20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus
Stress: le ultime ricerche
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Lo stress non è certo un disturbo scoperto di recente. In particolare, Hans Selye, lo scopritore dello stress, in uno dei suoi ultimi scritti commentava: "Stress è un concetto scientifico che ha avuto la fortuna di divenire troppo noto, ma anche la sfortuna di essere poco compreso."
Lo studio dello stress ebbe inizio nel 1926 quando Hans Seyle, allora studente in medicina, rimase incuriosito da una circostanza tanto comune, ma altrettanto trascurata dagli studiosi: l'organismo, quando è sottoposto ad una prova impegnativa, reagisce sempre allo stesso modo e ciò è osservabile nelle malattie più varie, dalla banale influenza al cancro. Da quel giorno sino ad oggi, però, la ricerca non si è certo fermata. Anzi, per l'enorme complessità del disturbo, esistono oggi gruppi di studio specializzati esclusivamente sull'indagine degli stati stressanti e delle possibili malattie conseguenti, dette appunto da stress. Di seguito alcuni studi recenti sullo stress.
Le condizioni fisiche di forte stress sembrano essere responsabili dell'alterazione dell'azione protettiva dei vaccini. Questo è quanto afferma Ron Glaser, professore di virologia, immunologia e genetica dell'Università di Stato dell'Ohio. L'esperto ha suddiviso un gruppo di anziani in tre sottogruppi: uno composto da soggetti sani; il secondo composto da soggetti che, sino a poco tempo prima, avevano assistito il coniuge colpito da demenza; il terzo ed ultimo gruppo composto da anziani ancora alle prese con la cura e l'assistenza del coniuge malato. Una volta inoculato il vaccino antipolmonite batterica, la risposta dell'organismo (con conseguente produzione di anticorpi) in tutti i soggetti partecipanti allo studio è stata la stessa. Dopo sei mesi, però, il controllo effettuato dai ricercatori ha evidenziato un netto crollo nella produzione di anticorpi contro lo pneumococco nel terzo gruppo, tanto da annullarne l'immunizzazione (protezione del sistema immunitario nei confronti della malattia). Questo è stato direttamente imputabile alla situazione di forte stress generata dall'accudire 24 ore su 24 una persona cara malata. Se, invece, l'agente responsabile della malattia non è un batterio, ma un virus, la disattivazione del vaccino non avviene dopo mesi, ma sin dall'inizio, come hanno dimostrato alcune ricerche analoghe fatte con il vaccino influenzale.
Fonte: Psychosomatic Medicine 2000
Alti livelli di stress sembrano aumentare considerevolmente il rischio di attacchi d'asma nei bambini predisposti. La notizia arriva dalla University of Helsinki (Finlandia), dove un gruppo di ricercatori ha analizzato un gruppo di bambini con asma di tipo cronico per un periodo di oltre 18 mesi. Dai risultati è emerso che i bambini stressati, dopo circa 4 settimane dall'evento che ha generato lo stress, hanno maggiori probabilità di avere crisi d'asma improvvise. Naturalmente, la gravità e la frequenza degli attacchi dipendono anche e soprattutto da una serie di fattori, tra cui: il sesso del bambino, la gravità di base della malattia, la stagione e l'eventuale esposizione al fumo passivo. Nei bambini predisposti alla malattia, quindi, è fondamentale che i genitori evitino situazioni di stress e ansia al piccolo, al fine di non aumentare ulteriormente il rischio di attacchi d'asma.
Fonte: The Lancet 2000 Sep; 16:356(9234) - pp.982-987
Lo stress della madre toglie l'appetito nelle figlie
Quando una donna diventa mamma e deve crescere dei bambini è senza dubbi sottoposta ad uno stress non indifferente. Secondo un gruppo di psichiatri britannici, lo stress materno contribuisce spesso alla perdita di appetito nelle figlie durante l'adolescenza, tanto da generare nelle figlie la drammatica anoressia. La ricerca è stata condotta su 40 famiglie con ragazze affette da anoressia nervosa. I risultati dell'indagine hanno dimostrato che molte delle madri analizzate presentavano uno stato di stress e di ansia sia durante la gravidanza, sia durante il periodo di sviluppo delle figlie.
Fonte: British Journal of Psychiatry 2000
Fiocchi rosa ... da stress
Le donne che, nel periodo immediatamente prima del concepimento di un figlio sono sottoposte ad un forte stress psicologico per eventi drammatici, sembrano avere maggiori probabilità di dare alla luce una femmina. Questo è quanto emerge dai risultati di una ricerca condotta presso i Centri danesi di Epidemiologia e Statistica. Le possibili motivazioni non sono ancora chiare, ma ciò dimostra ancora una volta che lo stress è una situazione che può influenzare notevolmente il nostro organismo.
Fonte: British Medical Journal 2000
Danni alla memoria con lo stress
Le situazioni di forte stress potrebbero ridurre la nostra capacità di memoria generata nella zona dell'ippocampo (sezione del sistema limbico del cervello). Questo è quanto sostiene un gruppo di ricercatori della Divisione di Neurobiologia del German Primate Center di Gottingen (Germany). Dagli esiti dell'indagine, inoltre, sembra che la memoria stimolata in modo indipendente dall'ippocampo, invece, non sia influenzabile dallo stress. Gli autori dello studio hanno analizzato la capacità mnemonica di numerosi soggetti sia in situazioni di forte stress, sia in situazioni libere dallo stress per un periodo di 23 settimane. Al termine dell'indagine è emerso che la memoria generata nell'ippocampo subisce serie alterazioni sia nei periodi di stress, sia nelle successive fasi di recupero. Al momento, però, non è stata ancora identificata la reale causa della correlazione tra la memoria e lo stress; ulteriori studi saranno, quindi, necessari prima di poter chiarire tale legame.
Fonte: Brain Research Cogn Brain Res 1999 Jan; 7(3):379-387
Lo stress e il rischio di parti prematuri
La salute della donna incinta, sia fisica che psichica, è molto importante non solo per la madre stessa, ma anche per il nascituro. Secondo recenti studi, in particolare, lo stress fisico e nervoso, il superlavoro, il fumo e la malnutrizione sono tutti fattori di rischio per un parto prematuro e, di conseguenza, per la morte neonatale. Secondo le statistiche, infatti, ogni tre morti neonatali, ben due sono imputabili alla nascita prematura o al sottopeso del neonato. E' fondamentale, quindi, che le donne che aspettano un bambino cerchino di stare molto attente ad alimentarsi correttamente e ad evitare dannose fonti di stress e ansie.
Fonte: Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani
Annapaola Medina
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Lo studio dello stress ebbe inizio nel 1926 quando Hans Seyle, allora studente in medicina, rimase incuriosito da una circostanza tanto comune, ma altrettanto trascurata dagli studiosi: l'organismo, quando è sottoposto ad una prova impegnativa, reagisce sempre allo stesso modo e ciò è osservabile nelle malattie più varie, dalla banale influenza al cancro. Da quel giorno sino ad oggi, però, la ricerca non si è certo fermata. Anzi, per l'enorme complessità del disturbo, esistono oggi gruppi di studio specializzati esclusivamente sull'indagine degli stati stressanti e delle possibili malattie conseguenti, dette appunto da stress. Di seguito alcuni studi recenti sullo stress.
Lo stress rende vano il vaccino
Le condizioni fisiche di forte stress sembrano essere responsabili dell'alterazione dell'azione protettiva dei vaccini. Questo è quanto afferma Ron Glaser, professore di virologia, immunologia e genetica dell'Università di Stato dell'Ohio. L'esperto ha suddiviso un gruppo di anziani in tre sottogruppi: uno composto da soggetti sani; il secondo composto da soggetti che, sino a poco tempo prima, avevano assistito il coniuge colpito da demenza; il terzo ed ultimo gruppo composto da anziani ancora alle prese con la cura e l'assistenza del coniuge malato. Una volta inoculato il vaccino antipolmonite batterica, la risposta dell'organismo (con conseguente produzione di anticorpi) in tutti i soggetti partecipanti allo studio è stata la stessa. Dopo sei mesi, però, il controllo effettuato dai ricercatori ha evidenziato un netto crollo nella produzione di anticorpi contro lo pneumococco nel terzo gruppo, tanto da annullarne l'immunizzazione (protezione del sistema immunitario nei confronti della malattia). Questo è stato direttamente imputabile alla situazione di forte stress generata dall'accudire 24 ore su 24 una persona cara malata. Se, invece, l'agente responsabile della malattia non è un batterio, ma un virus, la disattivazione del vaccino non avviene dopo mesi, ma sin dall'inizio, come hanno dimostrato alcune ricerche analoghe fatte con il vaccino influenzale.
Fonte: Psychosomatic Medicine 2000
Stress e attacchi d'asma nei bambini
Alti livelli di stress sembrano aumentare considerevolmente il rischio di attacchi d'asma nei bambini predisposti. La notizia arriva dalla University of Helsinki (Finlandia), dove un gruppo di ricercatori ha analizzato un gruppo di bambini con asma di tipo cronico per un periodo di oltre 18 mesi. Dai risultati è emerso che i bambini stressati, dopo circa 4 settimane dall'evento che ha generato lo stress, hanno maggiori probabilità di avere crisi d'asma improvvise. Naturalmente, la gravità e la frequenza degli attacchi dipendono anche e soprattutto da una serie di fattori, tra cui: il sesso del bambino, la gravità di base della malattia, la stagione e l'eventuale esposizione al fumo passivo. Nei bambini predisposti alla malattia, quindi, è fondamentale che i genitori evitino situazioni di stress e ansia al piccolo, al fine di non aumentare ulteriormente il rischio di attacchi d'asma.
Fonte: The Lancet 2000 Sep; 16:356(9234) - pp.982-987
Lo stress della madre toglie l'appetito nelle figlie
Quando una donna diventa mamma e deve crescere dei bambini è senza dubbi sottoposta ad uno stress non indifferente. Secondo un gruppo di psichiatri britannici, lo stress materno contribuisce spesso alla perdita di appetito nelle figlie durante l'adolescenza, tanto da generare nelle figlie la drammatica anoressia. La ricerca è stata condotta su 40 famiglie con ragazze affette da anoressia nervosa. I risultati dell'indagine hanno dimostrato che molte delle madri analizzate presentavano uno stato di stress e di ansia sia durante la gravidanza, sia durante il periodo di sviluppo delle figlie.
Fonte: British Journal of Psychiatry 2000
Fiocchi rosa ... da stress
Le donne che, nel periodo immediatamente prima del concepimento di un figlio sono sottoposte ad un forte stress psicologico per eventi drammatici, sembrano avere maggiori probabilità di dare alla luce una femmina. Questo è quanto emerge dai risultati di una ricerca condotta presso i Centri danesi di Epidemiologia e Statistica. Le possibili motivazioni non sono ancora chiare, ma ciò dimostra ancora una volta che lo stress è una situazione che può influenzare notevolmente il nostro organismo.
Fonte: British Medical Journal 2000
Danni alla memoria con lo stress
Le situazioni di forte stress potrebbero ridurre la nostra capacità di memoria generata nella zona dell'ippocampo (sezione del sistema limbico del cervello). Questo è quanto sostiene un gruppo di ricercatori della Divisione di Neurobiologia del German Primate Center di Gottingen (Germany). Dagli esiti dell'indagine, inoltre, sembra che la memoria stimolata in modo indipendente dall'ippocampo, invece, non sia influenzabile dallo stress. Gli autori dello studio hanno analizzato la capacità mnemonica di numerosi soggetti sia in situazioni di forte stress, sia in situazioni libere dallo stress per un periodo di 23 settimane. Al termine dell'indagine è emerso che la memoria generata nell'ippocampo subisce serie alterazioni sia nei periodi di stress, sia nelle successive fasi di recupero. Al momento, però, non è stata ancora identificata la reale causa della correlazione tra la memoria e lo stress; ulteriori studi saranno, quindi, necessari prima di poter chiarire tale legame.
Fonte: Brain Research Cogn Brain Res 1999 Jan; 7(3):379-387
Lo stress e il rischio di parti prematuri
La salute della donna incinta, sia fisica che psichica, è molto importante non solo per la madre stessa, ma anche per il nascituro. Secondo recenti studi, in particolare, lo stress fisico e nervoso, il superlavoro, il fumo e la malnutrizione sono tutti fattori di rischio per un parto prematuro e, di conseguenza, per la morte neonatale. Secondo le statistiche, infatti, ogni tre morti neonatali, ben due sono imputabili alla nascita prematura o al sottopeso del neonato. E' fondamentale, quindi, che le donne che aspettano un bambino cerchino di stare molto attente ad alimentarsi correttamente e ad evitare dannose fonti di stress e ansie.
Fonte: Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani
Annapaola Medina
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