08 ottobre 2004
Aggiornamenti e focus
Altro che consenso informato
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Da molto tempo si parla di consenso informato che permette ai cittadini e ai pazienti di scegliere se sottoporsi a una determinata terapia. Va da sé che quando il medico propone un farmaco il paziente debba come minimo sapere di cosa si tratta, quali sono gli effetti collaterali, in quanto tempo farà effetto. Su questi presupposti, chiaramente si sono stupiti i ricercatori israeliani autori di un'indagine sull'uso da parte dei medici dell'effetto placebo. Si aspettavano infatti che solo il 10% avrebbe risposto in modo affermativo e invece le cose sembrano andare diversamente.
Il 60% degli 89 medici e infermieri intervistati, infatti, diceva di aver dato ai propri pazienti un placebo ed erano in molti a dire che qualche volta aveva funzionato, e più di un terzo diceva di averlo prescritto almeno per una volta al mese. I pazienti ai quali era stata data la medicina fasulla erano donne in travaglio, e persone che soffrivano di ansia, dolore, agitazione, vertigini, disturbi del sonno, asma o in fase di sospensione di un farmaco. La maggior parte di loro ovviamente non sapeva di prendere un placebo: il 68% degli operatori che avevano prescritto il placebo aveva detto che si trattava di un farmaco vero, il 17% non aveva detto nulla, l'11% aveva detto che si trattava di una cura non specifica, il 4% aveva detto la verità.
Alla domanda perché avessero prescritto il placebo, il 43% diceva che i pazienti avevano chiesto di poter prendere un farmaco senza che ce ne fosse un giusto motivo, il 28% voleva verificare che i sintomi fossero reali e non immaginari, il 15% per guadagnare del tempo fino alla dose successiva di farmaco vero. Comunque una piccola percentuale (11%) lo aveva fatto per mettere fine alle lamentele del paziente.
L'effetto placebo è noto fin dai tempi di Ippocrate ed è da allora che si sviluppò l'idea che la mente potesse curare il corpo, concetto ripreso più volte dai terapisti come espediente per curare pazienti non trattabili in altro modo. Gli autori ammettono l'esistenza dell'effetto placebo, che a volte è più efficace di molte altri farmaci e che per questo motivo dovrebbe essergli riconosciuto un ruolo terapeutico, ma è anche vero che mentire al paziente è un errore. In effetti per quanto efficace, vengono meno i principi etici, ma non per questo deve essere ignorato il fenomeno per altro riscontrato in altre realtà. Nel 2003 anche un'altra indagine, questa volta in Danimarca dimostrò che molto spesso i medici usavano il placebo. Il rischio, oltre quello etico, è di creare presupposti per casi di malasanità. Tuttavia, questi risultati suggeriscono che ci sono molti modi per sostenere e soccorrere un paziente che soffre e non solo con i farmaci.
Simona Zazzetta
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Pillole immaginarie
Il 60% degli 89 medici e infermieri intervistati, infatti, diceva di aver dato ai propri pazienti un placebo ed erano in molti a dire che qualche volta aveva funzionato, e più di un terzo diceva di averlo prescritto almeno per una volta al mese. I pazienti ai quali era stata data la medicina fasulla erano donne in travaglio, e persone che soffrivano di ansia, dolore, agitazione, vertigini, disturbi del sonno, asma o in fase di sospensione di un farmaco. La maggior parte di loro ovviamente non sapeva di prendere un placebo: il 68% degli operatori che avevano prescritto il placebo aveva detto che si trattava di un farmaco vero, il 17% non aveva detto nulla, l'11% aveva detto che si trattava di una cura non specifica, il 4% aveva detto la verità.
Alla domanda perché avessero prescritto il placebo, il 43% diceva che i pazienti avevano chiesto di poter prendere un farmaco senza che ce ne fosse un giusto motivo, il 28% voleva verificare che i sintomi fossero reali e non immaginari, il 15% per guadagnare del tempo fino alla dose successiva di farmaco vero. Comunque una piccola percentuale (11%) lo aveva fatto per mettere fine alle lamentele del paziente.
La mente cura
L'effetto placebo è noto fin dai tempi di Ippocrate ed è da allora che si sviluppò l'idea che la mente potesse curare il corpo, concetto ripreso più volte dai terapisti come espediente per curare pazienti non trattabili in altro modo. Gli autori ammettono l'esistenza dell'effetto placebo, che a volte è più efficace di molte altri farmaci e che per questo motivo dovrebbe essergli riconosciuto un ruolo terapeutico, ma è anche vero che mentire al paziente è un errore. In effetti per quanto efficace, vengono meno i principi etici, ma non per questo deve essere ignorato il fenomeno per altro riscontrato in altre realtà. Nel 2003 anche un'altra indagine, questa volta in Danimarca dimostrò che molto spesso i medici usavano il placebo. Il rischio, oltre quello etico, è di creare presupposti per casi di malasanità. Tuttavia, questi risultati suggeriscono che ci sono molti modi per sostenere e soccorrere un paziente che soffre e non solo con i farmaci.
Simona Zazzetta
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