22 novembre 2024
Farmaci - Tachifene
Tachifene 500 mg/150 mg 16 compresse rivestite con film
Tags:
Tachifene 500 mg/150 mg 16 compresse rivestite con film è un medicinale soggetto a prescrizione medica (classe C), a base di paracetamolo + ibuprofene, appartenente al gruppo terapeutico Analgesici antipiretici. E' commercializzato in Italia da Angelini Pharma S.p.A
INDICE SCHEDA
- INFORMAZIONI GENERALI
- CONFEZIONI DISPONIBILI IN COMMERCIO
- FOGLIETTO ILLUSTRATIVO (PDF)
- INDICAZIONI TERAPEUTICHE
- CONTROINDICAZIONI
- AVVERTENZE E PRECAUZIONI D'USO
- INTERAZIONI
- POSOLOGIA E MODO DI SOMMINISTRAZIONE
- SOVRADOSAGGIO
- GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
- GUIDA DI VEICOLI E USO DI MACCHINARI
- PRINCIPIO ATTIVO
- ECCIPIENTI
- SCADENZA E CONSERVAZIONE
- NATURA E CONTENUTO DEL CONTENITORE
- PATOLOGIE CORRELATE
INFORMAZIONI GENERALI
TITOLARE:
Angelini Pharma S.p.AMARCHIO
TachifeneCONFEZIONE
500 mg/150 mg 16 compresse rivestite con filmFORMA FARMACEUTICA
compresse rivestite
PRINCIPIO ATTIVO
paracetamolo + ibuprofene
GRUPPO TERAPEUTICO
Analgesici antipiretici
CLASSE
C
RICETTA
medicinale soggetto a prescrizione medica
PREZZO
8,20 €
CONFEZIONI DISPONIBILI IN COMMERCIO
Confezioni e formulazioni di Tachifene disponibili in commercio:
- tachifene 500 mg/150 mg 16 compresse rivestite con film (scheda corrente)
FOGLIETTO ILLUSTRATIVO (PDF)
SCARICA IL PDF DEL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO (AIFA)
Foglietto illustrativo Tachifene »
N.B. Alcuni PDF potrebbero non essere disponibili
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
A cosa serve Tachifene? Perchè si usa?
Per il trattamento temporaneo del dolore associato a: cefalea, emicrania, mal di schiena, dolori mestruali, mal di denti, dolori muscolari, sintomi influenzali e da raffreddamento, mal di gola e febbre.
CONTROINDICAZIONI
Quando non dev'essere usato Tachifene?
Il prodotto è controindicato:
- nei pazienti con reazioni di ipersensibilità nota al paracetamolo, all'ibuprofene, ad altri FANS o ad uno qualsiasi degli eccipienti;
- nei pazienti con alcolismo, in quanto l'ingestione cronica di quantità eccessive di alcool può predisporre i pazienti a epatotossicità (a causa del contenuto di paracetamolo);
- nei pazienti che hanno manifestato asma, orticaria o reazioni allergiche dopo l'assunzione di acido acetilsalicilico o di altri FANS;
- nei pazienti con anamnesi positiva o attualmente affetti da sanguinamento gastrointestinale o ulcera peptica;
- nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca severa (IV classe NYHA), epatica o renale (vedere paragrafo 4.4);
- nei pazienti affetti da sanguinamento cerebrovascolare o altro sanguinamento attivo;
- nei pazienti affetti da disturbi dell'emopoiesi;
- durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6).
AVVERTENZE E PRECAUZIONI D'USO
Cosa serve sapere prima di prendere Tachifene?
Compromissione epatica
L'assunzione di paracetamolo in dosi superiori a quelle raccomandate può provocare epatotossicità e persino insufficienza epatica e morte. Inoltre i pazienti con compromissione della funzionalità epatica o storia di epatopatie oppure quelli sottoposti a terapie a lungo termine con ibuprofene o paracetamolo devono essere sottoposti regolarmente a un monitoraggio della funzionalità epatica, in quanto è stato segnalato un effetto lieve e transitorio dell'ibuprofene sugli enzimi epatici.
Sebbene siano rare, con l'uso di ibuprofene così come di altri FANS, sono state riportate reazioni epatiche gravi, inclusi ittero e casi di epatite fatale. Se i valori degli esami epatici risultano persistentemente alterati o peggiorati, se si sviluppano segni clinici e sintomi riconducibili a epatopatia o se si verificano manifestazioni sistemiche (ad es. eosinofilia, rash, ecc.), il trattamento con ibuprofene deve essere interrotto. È stato evidenziato che entrambi i principi attivi, ma in particolare il paracetamolo, causano epatotossicità e anche insufficienza epatica.
I pazienti che consumano regolarmente quantità di alcool in eccesso rispetto a quelle raccomandate non devono assumere questo medicinale.
Compromissione renale
Il paracetamolo può essere utilizzato senza alcun aggiustamento del dosaggio nei pazienti affetti da nefropatie croniche. Il rischio di tossicità del paracetamolo nei pazienti affetti da insufficienza renale da moderata a severa è minimo. Tuttavia, a causa del contenuto di ibuprofene, si raccomanda cautela quando si inizia il trattamento con ibuprofene in pazienti disidratati. I due metaboliti principali dell'ibuprofene vengono eliminati prevalentemente con le urine e la compromissione della funzionalità renale può provocarne l'accumulo. Non si conosce la rilevanza di questo dato. È stato evidenziato che i FANS causano nefrotossicità in varie forme: nefrite interstiziale, sindrome nefritica e insufficienza renale. La compromissione renale derivante dall'uso di ibuprofene è generalmente reversibile. Nei pazienti affetti da compromissione renale, cardiaca o epatica, in quelli che assumono diuretici e ACE-inibitori e negli anziani, è necessaria una particolare attenzione poichè l'uso di farmaci antinfiammatori non steroidei può provocare deterioramento della funzionalità renale. In questi pazienti la dose deve essere più bassa possibile ed è necessario monitorare la funzionalità renale.
Uso combinato di ACE-inibitori o antagonisti del recettore dell'angiotensina, farmaci antinfiammatori e diuretici tiazidici
L'uso concomitante di un farmaco che inibisce l'ACE (ACE-inibitore o antagonista del recettore dell'angiotensina), di un farmaco antinfiammatorio (FANS o inibitore della COX-2) e di un diuretico tiazidico aumenta il rischio di compromissione renale (sono inclusi i prodotti a combinazione fissa che contengono più di una classe di farmaci). L'uso combinato di questi medicinali deve essere accompagnato da un più attento monitoraggio della creatinina sierica, in particolare all'inizio dell'assunzione concomitante. La combinazione di farmaci di queste tre classi deve essere utilizzata con cautela, in particolare nei pazienti anziani o in quelli con compromissione renale preesistente.
Anziani
Per i pazienti anziani che devono essere sottoposti a una terapia a base di paracetamolo non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio indicato. Se la terapia deve essere seguita per oltre 10 giorni, i pazienti devono consultare il medico per il monitoraggio delle loro condizioni di salute; non è tuttavia necessaria alcuna riduzione del dosaggio raccomandato. Si deve comunque prestare attenzione all'uso di ibuprofene, il quale non deve essere preso da adulti di età superiore ai 65 anni senza considerare le comorbilità e gli altri medicinali concomitanti, a causa di un maggiore rischio di effetti avversi, in particolare insufficienza cardiaca, ulcera gastrointestinale e compromissione renale.
Effetti ematologici
Raramente sono state segnalate discrasie ematiche. I pazienti sottoposti a terapie a lungo termine con ibuprofene devono sottoporsi a monitoraggio ematologico regolare.
Difetti della coagulazione
L'ibuprofene, come altri FANS, può inibire l'aggregazione piastrinica. È stato dimostrato che nei soggetti normali l'ibuprofene prolunga il tempo di sanguinamento (che resta comunque nel range di normalità). Dal momento che l'effetto di prolungamento del sanguinamento può risultare aumentato in pazienti con concomitanti difetti dell'emostasi, i prodotti contenenti ibuprofene devono essere utilizzati con cautela nei soggetti con difetti intrinseci della coagulazione e in quelli sottoposti a terapie anticoagulanti.
Eventi gastrointestinali
Con l'uso di FANS sono state riscontrate ulcere, perforazione o abbondante sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore. I rischi aumentano in modo proporzionale alla dose e alla durata del trattamento e sono più comuni nei pazienti di età superiore ai 65 anni. Alcuni pazienti manifestano dispepsia, bruciore di stomaco, nausea, gastralgia o diarrea. Questi rischi sono minimi quando il prodotto viene utilizzato per pochi giorni e alle dosi prescritte.
I prodotti contenenti ibuprofene devono essere utilizzati con cautela, alla dose minima efficace e per il minor tempo possibile nei pazienti con storia di emorragia o ulcera gastrointestinale, in quanto la loro condizione potrebbe aggravarsi.
A causa del contenuto di ibuprofene, questo medicinale deve essere somministrato con cautela ai pazienti con storia di patologie gastrointestinali (colite ulcerosa, morbo di Crohn) e ai pazienti affetti da porfiria e varicella.
L'assunzione di questo prodotto deve essere interrotta in caso di evidenze riconducibili a sanguinamento gastrointestinale.
Anche l'uso concomitante di acido acetilsalicilico e FANS aumenta il rischio di eventi avversi gastrointestinali seri.
Eventi trombotici cardiovascolari
Studi clinici suggeriscono che l'uso di ibuprofene, specialmente ad alte dosi (2400 mg/die), può essere associato a un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (es. infarto del miocardio o ictus). In generale, gli studi epidemiologici non suggeriscono che basse dosi di ibuprofene (es. ≤ 1200 mg/die) siano associate a un aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi.
I rischi sono descritti come minimi alle dosi giornaliere massime pari a 1200 mg di ibuprofene. La dose massima giornaliera raccomandata per questo medicinale è 900 mg.
(La revisione dell'Agenzia Europea per i Medicinali stabilisce la positività del rapporto beneficio-rischio dei FANS non selettivi, ottobre 2006)
Anche i pazienti affetti da patologie cardiovascolari o con fattori di rischio per malattie cardiovascolari possono essere maggiormente a rischio. Per ridurre al minimo il potenziale rischio di eventi avversi cardiovascolari nei pazienti che assumono un FANS, in particolare in quelli con fattori di rischio cardiovascolare, è necessario utilizzare la dose minima efficace per il minor tempo possibile.
I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia (II-III classe NYHA), cardiopatia ischemica accertata, malattia arteriosa periferica e/o malattia cerebrovascolare devono essere trattati con ibuprofene soltanto dopo attenta considerazione e si devono evitare dosi elevate (2400 mg/die).
Attenta considerazione deve essere esercitata anche prima di avviare al trattamento a lungo termine i pazienti con fattori di rischio per eventi cardiovascolari (es. ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, abitudine al fumo di sigaretta), soprattutto se sono necessarie dosi elevate (2400 mg/die) di ibuprofene.
Ipertensione:
I FANS possono provocare l'insorgenza di ipertensione o il peggioramento di una ipertensione preesistente. I pazienti che assumono medicinali antipertensivi in concomitanza con FANS potrebbero essere soggetti a una riduzione della risposta antipertensiva. Si consiglia cautela nella prescrizione di FANS ai pazienti affetti da ipertensione. È necessario monitorare attentamente la pressione arteriosa all'inizio del trattamento con i FANS e successivamente a intervalli regolari.
Insufficienza cardiaca
Sono stati osservati ritenzione di liquidi ed edema in alcuni pazienti che assumono FANS, pertanto si consiglia cautela nel trattamento di pazienti affetti da ritenzione di liquidi o insufficienza cardiaca.
Reazioni cutanee gravi
Molto raramente i FANS possono causare eventi avversi cutanei gravi, quali dermatite esfoliativa, necrolisi epidermica tossica (NET) e sindrome di Stevens-Johnson (SJS), che possono essere fatali e manifestarsi senza alcun preavviso. Questi eventi avversi seri sono idiosincrasici ed indipendenti dalla dose o dalla durata di utilizzo del prodotto. I pazienti devono essere informati dei segnali e dei sintomi tipici delle reazioni cutanee gravi e della necessità di consultare il medico alla prima comparsa di rash cutaneo o di qualsiasi altro segnale di ipersensibilità.
Asma preesistente
I prodotti contenenti ibuprofene non devono essere somministrati a pazienti con asma allergica da acido acetilsalicilico e devono essere utilizzati con cautela nei pazienti affetti da asma preesistente.
Effetti oftalmici
Con l'uso di FANS sono stati osservati effetti avversi di tipo oftalmico, di conseguenza i pazienti che manifestano disturbi della vista durante il trattamento con prodotti contenenti ibuprofene devono essere sottoposti a un esame oculistico.
Meningite asettica
Solo raramente la meningite asettica è stata segnalata in relazione a prodotti contenenti ibuprofene, generalmente (ma non sempre) in pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico (LES) o altre patologie del tessuto connettivo.
Potenziali interferenze con le analisi di laboratorio
Il paracetamolo non interferisce con i risultati delle analisi di laboratorio se effettuate con gli attuali sistemi di analisi. Tuttavia vi sono alcuni metodi che potrebbero subire tale interferenza, come indicato di seguito.
Analisi delle urine:
Il paracetamolo in dosi terapeutiche può interferire con la determinazione dell'acido 5-idrossiindolacetico (5HIAA), causando risultati falsi positivi. La possibilità di errori può essere eliminata evitando l'assunzione di paracetamolo alcune ore prima e durante la raccolta del campione di urine.
Mascheramento dei segni di infezione
Questo prodotto, come altri farmaci della stessa classe contenenti ibuprofene, riducendo la febbre, potrebbe mascherare i classici segni di infezione.
Precauzioni speciali
Al fine di evitare un aggravamento della patologia o l'insufficienza surrenalica, i pazienti sottoposti a terapia cronica a base di corticosteroidi devono sospenderla in modo graduale (e non improvviso) quando al loro programma terapeutico vengono aggiunti prodotti contenenti ibuprofene.
Vi sono alcune evidenze del fatto che gli inibitori della ciclo-ossigenasi e/o della sintesi delle prostaglandine possono compromettere la fertilità femminile agendo sull'ovulazione. Questa condizione è reversibile con l'interruzione del trattamento.
Una compressa rivestita con film contiene 3,81 mg di lattosio, per un totale di 22,86 mg di lattosio per dose giornaliera massima raccomandata. I pazienti affetti da rari problemi ereditari d'intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè essenzialmente “senza sodio“.
INTERAZIONI
Quali farmaci, principi attivi o alimenti possono interagire con l'effetto di Tachifene?
Per il paracetamolo sono state rilevate le seguenti interazioni con altri medicinali:
- farmaci anticoagulanti (warfarin) - può essere necessaria una riduzione del dosaggio se il paracetamolo e gli anticoagulanti vengono assunti per un periodo di tempo prolungato.
- l'assorbimento del paracetamolo è incrementato dalle sostanze che favoriscono lo svuotamento gastrico, ad esempio la metoclopramide.
- l'assorbimento del paracetamolo è ridotto dalle sostanze che riducono lo svuotamento gastrico, ad esempio la propantelina, gli antidepressivi con proprietà anticolinergiche e gli analgesici narcotici.
- il paracetamolo può aumentare le concentrazioni plasmatiche di cloramfenicolo.
- il rischio di tossicità del paracetamolo può essere maggiore nei pazienti che assumono altri farmaci potenzialmente epatotossici o gli induttori degli enzimi microsomiali epatici, come l'alcool o gli anticonvulsivanti.
- la somministrazione concomitante di probenecid può influire sull'escrezione del paracetamolo e alterarne le concentrazioni plasmatiche.
- la colestiramina riduce l'assorbimento del paracetamolo se viene somministrata entro 1 ora dalla sua assunzione.
- nei pazienti sottoposti a trattamento con isoniazide in monoterapia o con altri farmaci per la tubercolosi è stata segnalata epatotossicità grave a dosi terapeutiche o con sovradosaggi moderati di paracetamolo.
- dopo l'uso di paracetamolo in un paziente che assumeva zidovudina e cotrimossazolo si è verificata epatotossicità grave.
- anticoagulanti, compreso il warfarin: l'ibuprofene interferisce con la stabilità dell'INR e può aumentare il rischio di sanguinamento grave e in alcuni casi di emorragia fatale, in particolare a carico del tratto gastrointestinale. I pazienti che assumono warfarin possono assumere ibuprofene soltanto se assolutamente necessario e sotto stretto monitoraggio.
- l'ibuprofene può ridurre la clearance renale e aumentare la concentrazione plasmatica del litio.
- l'ibuprofene può ridurre l'effetto antipertensivo degli ACE-inibitori, dei beta-bloccanti e dei diuretici e causare natriuresi e iperkaliemia nei pazienti sottoposti a questi trattamenti.
- l'ibuprofene riduce la clearance del metotrexato.
- l'ibuprofene può aumentare i livelli plasmatici di glicosidi cardiaci.
- l'ibuprofene può aumentare il rischio di sanguinamento gastrointestinale, in particolare se assunto con corticosteroidi.
- l'ibuprofene può prolungare il tempo di sanguinamento nei pazienti trattati con zidovudina.
- l'ibuprofene può anche interagire con il probenecid, i medicinali antidiabetici e la fenitoina.
- l'ibuprofene può anche interagire con il tacrolimus, la ciclosporina, le sulfaniluree e gli antibiotici chinolonici.
La somministrazione concomitante di ibuprofene e acido acetilsalicilico non è generalmente raccomandata a causa del potenziale aumento di effetti indesiderati.
Dati sperimentali suggeriscono che l'ibuprofene può inibire competitivamente l'effetto dell'acido acetilsalicilico a basse dosi sull'aggregazione piastrinica quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente. Sebbene vi siano incertezze riguardanti l'estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l'uso regolare, a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l'effetto cardioprotettivo dell'acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito a un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1).
Questo prodotto può interferire con alcuni medicinali, tra cui:
- warfarin, un medicinale utilizzato per la prevenzione dei coaguli ematici;
- medicinali per il trattamento dell'epilessia o degli attacchi convulsivi;
- cloramfenicolo, un antibiotico utilizzato per il trattamento delle infezioni dell'occhio e dell'orecchio;
- probenecid, un medicinale utilizzato per il trattamento della gotta;
- zidovudina, un medicinale utilizzato per il trattamento dell'HIV (il virus che causa l'AIDS);
- medicinali utilizzati per il trattamento della tubercolosi, come l'isoniazide;
- acido acetilsalicilico, salicilati o altri FANS;
- medicinali per il trattamento dell'ipertensione o di altre patologie cardiache;
- diuretici, anche noti come pillole dell'acqua;
- litio, un medicinale utilizzato per il trattamento di alcune tipologie di depressione;
- metotrexato, un medicinale utilizzato per il trattamento dell'artrite e di alcuni tipi di cancro;
- corticosteroidi, come il prednisone e cortisone.
POSOLOGIA E MODO DI SOMMINISTRAZIONE
Come si usa Tachifene? Dosi e modo d'uso
Posologia
Da utilizzare esclusivamente per via orale e nel breve periodo
Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'uso della dose minima efficace per la durata di trattamento più breve possibile necessaria per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4).
Il paziente deve essere invitato a consultare il medico se i sintomi persistono o peggiorano dopo 3 giorni di trattamento.
Adulti
La dose normalmente raccomandata è di 1 o 2 compresse ogni 6 ore, a seconda delle necessità, fino a un massimo di 6 compresse nelle 24 ore.
Bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni
Questo prodotto non è raccomandato per bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni.
Anziani
Non sono necessarie specifiche modifiche del dosaggio (vedere paragrafo 4.4). Gli anziani sono maggiormente a rischio per conseguenze più gravi alle reazioni avverse. Se l'uso di un antinfiammatorio non steroideo (FANS) è considerato necessario, si deve utilizzare la dose minima efficace per la durata più breve possibile di trattamento. Durante la terapia a base di FANS, il paziente deve essere monitorato regolarmente per verificare l'eventuale presenza di sanguinamento gastrointestinale.
Pazienti con compromissione della funzionalità renale/epatica
Non sono necessari aggiustamenti specifici del dosaggio (vedere paragrafo 4.4).
Modo di somministrazione
Si raccomanda di assumere il prodotto ai pasti o subito dopo i pasti con un bicchiere d'acqua.
SOVRADOSAGGIO
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Tachifene?
Sintomi
Paracetamolo:
A seguito di sovradosaggio di paracetamolo possono verificarsi lesioni epatiche e anche insufficienza epatica. I sintomi del sovradosaggio di paracetamolo nelle prime 24 ore includono pallore, nausea, vomito, anoressia e dolore addominale. Il danno epatico può manifestarsi tra 12 e 48 ore dopo l'assunzione. Possono verificarsi anche anomalie del metabolismo del glucosio e acidosi metabolica. In caso di avvelenamento grave, l'insufficienza epatica può progredire in encefalopatia, coma e morte. L'insufficienza renale acuta con necrosi tubulare acuta può svilupparsi in assenza di un danno epatico grave. Sono state segnalate aritmie cardiache. È possibile il verificarsi di danno epatico in adulti che hanno assunto quantità pari o superiori a 10 g di paracetamolo, a causa dell'eccesso di un metabolita tossico.
Ibuprofene
I sintomi comprendono nausea, dolore addominale, vomito, capogiri, convulsioni e, raramente, perdita di coscienza. Le manifestazioni cliniche che possono derivare dal sovradosaggio di ibuprofene sono depressione del sistema nervoso centrale e dell'apparato respiratorio.
In casi di avvelenamento grave, è possibile che si verifichi acidosi metabolica.
Trattamento
Paracetamolo:
Il trattamento tempestivo è essenziale nella gestione del sovradosaggio di paracetamolo anche in assenza di sintomi evidenti, a causa dei rischi di lesioni epatiche che possono manifestarsi anche ore o giorni dopo. È consigliato un trattamento medico immediato per tutti i pazienti che abbiano ingerito quantità pari o superiori a 7,5 g di paracetamolo nelle 4 ore precedenti. Deve essere presa in considerazione l'esecuzione di una lavanda gastrica. È necessario trattare il danno epatico al più presto e in modo specifico con un antidoto quale acetilcisteina (per endovena) o metionina (per via orale).
L'acetilcisteina è più efficace se somministrata nelle 8 ore successive al sovradosaggio e l'effetto si riduce progressivamente tra le 8 e le 16 ore. In passato si riteneva che iniziare il trattamento oltre 15 ore dopo il sovradosaggio non fosse di alcun beneficio e che potesse incrementare il rischio di encefalopatia epatica. Tuttavia è stata dimostrata la sicurezza della somministrazione tardiva e gli studi svolti sui pazienti trattati fino a 36 ore dopo l'ingestione suggeriscono che è possibile ottenere risultati positivi anche oltre le 15 ore. Inoltre è stato dimostrato che la somministrazione endovenosa di acetilcisteina a pazienti che hanno già sviluppato insufficienza epatica fulminante ne riduce la morbilità e la mortalità.
Deve essere somministrata per via endovenosa in 15 minuti una dose iniziale pari a 150 mg/kg di acetilcisteina in 200 ml di glucosio 5%, seguita da un'infusione endovenosa di 50 mg/kg in 500 ml di glucosio 5% in 4 ore e quindi da 100 mg/kg in 1 litro di glucosio 5% in 16 ore. Per i bambini è necessario modificare il volume dei liquidi somministrati per via endovenosa.
La metionina viene somministrata per via orale in una dose pari a 2,5 g ogni 4 ore, fino a 10 g. Il trattamento con la metionina deve essere intrapreso entro 10 ore dall'ingestione del paracetamolo, altrimenti risulterà inefficace e potrebbe aggravare il danno epatico.
Gli eventuali sintomi gravi potrebbero manifestarsi fino a 4 o 5 giorni dopo il sovradosaggio e i pazienti devono essere seguiti con attenzione per un periodo prolungato.
Ibuprofene:
In caso di sovradosaggio acuto, è necessario svuotare lo stomaco provocando il vomito o con una lavanda gastrica. Se è trascorsa più di un'ora dall'ingestione, è probabile che venga recuperata una quantità molto ridotta di farmaco. Dal momento che il prodotto è acido e viene escreto nelle urine, in teoria può essere di beneficio somministrare alcali e stimolare la diuresi. Oltre alle misure di supporto, l'utilizzo di carbone attivo per via orale può essere utile per ridurre l'assorbimento e il riassorbimento delle compresse di ibuprofene.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
E' possibile prendere Tachifene durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
Non si ha esperienza sull'uso dell'associazione paracetamolo e ibuprofene nelle donne in gravidanza. Sono state segnalate anomalie congenite in associazione alla somministrazione di FANS, sebbene non si hanno evidenze in merito a effetti avversi derivanti dal trattamento con paracetamolo in gravidanza.
Questo prodotto è controindicato nel terzo trimestre di gravidanza, in particolare negli ultimi giorni prima della data prevista per il parto.
Studi epidemiologici sullo sviluppo neurologico nei bambini esposti al paracetamolo in utero mostrano risultati non conclusivi. Se clinicamente necessario, il paracetamolo può essere usato durante la gravidanza, tuttavia dovrebbe essere usato alla dose efficace più bassa per il più breve tempo possibile e con la più bassa frequenza possibile.
Inoltre non si dispone di un'esperienza sufficiente in merito alla sicurezza d'uso dell'ibuprofene nelle donne in gravidanza. Pertanto questo medicinale non dovrebbe essere utilizzato nei primi 6 mesi di gravidanza, a meno che i potenziali benefici per la paziente siano superiori agli eventuali rischi per il feto, ed è controindicato negli ultimi tre mesi di gravidanza (vedere paragrafo 4.3).
Allattamento
Il paracetamolo è escreto nel latte materno ma in quantità non clinicamente significative e i dati pubblicati non indicano controindicazioni per l'allattamento.
L'ibuprofene e i suoi metaboliti possono passare nel latte materno in quantità molto ridotte. Non sono noti effetti nocivi sui lattanti.
Alla luce delle evidenze sopra indicate, non è necessario interrompere l'allattamento in caso di trattamento a breve termine alla dose raccomandata di questo medicinale.
Fertilità
L'uso del prodotto può compromettere la fertilità femminile e non è raccomandato per le donne che desiderano concepire. Nelle donne che hanno difficoltà di concepimento o sottoposte ad accertamenti sull'infertilità deve essere presa in considerazione la sospensione dell'uso del prodotto.
GUIDA DI VEICOLI E USO DI MACCHINARI
Effetti di Tachifene sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Questo prodotto non altera o altera solo in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
PRINCIPIO ATTIVO
Ogni compressa contiene 500 mg di paracetamolo e 150 mg di ibuprofene.
Eccipiente con effetti noti:
Ogni compressa contiene 3,81 mg di lattosio monoidrato
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
ECCIPIENTI
Amido di mais
Amido di mais pregelatinizzato
Cellulosa microcristallina
Croscarmellosa sodica
Magnesio stearato
Talco
Bianco Opadry OY-LS-58900 contenente:
- HPMC 2910/Ipromellosa 15cP (E464)
- Lattosio monoidrato
- Titanio diossido (E171)
- Macrogol/PEG 4000
- Sodio citrato diidrato (E331)
SCADENZA E CONSERVAZIONE
Scadenza: 36 mesi
Conservare a temperatura inferiore a 30 °C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
NATURA E CONTENUTO DEL CONTENITORE
Ogni confezione contiene 8, 10, 16, 20, 24, 30 o 32 compresse rivestite con film contenute in blister composti da PVC 250 μm e alluminio 20 μm.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
PATOLOGIE CORRELATE
- Bronchite
La bronchite acuta è un'infiammazione dell'epitelio (rivestimento interno) dei bronchi: come curarla, cause e sintomi. - Herpes zoster
Infezione (comunemente chiamata anche fuoco di sant'Antonio) provocata dal virus della varicella-zoster, che causa una dolorosa eruzione cutanea di vescicole piene di liquido. - Influenza
L'influenza è una malattia infettiva virale caratterizzata da sintomi di infiammazione acuta delle prime vie aeree (naso, gola, bronchi) e malessere generalizzato - Orecchioni
Infezione virale contagiosa, detta anche parorite epidemica, che colpisce le ghiandole salivari, in particolar modo le ghiandole parotidi, situate in prossimità dell'orecchio. L'infezione conferisce immunità per tutta la vita ed è quindi caratteristica dell'infanzia. - Pleurite
Infiammazione acuta o cronica della pleura, membrana composta da due foglietti che rivestono la superficie esterna dei polmoni e l'interno della cavità toracica, a stretto contatto fra loro e separati solo da una piccola quantità di liquido. - Rosolia
Infezione virale acuta caratterizzata dalla comparsa di una tipica eruzione cutanea. La rosolia è causata da un virus ad RNA, la cui infezione, una volta contratta, lascia un'immunità permanente. Per questa ragione si tratta di una malattia tipicamente infantile. - Sindrome premestruale
I segnali più comuni sono un fastidioso senso di tensione al seno, cefalea, gonfiore addominale e crampi, nervosismo, irritabilità, tristezza e crisi di pianto. Alcune donne risentono dei cambiamenti ormonali più delle altre ma sintomi scompaiono dopo l'inizio delle mestruazioni - Sinusite
Infiammazione acuta o cronica delle mucose dei seni paranasali. Questi sono cavità piene d'aria scavate nelle ossa della faccia (massiccio facciale), tutte comunicanti con il naso. - Varicella
Infezione virale acuta provocata dal virus della varicella-zoster, caratterizzata da un'eruzione cutanea caratteristica, con comparsa di piccole vescicole rilevate. Il virus lascia un'immunità permanente e la malattia non può essere contratta due volte.
Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.
Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
Farmaci e integratori:
- Cerca un farmaco
- Elenco dei farmaci che iniziano per T
- Elenco dei farmaci per Principio attivo
- Elenco dei farmaci per Gruppo terapeutico
- Elenco dei farmaci per Azienda farmaceutica
- Elenco dei farmaci per Patologia
- Novità del mese
- Integratori dalla A alla Z
- FAQ sui farmaci
...e inoltre su Dica33: