09 dicembre 2002
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Di perfezionismo non si muore...
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La sindrome da perfezionismo non è una patologia classificata nei manuali di psicologia o di psichiatria, ma un complesso di manifestazioni comportamentali che si riscontrano, per lo più, in soggetti ossessivi. Essa è caratterizzata da una tensione verso mete eccessivamente elevate, difficilmente raggiungibili e, quindi, potenzialmente frustranti, e da pretese intense nei confronti di se stessi e degli altri.
I perfezionisti hanno profili di personalità assai differenti tra loro, ma sono accomunati dal fatto che hanno molti pregi, sono affidabili, precisi, puntuali, responsabili, seri, ma in loro le qualità vengono coltivate all'estremo, fino a diventare difetti.
Il perfezionista non ha il senso del limite nelle cose, né nei confronti di se stesso, perché non conosce esattamente le sue possibilità. Da una parte si considera onnipotente, dall'altra si sente estremamente insicuro, perché non è in grado di capire quando i suoi sforzi sono sufficienti per raggiungere la meta prefissata. L'insicurezza, a sua volta, è strettamente legata all'ansia e ad un pensiero che tende a razionalizzare e a ricercare l'ordine esterno, per difendersi dall'ignoto, dall'incertezza e dalla non prevedibilità.
Per il perfezionista esiste un solo imperativo: dovere. Questo lo priva della sua libertà e lo induce a fare dipendere il suo valore come persona da ciò che compie. Per questo, la sua vita, spesso, tende a ridursi ad un numero assai limitato di dimensioni, nelle quali si impegna a fondo. Il suo pensiero è unidimensionale, del tipo 'tutto o niente', polarizzato tra giudizi estremi, che non ammettono approssimazioni, compromessi, né successive rinegoziazioni.
Esistono diversi fattori concorrenti che possono indurre una persona verso il perfezionismo. La personalità ossessiva è quella maggiormente predisposta a sviluppare tratti perfezionistici.
Ad essa si possono aggiungere:
Esse non rappresentano solo una debolezza dell'Io, ma sono anche il frutto di contesti sociali e familiari che impongono pretese eccessive e modelli tendenti alla perfezione.
Superare il perfezionismo? E' possibile!
Qualche semplice e schematica indicazione per superare il perfezionismo:
Anna Fata
Ulrike Zollner. Sindrome da perfezionismo. Koiné, 2001
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
I perfezionisti hanno profili di personalità assai differenti tra loro, ma sono accomunati dal fatto che hanno molti pregi, sono affidabili, precisi, puntuali, responsabili, seri, ma in loro le qualità vengono coltivate all'estremo, fino a diventare difetti.
Il perfezionista non ha il senso del limite nelle cose, né nei confronti di se stesso, perché non conosce esattamente le sue possibilità. Da una parte si considera onnipotente, dall'altra si sente estremamente insicuro, perché non è in grado di capire quando i suoi sforzi sono sufficienti per raggiungere la meta prefissata. L'insicurezza, a sua volta, è strettamente legata all'ansia e ad un pensiero che tende a razionalizzare e a ricercare l'ordine esterno, per difendersi dall'ignoto, dall'incertezza e dalla non prevedibilità.
Per il perfezionista esiste un solo imperativo: dovere. Questo lo priva della sua libertà e lo induce a fare dipendere il suo valore come persona da ciò che compie. Per questo, la sua vita, spesso, tende a ridursi ad un numero assai limitato di dimensioni, nelle quali si impegna a fondo. Il suo pensiero è unidimensionale, del tipo 'tutto o niente', polarizzato tra giudizi estremi, che non ammettono approssimazioni, compromessi, né successive rinegoziazioni.
Perfezionisti si nasce o si diventa?
Esistono diversi fattori concorrenti che possono indurre una persona verso il perfezionismo. La personalità ossessiva è quella maggiormente predisposta a sviluppare tratti perfezionistici.
Ad essa si possono aggiungere:
- le aspettative genitoriali e, più in generale, i modelli di comportamento
- le richieste sociali
- le esperienze di vita
Esse non rappresentano solo una debolezza dell'Io, ma sono anche il frutto di contesti sociali e familiari che impongono pretese eccessive e modelli tendenti alla perfezione.
Superare il perfezionismo? E' possibile!
Qualche semplice e schematica indicazione per superare il perfezionismo:
- Riconoscere i propri difetti e i propri limiti e assumere un atteggiamento complessivamente più ironico nei propri confronti
- Cogliere i segni di insoddisfazione e di infelicità che, spesso, si accompagnano al perfezionismo, mai completamente realizzato
- Individuare le parti di se stessi trascurate, non vissute appieno, in particolare quelle relative alla sfera emotiva, e cercare di dare loro maggiore spazio
- Cogliere eventuali segni di disagio e di sofferenza che i propri comportamenti perfezionistici possono indurre nelle persone circostanti
- Ammettere le proprie angosce, le proprie sofferenze, la propria fallibilità, nonché l'impossibilità di prevedere e di controllare ogni cosa
- Liberarsi dalla logica di pensiero basata sul 'tutto o niente', credere nella reversibilità delle decisioni e nella possibilità di raggiungere obiettivi realistici a piccoli passi
- Evitare di perdersi in dettagli inutili, ma cercare di porsi degli obiettivi precisi, non eccessivamente ambiziosi da rispettare, seguendo un accurato piano di lavoro
- Non comportarsi da educatori nei confronti degli altri, quando non esplicitamente richiesto, ma soprattutto ammettere che è possibile imparare anche dagli altri
- Riscoprire se stessi e i propri interessi, metterli al centro delle proprie decisioni, sostituendoli alle aspettative e ai giudizi altrui
- Cercare di vivere nel presente, senza rimuginare eccessivamente sul passato, né speculare mentalmente su possibili catastrofi future, ma affrontarle quando, eventualmente, si presentano concretamente
Anna Fata
Fonte
Ulrike Zollner. Sindrome da perfezionismo. Koiné, 2001
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