19 maggio 2010
Aggiornamenti e focus
Buon compleanno pillola!
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E' stata definita "il più importante progresso scientifico del Novecento". Negli anni '60 è diventata l'emblema della rivoluzione culturale e dell'emancipazione femminile. Oggi festeggia i suoi cinquant'anni e si afferma tra i sistemi anticoncezionali più diffusi nel mondo. Eppure, in Italia, la pillola resta un metodo contraccettivo marginale, scelto solo dal 23% delle donne per lo più con oltre 35 anni d'età. Le ragazze giovani e adolescenti non la usano, probabilmente per disinformazione e per pregiudizio. Né usano, però, altri metodi sicuri, così molto spesso sono costrette a ricorrere alla contraccezione d'emergenza (pillola del giorno dopo). Una pratica ben più pericolosa e abusata. I medici della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) riferiscono che nel 2006 ne sono state vendute 320.000 (il 55% a ragazze con meno di 20 anni) e nel2007 si è arrivati a circa 370 mila.
Le giovani snobbano la pillola, nonostante risulti efficace nel 93-99% dei casi, per poi vedersi costrette a ricorrere a un vero shock ormonale. Forse non sanno che la farmacologia ha fatto enormi progressi e si è arrivati a progestinici di quarta generazione, come il drospirenone, che, grazie alla sua particolare formulazione, ha effetto contro la ritenzione idrica, quindi non fa ingrassare, anzi. «Al metodo contraccettivo ormonale, in questi cinquant'anni sono stati dedicati molti studi - spiega Silvio Garattini direttore dell'Istituto Mario Negri - L'ultimo ha riguardato oltre 45mila donne. Queste ricerche dimostrano che la pillola riduce la comparsa di tumori del colon-retto, dell'ovaio e dell'utero.Viceversa gli effetti collaterali (problemi trombo-embolici) possono essere ridotti attraverso esami preventivi e controlli periodici. Vi è un dato controverso sul rischio di tumori della mammella, ma si è dimostrato che questo effetto tende a ridursi con la diminuzione delle dosi, e in parte può essere interpretato non tanto come un aumento dell'incidenza, ma piuttosto come un'anticipazione diagnostica. Il che vuol dire che il tumore era già esistente e che compare prima». Il problema, quindi, è sostanzialmente culturale, come dimostrano anche altre ricerche della Sigo. Nel 2008 un'indagine tra i giovani evidenziava che più del 50% dei ragazzi riteneva l'educazione sessuale una perdita di tempo, il 31% non considerava la contraccezione sicura come un modo per rispettarsi, e solo il 30% degli intervistati la considerava una responsabilità di entrambi, mentre per ben il 62% si trattava di un compito che coinvolge solo la donna. In questo quadro non meravigli che la pillola anticoncezionale maschile sia ancora così lontana. «Sono stati fatti alcuni tentativi - conclude Garattini - ma non si è ancora arrivati a una formulazione. Purtroppo è vero, esistono problemi culturali e un diverso senso di responsabilità: la donna ha davanti nove mesi di gravidanza, il maschio no».
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Le giovani snobbano la pillola, nonostante risulti efficace nel 93-99% dei casi, per poi vedersi costrette a ricorrere a un vero shock ormonale. Forse non sanno che la farmacologia ha fatto enormi progressi e si è arrivati a progestinici di quarta generazione, come il drospirenone, che, grazie alla sua particolare formulazione, ha effetto contro la ritenzione idrica, quindi non fa ingrassare, anzi. «Al metodo contraccettivo ormonale, in questi cinquant'anni sono stati dedicati molti studi - spiega Silvio Garattini direttore dell'Istituto Mario Negri - L'ultimo ha riguardato oltre 45mila donne. Queste ricerche dimostrano che la pillola riduce la comparsa di tumori del colon-retto, dell'ovaio e dell'utero.Viceversa gli effetti collaterali (problemi trombo-embolici) possono essere ridotti attraverso esami preventivi e controlli periodici. Vi è un dato controverso sul rischio di tumori della mammella, ma si è dimostrato che questo effetto tende a ridursi con la diminuzione delle dosi, e in parte può essere interpretato non tanto come un aumento dell'incidenza, ma piuttosto come un'anticipazione diagnostica. Il che vuol dire che il tumore era già esistente e che compare prima». Il problema, quindi, è sostanzialmente culturale, come dimostrano anche altre ricerche della Sigo. Nel 2008 un'indagine tra i giovani evidenziava che più del 50% dei ragazzi riteneva l'educazione sessuale una perdita di tempo, il 31% non considerava la contraccezione sicura come un modo per rispettarsi, e solo il 30% degli intervistati la considerava una responsabilità di entrambi, mentre per ben il 62% si trattava di un compito che coinvolge solo la donna. In questo quadro non meravigli che la pillola anticoncezionale maschile sia ancora così lontana. «Sono stati fatti alcuni tentativi - conclude Garattini - ma non si è ancora arrivati a una formulazione. Purtroppo è vero, esistono problemi culturali e un diverso senso di responsabilità: la donna ha davanti nove mesi di gravidanza, il maschio no».
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