La cura verde della depressione

18 febbraio 2005
Aggiornamenti e focus, Speciale Depressione

La cura verde della depressione



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Il ruolo dell'iperico nella depressione è da tempo in discussione, gli ultimi studi sembrerebbero, con le dovute cautele, aver accertato un suo ruolo nelle forme meno gravi. Ora arriva uno studio tedesco, pubblicato sul British Medical Journal, che sembrerebbe aver definito una sua azione anche nelle forme più severe. L'annuncio viene dalla Germania, dove l'uso dell'iperico in questa malattia è già assai diffuso, ed è la conferma del fatto che la medicina ufficiale non ha preconcetti verso i farmaci cosiddetti alternativi, purché superino le prove di efficacia.

Lo studio tedesco


La pianta della famiglia delle Ipericacee, conosciuta anche come erba di San Giovanni è stata usata nel passato per la cicatrizzazione delle ferite e delle ustioni; oggi, però, l'estratto ottenuto dalle sommità fiorite ed essiccate dell'iperico è considerato come inibitore dell'enzima MAO e quindi come antidepressivo. L'uso nel Nord Europa è molto diffuso e anche l'interesse dell'industria farmaceutica è crescente. A ciò si deve lo studio tedesco nel quale i ricercatori hanno messo a confronto l'erba con un farmaco anti-depressivo di ultima generazione, la paroxetina, nei casi di depressione da moderata a severa. Nei casi di depressione severa, infatti, secondo i ricercatori, visto l'alto rischio di cronicizzazione, l'estratto della pianta si potrebbe rivelare particolarmente utile in virtù della sua maggiore tollerabilità. Lo studio, randomizzato e a doppio cieco, si è svolto in 21 strutture psichiatriche tedesche e ha riguardato 251 pazienti adulti con una forma di depressione severa. I due gruppi esaminati sono stati trattati con 900 mg/giorno di estratto di iperico, tre volte al giorno o con 20 mg di paroxetina per una volta al giorno, per sei settimane complessive. Quindi i ricercatori hanno valutato le variazioni della scala Hamilton, una delle più utilizzate per classificare la depressione. Nel gruppo in terapia con iperico, il punteggio Hamilton è diminuito in media di 14,4 punti, mentre l'altro gruppo ha sperimentato una riduzione inferiore: 11,4 punti. In termini più semplici la metà dei pazienti trattati con iperico sono migliorati contro un terzo di quelli che hanno utilizzato il farmaco. Non solo. La paroxetina ha determinato più effetti collaterali, in particolare a carico dello stomaco. I ricercatori hanno così concluso che l'iperico può essere una buona alternativa alle terapie anti-depressive standard nelle forme sia moderate sia severe. Gli osservatori inglesi, che hanno commentato lo studio alla BBC, hanno, comunque, invitato alla cautela, sia per l'entità dello studio, non così rilevante dicono, sia per le incertezze ancora sussistenti sul rimedio fitoterapico. Non è ancora chiaro, infatti, quale sia la dose appropriata e quali i potenziali effetti collaterali per interazione con altri farmaci. Ragion per cui l'erba di San Giovanni non è raccomandata dal National Institute for Clinical Excellence britannico. E lo studio tedesco, stando ai commentatori non cambierebbe le cose.

Marco Malagutti



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