non è un caso quindi che nei momenti di tensione già il semplice gesto di accendere una sigaretta garantisca un sollievo dallo stress.
Simona Zazzetta
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Questione di dosi
L'efficacia di queste sostanza dipende per altro dalla quantità assunta, infatti non tutti gli alcaloidi agiscono con la stessa potenza: anche la caffeina e la nicotina sono alcaloidi e se avessero un effetto della stessa intensità della morfina, metà della popolazione umana sarebbe intossicata o tossicodipendente. Per poter considerare anche queste sostanze come droghe dovrebbero essere assunte allo stato puro, e in questo caso sarebbero molto pericolose: una dose unica, assunta per via orale da 40-60mg di nicotina pura risulterebbe letale; si tenga presente che fumando un pacchetto di sigarette al giorno se ne assumono 180 milligrammi. Ma il tempo che intercorre tra una sigaretta e l'altra è in genere sufficiente all'eliminazione metabolica della nicotina. Inoltre la rapidità dell'assuefazione, che presumibilmente si traduce in una diminuzione dell'assorbimento, è tale da consentire l'assunzione nelle 24 ore di dosi anche cinque dieci volte superiori, senza che si manifesti nemmeno la sintomatologia dell'avvelenamento acuto. Chiaramente questo non esclude un avvelenamento cronico.
Piacere fumoso
Escludendo l'uso della nicotina pura, il tabacco delle sigarette ne contiene dall'1 all'8%, dipende dalla qualità, e la sostanza viene assunta con il fumo, anche se, volendo si possono masticare le foglie di tabacco oppure sniffare la polvere. L'azione della nicotina si esplica a livello dei gangli nervosi autonomi che in un primo tempo vengono eccitati. Inalata con il fumo, la nicotina raggiunge molto rapidamente concentrazioni elevate nel sangue e quindi nei centri cerebrali sensibili. In particolare, agisce sui centri cerebrali responsabili del piacere e della gratificazione, su quelli responsabili dello stato di veglia e vigilanza, la cui stimolazione migliora le funzioni cognitive, la capacità di concentrazione, le performance intellettuali. Nel contempo, riduce le reazioni da stress procurando così un'impressione di sicurezza e rilassamento nelle situazioni critiche.
A livello fisiologico la nicotina provoca un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, eccita la peristalsi, la secrezione salivare, gastrica, le contrazioni della muscolatura striata (i muscoli volontari) e in genere il sistema nervoso centrale. Il meccanismo con cui si instaura la dipendenza è la ricerca (craving) dell'effetto piacevole provocato dalla sostanza. Non è un caso quindi che nei momenti di tensione già il semplice gesto di accendere una sigaretta garantisca un sollievo dallo stress.
Simona Zazzetta
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