17 settembre 2010
Interviste
Internet e figli, consigli per genitori apprensivi
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Un tempo l'evento che i genitori attendevano con maggiore ansia era il giorno in cui il figlio o la figlia si sarebbe conquistato il diritto al primo sabato sera da soli: chissà dove va, chissà chi incontra, chissà se torna a casa entro l'ora consigliata. Oggi, invece, a preoccupare di più mamme e papà sembra essere la prima escursione del loro bambino in una chat o in un social network, da Facebook a Twitter. Questo almeno è quanto riportano gli esperti, quelli ai quali i genitori confidano quotidianamente preoccupazioni e timori. È il caso dell'Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, che nel tentativo di orientare e consigliare le famiglie ha pubblicato sul suo sito, un articolo di Stefano Vicari, direttore dell'Unità operativa di neuropsichiatria infantile. Dica33 lo ha intervistato.
Professore, perché una pagina web di consigli e suggerimenti ai genitori?
Capita sempre più di frequente che mamme e papà ci chiedano quale comportamento adottare nei confronti dei loro ragazzi che navigano o frequentano i social network. È evidente che dietro c'è spesso preoccupazione, per i pericoli che si possono incontrare in rete oppure per il tempo che si dedica a chattare, un'attività considerata sovente una semplice distrazione.
Il suo primo consiglio è: evitate di rovistare nel computer di vostro figlio quando lui non c'è oppure di intrufolarvi tra le sue amicizie con una falsa identità al solo scopo di sorvegliarlo.
È così. Se il bambino o l'adolescente fa fatica a dialogare con i genitori, non ci si può aspettare che accetti senza difficoltà il fatto di essere osservato attraverso la rete. Nessun ragazzo rivela completamente il contenuto delle sue relazioni ai genitori, neanche quando per comunicare con gli amici si usava il telefono. Spiarlo significa violare la sua privacy. E poi vorrei tranquillizzare: ogni generazione di adolescenti che si affaccia sul mondo circostante ha dovuto affrontare la sua dose di pericoli, tra presente e passato non vedo differenze enormi. È vero che forse oggi i giovani sono protetti da una rete sociale meno fitta - i nonni sono meno presenti di un tempo, quasi dappertutto lavorano entrambi i genitori - ma non credo che la famiglia sia in crisi come talvolta si legge.
E allora che cosa fare per capire se nostro figlio sa viaggiare in rete senza farsi ammaliare da cattive compagnie?
L'approccio migliore rimane ancora una volta quello di creare una relazione solida tra genitore e figlio, che faccia capire all'adolescente che papà e mamma sono lì a disposizione per aiutarli quando su Internet o sui social network si creano situazioni che inquietano o colgono alla sprovvista. Ciò significa instaurare una rapporto di fiducia tra genitore e figlio, che faccia sentire l'adolescente accolto e non giudicato. Demonizzare il Web sarebbe un grave errore, io ritengo che si tratti di una risorsa importante che i nostri figli devono assolutamente conoscere. L'importante è fargli capire che in questa esperienza non sono soli.
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Professore, perché una pagina web di consigli e suggerimenti ai genitori?
Capita sempre più di frequente che mamme e papà ci chiedano quale comportamento adottare nei confronti dei loro ragazzi che navigano o frequentano i social network. È evidente che dietro c'è spesso preoccupazione, per i pericoli che si possono incontrare in rete oppure per il tempo che si dedica a chattare, un'attività considerata sovente una semplice distrazione.
Il suo primo consiglio è: evitate di rovistare nel computer di vostro figlio quando lui non c'è oppure di intrufolarvi tra le sue amicizie con una falsa identità al solo scopo di sorvegliarlo.
È così. Se il bambino o l'adolescente fa fatica a dialogare con i genitori, non ci si può aspettare che accetti senza difficoltà il fatto di essere osservato attraverso la rete. Nessun ragazzo rivela completamente il contenuto delle sue relazioni ai genitori, neanche quando per comunicare con gli amici si usava il telefono. Spiarlo significa violare la sua privacy. E poi vorrei tranquillizzare: ogni generazione di adolescenti che si affaccia sul mondo circostante ha dovuto affrontare la sua dose di pericoli, tra presente e passato non vedo differenze enormi. È vero che forse oggi i giovani sono protetti da una rete sociale meno fitta - i nonni sono meno presenti di un tempo, quasi dappertutto lavorano entrambi i genitori - ma non credo che la famiglia sia in crisi come talvolta si legge.
E allora che cosa fare per capire se nostro figlio sa viaggiare in rete senza farsi ammaliare da cattive compagnie?
L'approccio migliore rimane ancora una volta quello di creare una relazione solida tra genitore e figlio, che faccia capire all'adolescente che papà e mamma sono lì a disposizione per aiutarli quando su Internet o sui social network si creano situazioni che inquietano o colgono alla sprovvista. Ciò significa instaurare una rapporto di fiducia tra genitore e figlio, che faccia sentire l'adolescente accolto e non giudicato. Demonizzare il Web sarebbe un grave errore, io ritengo che si tratti di una risorsa importante che i nostri figli devono assolutamente conoscere. L'importante è fargli capire che in questa esperienza non sono soli.
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