23 luglio 2010
Aggiornamenti e focus
Al lavoro dopo il tumore al seno
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Le donne che hanno superato il tumore al seno, si sentono bene e ritengono di essere state seguite in modo più che positivo, tuttavia l'aspetto psicologico risulta indebolito. Il 30% si sente meno femminile, circa il 20% rileva cambiamenti nella propria situazione familiare e nei rapporti sociali, sei su dieci hanno vissuto sulla loro pelle un periodo di depressione. E il 65% fa i conti con un incubo: ammalarsi di nuovo. L'analisi è stata promossa dall'Associazione ricerca ed educazione in oncologia (Areo) e ha coinvolto, tra ottobre 2009 a maggio 2010, 150 ex pazienti, a 5 e 10 anni dalla diagnosi, curate in tre centri oncologici d'eccellenza: il Dipartimento di oncologia dell'università di Modena e Reggio Emilia, quello dell'Irccs Regina Elena di Roma, oltre alla Divisione di oncologia dell'Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova. La maggioranza delle donne colpite torna a lavoro e solo il 4% ha perso la propria occupazione nel periodo della terapia. Oltre il 50%, al rientro, ha scelto di mantenere il tempo pieno e appena il 10% ha subito una riduzione dello stipendio. Tra le donne in età fertile il desiderio è compromesso in un'alta percentuale (il 34% a meno di 10 anni della diagnosi). E solo il 16% prende in considerazione l'idea di una gravidanza. «Eppure oggi sappiamo che non esistono controindicazioni alla maternità dopo questa malattia - commenta Francesco Cognetti, del Dipartimento di oncologia dell'Irccs Regina Elena - la preservazione della capacità riproduttiva rappresenta una delle nuove priorità per gli oncologi, sempre più preoccupati non solo di sconfiggere il tumore ma di garantire una miglior qualità di vita alle proprie pazienti».
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