24 novembre 2024
Ibuprofene Pensa
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Cos'è Ibuprofene Pensa (ibuprofene)
Ibuprofene Pensa è un farmaco a base di ibuprofene, appartenente al gruppo terapeutico Analgesici FANS.
A cosa serve Ibuprofene Pensa e perchè si usa
Adulti e adolescenti dai 14 anni di età
- Trattamento sintomatico del dolore e dell'infiammazione nelle malattie artritiche (es. artrite reumatoide), condizioni artritiche degenerative (es.osteoartrite), nella tumefazione dolorosa e nell'infiammazione in seguito a lesioni dei tessuti molli;
- Trattamento sintomatico del dolore di moderata intensità;
- Trattamento sintomatico della dismenorrea primaria.
Indicazioni: come usare Ibuprofene Pensa, posologia, dosi e modo d'uso
Posologia
La dose di ibuprofene dipende dall'età o dal peso corporeo del paziente.
La minima dose efficace deve essere utilizzata per il minor tempo necessario per alleviare i sintomi (vedere paragrafo 4.4).
Adulti e adolescenti di età superiore ai 14 anni
La dose singola è di 300-600 mg di ibuprofene. La dose giornaliera raccomandata è di 1200-1800 mg di ibuprofene in dosi divise. Deve essere consentito un intervallo di almeno 6 ore tra le dosi. La dose di mantenimento per alcuni pazienti è di 600-1200 mg al giorno. In condizioni gravi o acute, può essere vantaggioso aumentare la dose fino a quando la fase acuta non è sotto controllo, a condizione che la dose totale giornaliera non superi i 2400 mg.
Altre forme farmaceutiche/dosaggi possono essere più appropriati per la somministrazione.
La durata del trattamento è determinata dal medico curante.
Per le malattie reumatiche, può essere necessario assumere IBUPROFENE PENSA per un periodo di tempo prolungato.
Popolazioni speciali
Anziani
Gli anziani sono a maggior rischio di gravi conseguenze di reazioni avverse. Se si ritiene necessario un FANS, deve essere utilizzata la dose efficace più bassa e per la durata più breve possibile.
Il paziente deve essere monitorato regolarmente per sanguinamento gastrointestinale durante la terapia con FANS. Se la funzionalità renale o epatica è compromessa, il dosaggio deve essere valutato individualmente.
Insufficienza renale
Si deve prestare cautela con la dose di ibuprofene nei pazienti con insufficienza renale. La dose deve essere valutata individualmente. La dose deve essere mantenuta la più bassa possibile e la funzionalità renale deve essere monitorata. L'uso di ibuprofene è controindicato nei pazienti con grave insufficienza renale (vedere paragrafo 4.3).
Insufficienza epatica
Si deve usare cautela con la dose nei pazienti con insufficienza epatica. La dose deve essere valutata individualmente e deve essere mantenuta la più bassa possibile. L'uso di questo medicinale è controindicato nei pazienti con grave disfunzione epatica (vedere paragrafo 4.3).
Popolazione pediatrica
IBUPROFENE PENSA compresse rivestite con film da 600 mg non sono indicate nei bambini o negli adolescenti di età inferiore a 14 anni.
Metodo di somministrazione
Uso orale
IBUPROFENE PENSA dovrebbe essere assunto con un bicchiere di acqua.
Le compresse non devono essere frantumate, masticate o succhiate per evitare irritazioni allo stomaco o alla gola. Si raccomanda che i pazienti con stomaco sensibile assumano IBUPROFENE PENSA con il cibo.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Ibuprofene Pensa
- ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti
- pazienti con anamnesi di reazioni di ipersensibilità (ad es. broncospasmo, asma, rinite, orticaria o angioedema) associate all'uso di acido acetilsalicilico o altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)
- pazienti con insufficienza cardiaca grave (NYHA Classe IV)
- pazienti con grave insufficienza epatica o grave insufficienza renale (filtrazione glomerulare inferiore a 30 ml/min)
- condizioni che comportano una maggiore tendenza al sanguinamento
- anamnesi di colite ulcerosa o colite ulcerosa attiva, morbo di Crohn, ulcera peptica ricorrente/emorragia (due o più episodi distinti di provata ulcerazione o sanguinamento)
- anamnesi di sanguinamento gastrointestinale o perforazione associata a precedente terapia con FANS
- pazienti con sanguinamento attivo
- pazienti con grave disidratazione (ad esempio causata da vomito, diarrea o insufficiente assunzione di liquidi)
- ultimi tre mesi di gravidanza (vedere paragrafo 4.6)
- bambini sotto i 14 anni di età
Ibuprofene Pensa può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
L'inibizione della sintesi delle prostaglandine può influire negativamente sulla gravidanza e/o sullo sviluppo embriofetale. I dati degli studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di aborto spontaneo e di malformazione cardiaca e gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine all'inizio della gravidanza. Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia.
Negli animali, è stato dimostrato che la somministrazione di un inibitore della sintesi delle prostaglandine provoca un aumento della perdita pre e post impianto e della letalità embriofetale. Inoltre, negli animali a cui era stato somministrato un inibitore della sintesi delle prostaglandine durante il periodo organogenetico, è stato riportato un aumento dell'incidenza di varie malformazioni, comprese quelle cardiovascolari.
Dalla 20a settimana di gravidanza in poi, l'uso di IBUPROFENE PENSA può causare oligoidramnios derivante da disfunzione renale fetale. Ciò può verificarsi poco dopo l'inizio del trattamento ed è generalmente reversibile con l'interruzione. Inoltre, sono stati segnalati casi di costrizione del dotto arterioso in seguito al trattamento nel secondo trimestre, la maggior parte dei quali si è risolta dopo l'interruzione del trattamento. Pertanto, durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, IBUPROFENE PENSA non deve essere somministrato a meno che non sia strettamente necessario. Se IBUPROFENE PENSA è usato da una donna che cerca di concepire, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose deve essere mantenuta la più bassa possibile e la durata del trattamento la più breve possibile. Il monitoraggio prenatale per l'oligoidramnios e la costrizione del dotto arterioso deve essere preso in considerazione dopo l'esposizione a IBUPROFENE PENSA per diversi giorni dalla 20a settimana di gestazione in poi. IBUPROFENE PENSA deve essere interrotto se si riscontrano oligoidramnios o costrizione del dotto arterioso.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a:
- tossicità cardiopolmonare (costrizione/chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare).
- disfunzione renale (vedi sopra);
Alla fine della gravidanza, gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre la madre e il neonato a quanto segue:
- possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, effetto antiaggregante che può manifestarsi anche a dosi molto basse;
- inibizione delle contrazioni uterine, con conseguente ritardo o prolungamento del travaglio.
Di conseguenza IBUPROFENE PENSA è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 5.3).
Allattamento al seno
Nei limitati studi finora disponibili, i FANS possono comparire nel latte materno in concentrazioni molto basse. L'uso di ibuprofene non è raccomandato nelle donne durante l'allattamento.
Fertilità
L'uso di ibuprofene può compromettere la fertilità femminile e non è raccomandato nelle donne che tentano di concepire. Nelle donne che hanno difficoltà a concepire o che sono sottoposte a indagini per infertilità, deve essere presa in considerazione la sospensione dell'ibuprofene.
Patologie correlate:
- Artrite reumatoide
Tra le malattie reumatiche l’artrite reumatoide è una di quelle con più forte impatto sociale in termini di incidenza, riduzione della qualità di vita, in soggetti spesso giovani, e costi economici. Cruciale è la diagnosi precoce - Artrosi
L'artrosi è una malattia cronica della cartilagine articolare e dei tessuti circostanti, caratterizzata da dolore, rigidità e deficit funzionale. - Flebite
Infiammazione della parete venosa, che colpisce soprattutto le vene superficiali (flebite superficiale), in particolare delle gambe. Quando l'infiammazione è associata alla presenza di un coagulo di sangue che ostruisce il vaso, si parla di tromboflebite. - Gotta
Patologia caratterizzata dal deposito di cristalli di urato di sodio nelle articolazioni e nei tessuti circostanti, con attacchi infiammatori dolorosi delle articolazioni, a causa dell'aumento dei livelli ematici di acido urico (iperuricemia). - Herpes zoster
Infezione (comunemente chiamata anche fuoco di sant'Antonio) provocata dal virus della varicella-zoster, che causa una dolorosa eruzione cutanea di vescicole piene di liquido. - Lupus eritematoso sistemico
Malattia infiammatoria cronica del tessuto connettivo, che può colpire articolazioni, reni, mucose e pareti dei vasi sanguigni. - Mastopatia fibrocistica
Lesione benigna caratterizzata dalla presenza di dolore, cisti e modularità diffuse della mammella. Piccoli noduli sono normalmente presenti nel tessuto mammario, dovuti alle fluttuazioni ormonali a cui l'organo è sottoposto ad ogni ciclo mestruale. Il loro ingrandimento, associato alla presenza di - Mononucleosi
Malattia infettiva molto contagiosa. Il virus si trasmette attraverso il contatto intimo con i soggetti affetti, essendo presente nelle secrezioni (saliva, urine). Definita anche malattia del bacio perché negli adolescenti e nei giovani adulti viene contratta spesso attraverso il bacio. - Morbillo
Infezione virale acuta altamente contagiosa, caratterizzata da una tipica eruzione cutanea. Il morbillo è causato da un virus della famiglia dei Paramyxovirus, la cui infezione determina un'immunità che dura tutta la vita. Per questa ragione, si tratta di una tipica malattia dell'infanzia. - Morbo di Paget
Malattia cronica dello scheletro, chiamata anche osteite deformante, caratterizzata da un rimodellamento patologico del tessuto osseo che ne provoca l'ingrossamento e l'indebolimento. - Orecchioni
Infezione virale contagiosa, detta anche parorite epidemica, che colpisce le ghiandole salivari, in particolar modo le ghiandole parotidi, situate in prossimità dell'orecchio. L'infezione conferisce immunità per tutta la vita ed è quindi caratteristica dell'infanzia. - Otite
Infiammazione dell'orecchio, causata spesso da un'infezione da batteri, virus o funghi. A seconda della parte dell'organo interessata viene definita otite esterna oppure otite media. - Pleurite
Infiammazione acuta o cronica della pleura, membrana composta da due foglietti che rivestono la superficie esterna dei polmoni e l'interno della cavità toracica, a stretto contatto fra loro e separati solo da una piccola quantità di liquido. - Poliposi
Condizione caratterizzata dalla presenza nel tubo digerente di numerosi polipi. I polipi neoformazioni benigne di tessuto che crescono nella parete dell'intestino, e più raramente dello stomaco, sporgendo nel lume, a volte attaccati attraverso un peduncolo. - Sclerodermia
Domenica 26 settembre 2010 è la Giornata del Ciclamino, che offre la possibilità da ormai dieci anni, di sostenere la lotta alla Sclerodermia. Una patologia cronica, autoimmune, invalidante, multiorgano che colpisce in prevalenza le donne, ma può essere diagnosticata per tempo - Scottature solari
Un'esposizione eccessiva o senza un'adeguata protezione alle radiazioni del sole possono provocare lesioni della cute. L'effetto dipende dal fototipo, ma i filtri protettivi vanno sempre applicati - Sindrome temporo-mandibolare
Alterazione della giunzione fra osso temporale del cranio e mandibola, o dei legamenti e dei muscoli che la supportano e la fanno muovere. Si tratta di un'articolazione molto delicata, il cui allineamento deve essere perfetto per permettere una normale masticazione - Tendinite
Infiammazione dei tendini le strutture di tessuto fibroso che connettono i muscoli all'osso. In alcuni casi l'infiammazione si estende alla... - Tiroidite
Alla prevenzione delle patologie tiroidee prima, durante e dopo la gravidanza è dedicata la Giornata Nazionale della Tiroide 2010, promossa e organizzata dalle principali associazioni dei pazienti - Varicella
Infezione virale acuta provocata dal virus della varicella-zoster, caratterizzata da un'eruzione cutanea caratteristica, con comparsa di piccole vescicole rilevate. Il virus lascia un'immunità permanente e la malattia non può essere contratta due volte.
Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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