Domande per giocare di anticipo

05 aprile 2007
Aggiornamenti e focus

Domande per giocare di anticipo



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Non sentirsi bene, è un'espressione generica che può raccontare parecchie cose di una persona. E' l'espressione di un malessere fisico che può sottindere un disagio psicologico spesso difficile da verbalizzare. Più facile parlare del mal di stomaco, della cervicale o del mal di schiena. Motivi, questi come molti altri, che spesso spingono a rivolgersi al medico di famiglia al quale si riporta il sintomo in tutte le sue declinazioni.
Ciò di cui si ha sempre maggiore consapevolezza, è che un sintomo organico ha buone probabilità di essere una somatizzazione di un malessere più intimo e interiore, in particolare quelli che non hanno una causa specifica, come il 54% dei disturbi gastrointestinali, il 50% di quelli neurologici, il 34% di quelli cardiologici, il 33% di quelli reumatologici e il 30% di quelli ortopedici. Questi casi rappresentano un'occasione per identificare l'eventuale esordio di una sintomatologia depressiva in un finestra di tempo in cui il medico di famiglia può avere un ruolo diagnostico, o quanto meno di sospetto e quindi di monitoraggio sul paziente.

Aree dolenti


Il ventaglio di strumenti a disposizione dei generalisti si arricchisce di un questionario che è stato adottato per condurre uno studio osservazionale che ha preso il via a gennaio 2007. Si tratta di un Protocollo Unico, nato dal contributo dei medici della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), degli specialisti della Società Italiana di Psichiatria (SIP) e dei farmacologi della Società Italiana di Farmacologia (SIF), che consentirà ai medici di famiglia di comprendere la reale percezione della qualità della vita da parte dei soggetti a rischio depressivo. E' stato chiamato Idolum, cioè Identificazione Dolore Umore, e infatti le domande spaziano in aree che analizzano l'umore, i sintomi somatici ed eventuali terapie farmacologiche e non. Il tentativo è quello di stimolare il paziente a un'autovalutazione dei disturbi che accusa nella vita quotidiana. Le domande spaziano, per esempio, dalla capacità di movimento e deambulazione, dalla cura di sé agli stati d'animo e alla visione del futuro; dall'analisi di errori commessi nella vita al grado di soddisfazione raggiunta, dai sensi di colpa alle delusioni. Una panoramica quindi, sulla percezione di sé e del mondo circostante, con particolare attenzione rivolta a eventuali disturbi predominanti o alla percezione sensoriale: dalla nausea alla cefalea, dai semplici brividi a più preoccupanti dolori al petto o al cuore.

Intervenire prima


Il questionario è stato distribuito in 160 ambulatori medici di famiglia su tutto il territorio nazionale e coinvolgerà 1600 cittadini per la durata di un anno. Anche i medici saranno chiamati a rispondere ad alcune domande, in separata sede e modulo, che consentiranno di avere il polso della loro attività in relazione ai problemi degli assistiti. I quesiti riguardano sia l'osservazione delle patologie riportate dai pazienti sia la valutazione dell'entità della malattia, la sua dimensione e l'incidenza di motivi psicologici sull'insorgere dei sintomi.La possibilità di riconoscere con ampio anticipo il rischio di depressione o un suo esordio consente di guadagnare tempo prezioso. Intervenire con un supporto al paziente, in questa fase di natura psicoterapeutica, permette di prevenire l'instaurarsi di meccanismi viziosi che tendono a modificare l'assetto fisiologico di neuroni e neurotrasmettitori. Arrivare in ritardo significa entrare in terapie molto più farmaco-orientate che, con il supporto di studi clinici che ne validano ampiamente l'efficacia e la sicurezza, possono durare anni, proprio perché in grado di risolvere, eventualmente, l'alterazione neurologica. Un approccio terapeutico che sembra somigliare più a una terapia sostitutiva anziché a una cura risolutiva di un problema i cui confini non sono poi così nettamente fisiologici e patologici.

Simona Zazzetta



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