Carnagione scura non ripara dal melanoma

26 agosto 2010
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Carnagione scura non ripara dal melanoma



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Il melanoma non è una prerogativa dei soggetti con la pelle bianca, ma può interessare, seppure in misura minore, anche chi ha la pelle più o meno scura. Lo dimostra uno studio che ha confrontato i database dei casi di tumore in Florida e in tutti gli Stati Uniti. La Florida rappresenta uno stato particolare a causa della composizione dei suoi abitanti (un quinto sono ispanici, il 16% neri) e per gli alti livelli di radiazioni solari. La ricerca, che ha valutato una popolazione di 109.633 pazienti con melanoma invasivo registrato tra gli anni 1992-2004, ha fornito risultati interessanti. Per quanto riguarda gli uomini, gli ispanici che vivono in Florida hanno un 20% in più di probabilità di sviluppare melanoma in confronto agli ispanici residenti in altri stati Usa, con percentuali di crescita analoghe a quelle della popolazione bianca (+3% annuo). I neri che vivono in Florida hanno lo stesso rischio se paragonati all'intera popolazione nera statunitense, mentre nei banchi che vivono in Florida il tumore della pelle colpisce meno rispetto alla popolazione bianca nel suo complesso. Dati contrastanti emergono invece nel sesso femminile: a fronte di un 60% in più di rischio di melanoma nelle donne nere che risiedono in Florida rispetto al resto degli Usa, la percentuale è del 30% in meno nelle ispaniche della Florida se confrontato con il dato nazionale.«Questi risultati portano ad almeno due importanti considerazioni», sottolinea Melody Eide, ricercatrice dell'Henry Ford Hospital di Detroit ed esperta di problemi relativi alla composizione etnica della popolazione statunitense. «Il primo è che il melanoma rappresenta un rischio anche per i soggetti non bianchi, sebbene colpisca con percentuali nettamente più basse. Il secondo è che ritenersi immuni soltanto perché si ha la carnagione scura rappresenta un serio pericolo: nei soggetti non bianchi, la diagnosi di melanoma viene spesso stilata tardi, aumentando la probabilità di decesso per questa forma tumorale».

Arch Dermatol 2010; 146 (7): 741-746



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