09 aprile 2004
Aggiornamenti e focus
Prevenzione
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Per la scuola medica salernitana, i cui scritti sono il primo testo di clinica medica italiani, le noci andavano consumate con attenzione. Dopo 1200 anni o giù di lì, un rovesciamento di fronte: la noce è uno dei non moltissimi alimenti medicina, come prova uno studio spagnolo pubblicato da Circulation, rivista statunitense di cardiologia. Il frutto, una volta inserito stabilmente nella dieta, determinerebbe una riduzione delle patologie cardiovascolari, principalmente per la sua azione anti-aterosclerotica. Il fatto è che nella noce si ritrovano alcune sostanze, presenti anche in altri alimenti, dotate di due effetti complementari. In primo luogo un acido grasso insaturo del gruppo degli omega-3, l'acido alfa linolenico, e poi un certo numero di antiossidanti.
I ricercatori hanno messo a confronto, in un gruppo di persone con livelli di colesterolo elevati, uomini e donne, due regimi alimentari diversi: la dieta mediterranea standard (verdure, olio di oliva e amidi) e una dieta in cui circa un terzo delle calorie fornite dai grassi monoinsaturi, cioè in pratica l'olio d'oliva, erano forniti dalle noci. Lo studio era di tipo crossover, vale a dire che dopo un certo periodo le persone che seguivano la dieta mediterranea passavano a quella comprendente le noci e viceversa. Numerosi i parametri studiati: i due principali erano la colesterolemia, ma con qualche dettaglio in più rispetto all'esame standard, e la funzionalità endoteliale, cioè la capacità del vaso arterioso di dilatarsi in risposta al flusso sanguigno. Questo parametro è importante, perché quanto maggiore è la funzionalità dell'endotelio, tanto minore è il rischio di occlusioni del vaso e uno degli effetti dell'aterosclerosi è appunto rendere meno elastica l'arteria. Per controllare gli effetti sull'endotelio, al campione veniva misurata con un'apparecchiatura a ultrasuoni la variazione della dilatazione dell'arteria brachiale. In aggiunta si sono valutati anche gli altri marker di rischio cardiovascolare: omocisteina, proteina-C reattiva e le sostanze che si producono come risposta all'ossidazione. Infatti nella genesi della placca aterosclerotica e dei trombi ha un ruolo anche l'ossidazione del colesterolo cattivo (LDL).
Al termine dello studio si è visto che pur essendoci senz'altro un ruolo protettivo della tradizionale dieta mediterranea, l'aggiunta delle noci faceva una differenza, sia nella riduzione della colesterolemia, ma soprattutto nel miglioramento della dilatazione delle arterie dovuta specificamente all'endotelio e nei livelli delle lipropteine LDL contenenti gamma-tocoferolo, uno degli antiossidanti apportati dalla noce. Questo significa che le LDL avevano meno probabilità di ossidarsi. Insomma, se anche la pasta pomodoro può ridurre la colesterolemia, mangiare le noci migliora anche il funzionamento dei vasi, quindi c'è un vantaggio in più. Gli autori dello studio, comunque, sottolineano che è proprio la noce in sé a svolgere questi effetti e quindi non c'è bisogno di attendere lo sviluppo di farmaci basati su questo o quel componente del frutto. Come nel caso della soia, non è questo o quel componente a funzionare è l'unione che fa la forza...
Maurizio Lucchinelli
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Noce contro olio di oliva
I ricercatori hanno messo a confronto, in un gruppo di persone con livelli di colesterolo elevati, uomini e donne, due regimi alimentari diversi: la dieta mediterranea standard (verdure, olio di oliva e amidi) e una dieta in cui circa un terzo delle calorie fornite dai grassi monoinsaturi, cioè in pratica l'olio d'oliva, erano forniti dalle noci. Lo studio era di tipo crossover, vale a dire che dopo un certo periodo le persone che seguivano la dieta mediterranea passavano a quella comprendente le noci e viceversa. Numerosi i parametri studiati: i due principali erano la colesterolemia, ma con qualche dettaglio in più rispetto all'esame standard, e la funzionalità endoteliale, cioè la capacità del vaso arterioso di dilatarsi in risposta al flusso sanguigno. Questo parametro è importante, perché quanto maggiore è la funzionalità dell'endotelio, tanto minore è il rischio di occlusioni del vaso e uno degli effetti dell'aterosclerosi è appunto rendere meno elastica l'arteria. Per controllare gli effetti sull'endotelio, al campione veniva misurata con un'apparecchiatura a ultrasuoni la variazione della dilatazione dell'arteria brachiale. In aggiunta si sono valutati anche gli altri marker di rischio cardiovascolare: omocisteina, proteina-C reattiva e le sostanze che si producono come risposta all'ossidazione. Infatti nella genesi della placca aterosclerotica e dei trombi ha un ruolo anche l'ossidazione del colesterolo cattivo (LDL).
Arterie più elastiche
Al termine dello studio si è visto che pur essendoci senz'altro un ruolo protettivo della tradizionale dieta mediterranea, l'aggiunta delle noci faceva una differenza, sia nella riduzione della colesterolemia, ma soprattutto nel miglioramento della dilatazione delle arterie dovuta specificamente all'endotelio e nei livelli delle lipropteine LDL contenenti gamma-tocoferolo, uno degli antiossidanti apportati dalla noce. Questo significa che le LDL avevano meno probabilità di ossidarsi. Insomma, se anche la pasta pomodoro può ridurre la colesterolemia, mangiare le noci migliora anche il funzionamento dei vasi, quindi c'è un vantaggio in più. Gli autori dello studio, comunque, sottolineano che è proprio la noce in sé a svolgere questi effetti e quindi non c'è bisogno di attendere lo sviluppo di farmaci basati su questo o quel componente del frutto. Come nel caso della soia, non è questo o quel componente a funzionare è l'unione che fa la forza...
Maurizio Lucchinelli
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