Danni da paura

06 gennaio 2008
Aggiornamenti e focus

Danni da paura



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Proseguono i bilanci di un conflitto, iniziato nel 2003 in Iraq con intenti preventivi sul terrorismo, ma con conseguenze disastrose sulla salute della popolazione irachena e americana. Il New England Journal of Medicine ha riportato i risultati di un'indagine, la Iraq Family Health Survey (IFHS), condotta tra il 2006 e il 2007 in Iraq, in cui si denuncia che nei primi tre anni di invasione, la causa principale di morte degli uomini tra i 15 e i 59 anni è la morte violenta. Ma non se la passa bene nemmeno la popolazione di soldati che torna in patria, certo ancora in vita, ma con alcune difficoltà da superare.

Lesioni e stress


Sempre nello stesso numero della rivista, infatti, è stato pubblicato uno studio sulle possibili conseguenze dei colpi ricevuti al cranio durante il conflitto, per esempio, dovuti alle esplosioni e all'onda d'urto che le accompagna. Grazie agli equipaggiamenti protettivi, i danni provocati spesso non sono gravi e, infatti, l'indagine si è rivolta agli effetti di quelli considerati moderati, ma provocati da colpi che producono, concussione, cioè uno scuotimento cerebrale con una breve perdita della coscienza. Dai dati pervenuti agli autori, su una popolazione di circa 2500 soldati rientrati in patria, il 4,9% aveva perso i sensi a seguito dell'insulto, il 10,3% riportava di aver avuto alterazioni dello stato mentale e il 17,2% aveva avuto altri danni. L'alterazione dello stato di coscienza e dello stato mentale (15% dei casi circa) interessava con maggiore probabilità chi era stato esposto ad azioni di guerra particolarmente intense e a onde d'urto di esplosioni, e chi poi aveva avuto problemi fisici e mentali. Ma un altro dato importante è emerso dall'indagine: il 43,9% di chi aveva perso coscienza durante l'impatto rispondeva anche ai criteri diagnostici del disturbo da stress post traumatico (post traumatic stress disorder - PTSD). Ciò accadeva anche nel 27,3% di chi aveva subito un'alterazione dello stato mentale, ma solo nel 16,2% in caso di altri colpi e nel 9,1% se non c'erano stati impatti particolari. La frequenza con cui il PTSD compariva ha insospettito gli autori che, quindi, hanno preferito analizzare la popolazione di soldati anche a parità di stress post traumatico. Ebbene, l'associazione tra le lesioni traumatiche moderate e i problemi fisici e mentali si indeboliva, a parte per il mal di testa tra chi aveva avuto perdita di coscienza, mentre rimaneva forte, come per altro dimostrato in altri studi, l'associazione tra il PTSD e i problemi di salute.

Traumi al cervello e alla mente


La relazione diretta tra il disturbo da stress dopo un trauma e i danni al tessuto cerebrale dopo un trauma con concussione non è stata ancora dimostrata, e resta un'area di ricerca a cavallo tra la neurologia per immagini e la psichiatria. I meccanismi che probabilmente sottostanno sia all'insorgenza del disturbo dopo il danno da trauma sia ai sintomi fisici associati al disturbo, includono processi biologici scatenati dall'esposizione a stress estremo, dall'attivazione di vie nervose (asse ipotalamo-pituitario-surrenalico) correlate al sistema di secrezione di ormoni, dalla reattività del sistema nervoso autonomo, dalle risposte immunitarie, dal disturbo del sonno, dalla percezione alterata dei sintomi. Tutti questi elementi potrebbero spiegare la comparsa dei sintomi fisici e mentali oltre al fatto che i soggetti con PSTD hanno una ridotta capacità di processare e controllare le reazioni di paura, funzione che ha sede nella zona prefrontale della corteccia cerebrale. La stessa area anatomica viene interessata dall'impatto, provocato dalla concussione, contro il cranio con successivo scivolamento sulla parete interna. Quest'azione meccanica rapida e violenta potrebbe essere la causa di lesioni moderate che danneggiano la rete neuronale coinvolta nella regolazione delle reazioni alla paura e dell'ansia. Oltre a offrire ulteriori strumenti per intervenire sulle problematiche dei reduci di guerra, le osservazioni raccolta dai ricercatori rappresentano un ulteriori chiarimento sul disturbo da stress post traumatico. Il riconoscimento di una componente organica, che sia a monte o a valle del disturbo è un'opportunità in più per migliorare la valutazione nelle persone che hanno riportato un danno cerebrale e che riportano anche a distanza di mesi altri sintomi, anche non specifici.

Simona Zazzetta



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