12 marzo 2004
Aggiornamenti e focus
Ingrassare dalla rabbia
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L'approccio al controllo del peso è diventato più che mai multidisciplinare; diete da fame e tabelle di esercizi da caserma non sono più considerati l'unico strumento efficace, anzi. Il paziente obeso è oggi considerato un soggetto complesso e tale deve essere anche il modo con cui si affronta il suo problema. Il trattamento quindi non potrà limitarsi a prevedere solo un semplice regime dietetico ipocalorico. Anche perché lo scopo è ottenere una riduzione della massa grassa e dei fattori di rischio cardiovascolare e dismetabolico a essa correlati e mantenere i risultati nel tempo.
La complessità emerge già in fase di diagnosi. Devono essere valutati, oltre al peso e agli indici a esso correlati, altri fattori come per esempio il comportamento alimentare, la composizione corporea (quota e distribuzione della massa grassa) e della funzionalità d'organo (correlata all'aumento della massa grassa). Ma non è finita qui perché i dati presentati alla 44esima conferenza annuale su Cardiovascular Disease Epidemiology and Prevention della American Heart Association, indica nuovi "fattori di rischio" nelle fasce di età più giovani. I ricercatori americani dell'Health Science Center dell'Università del Texas hanno seguito per tre anni un gruppo di 160 adolescenti, maschi e femmine, tra 14 e 17 anni, controllando periodicamente il loro indice di massa corporea. I ragazzi si sono anche sottoposti a un test di valutazione dell'esperienza, dell'espressione e del controllo della rabbia (State-Trait Anger Expression Inventory, STAXI). Sono stati individuati diversi punteggi che definivano il modo in cui il soggetto gestiva la propria rabbia. I comportamenti ricadevano nel punteggio "anger in" se non c'era la manifestazione delle emozioni rabbiose, magari per paura di ciò che gli altri avrebbero pensato; per contro gli "anger out" esternavano gridando, sbattendo le porte o assumendo atteggiamenti aggressivi. Il punteggio "anger control" indicava invece persone capaci di esprimere i sentimenti in modo maturo e sano. Sommando il punteggio "anger in" e "anger out" e dividendo per il punteggio "anger control" si otteneva una valutazione della "anger expression".
I ricercatori hanno notato che le abitudini comportamentali dei ragazzi esaminati rimanevano pressoché invariate nel tempo, ma anche che erano correlate con il loro peso corporeo. In particolare chi aveva un punteggio di controllo della rabbia alto risultava avere un basso indice di massa corporea. I comportamenti estremi di espressione o di repressione del sentimento rabbioso erano invece associati al sovrappeso. Questa associazione era più marcata nelle ragazze.
I soggetti che raggiungevano il punteggio "anger control" erano coscienti dei propri sentimenti e della propria rabbia ed erano in grado di esprimerli in modo appropriato e non dannoso e tendevano a mantenere il loro normopeso.
Si allargano quindi i confini del quadro che descrive un giovane paziente che deve perdere peso, che va a includere anche gli aspetti sociologici del problema in quanto strettamente legati. E' importante verificare se è in grado di risolvere lo stress interpersonale e gestire i conflitti. In mancanza di tale controllo, il cortisolo, un ormone rilasciato durante la risposta fisiologica allo stress può mantenersi a livelli elevati stimolando un eccessivo metabolismo di grassi e carboidrati, il rilascio di insulina e l'aumento dell'appetito.
Simona Zazzetta
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Pazienti difficili
La complessità emerge già in fase di diagnosi. Devono essere valutati, oltre al peso e agli indici a esso correlati, altri fattori come per esempio il comportamento alimentare, la composizione corporea (quota e distribuzione della massa grassa) e della funzionalità d'organo (correlata all'aumento della massa grassa). Ma non è finita qui perché i dati presentati alla 44esima conferenza annuale su Cardiovascular Disease Epidemiology and Prevention della American Heart Association, indica nuovi "fattori di rischio" nelle fasce di età più giovani. I ricercatori americani dell'Health Science Center dell'Università del Texas hanno seguito per tre anni un gruppo di 160 adolescenti, maschi e femmine, tra 14 e 17 anni, controllando periodicamente il loro indice di massa corporea. I ragazzi si sono anche sottoposti a un test di valutazione dell'esperienza, dell'espressione e del controllo della rabbia (State-Trait Anger Expression Inventory, STAXI). Sono stati individuati diversi punteggi che definivano il modo in cui il soggetto gestiva la propria rabbia. I comportamenti ricadevano nel punteggio "anger in" se non c'era la manifestazione delle emozioni rabbiose, magari per paura di ciò che gli altri avrebbero pensato; per contro gli "anger out" esternavano gridando, sbattendo le porte o assumendo atteggiamenti aggressivi. Il punteggio "anger control" indicava invece persone capaci di esprimere i sentimenti in modo maturo e sano. Sommando il punteggio "anger in" e "anger out" e dividendo per il punteggio "anger control" si otteneva una valutazione della "anger expression".
Rabbiosi e sovrappeso
I ricercatori hanno notato che le abitudini comportamentali dei ragazzi esaminati rimanevano pressoché invariate nel tempo, ma anche che erano correlate con il loro peso corporeo. In particolare chi aveva un punteggio di controllo della rabbia alto risultava avere un basso indice di massa corporea. I comportamenti estremi di espressione o di repressione del sentimento rabbioso erano invece associati al sovrappeso. Questa associazione era più marcata nelle ragazze.
I soggetti che raggiungevano il punteggio "anger control" erano coscienti dei propri sentimenti e della propria rabbia ed erano in grado di esprimerli in modo appropriato e non dannoso e tendevano a mantenere il loro normopeso.
Si allargano quindi i confini del quadro che descrive un giovane paziente che deve perdere peso, che va a includere anche gli aspetti sociologici del problema in quanto strettamente legati. E' importante verificare se è in grado di risolvere lo stress interpersonale e gestire i conflitti. In mancanza di tale controllo, il cortisolo, un ormone rilasciato durante la risposta fisiologica allo stress può mantenersi a livelli elevati stimolando un eccessivo metabolismo di grassi e carboidrati, il rilascio di insulina e l'aumento dell'appetito.
Simona Zazzetta
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