04 gennaio 2020
Mal di schiena cronico
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Definizione
Si parla di mal di schiena cronico quando il dolore alla colonna vertebrale persiste per almeno 3-6 mesi, arrivando a compromettere la qualità di vita della persona. Il problema può coinvolgere diverse parti della colonna vertebrale: i dischi intervertebrali (posti fra una vertebra e l'altra), le vertebre, le faccette articolari (la parte posteriore delle vertebre), i muscoli e la capsula che avvolge le articolazioni che collegano le vertebre.
Cause
Il mal di schiena cronico può essere provocato da tantissime cause diverse, come difetti di postura, sforzi e vizi ripetuti dovuti alla professione svolta, malattie infiammatorie, interventi chirurgici mal riusciti. Più raramente la colpa è di un trauma. In alcuni casi, i dolori alla colonna nascono per problemi addominali. Infatti, quando intestino, fegato e stomaco sono affaticati potrebbero ostacolare i movimenti del diaframma (il muscolo che regola la respirazione), che così non introduce aria a sufficienza. Il corpo usa allora un piccolo trucco: eleva di pochi millimetri le spalle e il collo a ogni respiro, in modo da creare più spazio per l'aria inspirata, ma questo origina tensioni muscolari soprattutto a livello della schiena. Il mal di schiena cronico può anche essere la conseguenza di altre malattie della colonna (come un'ernia del disco). Anche la gravidanza e la menopausa possono contribuire allo sviluppo del problema: la prima perché incide sulla postura e comporta carichi eccessivi a livello della schiena, la seconda perché può causare osteoporosi, quindi cedimenti delle vertebre. Nella maggior parte dei casi è difficile identificare il problema scatenante: la persona si rivolge al medico quando al disturbo originario ne sono subentrati molti altri.
Sintomi
Il sintomo più caratteristico è il dolore. Si tratta di un male di difficile identificazione e definizione: in alcuni casi è limitato alla schiena, in altri si irradia fino ai glutei, ai fianchi e alle gambe. Ogni persona riferisce sensazioni diverse. In ogni caso, quando non viene affrontato nel modo corretto, il mal di schiena cronico può causare limitazioni nel movimento, compromettere la qualità di vita, impattare sulle relazioni sociali e diminuire la capacità lavorativa.
Diagnosi
Per diagnosticare un mal di schiena cronico, in genere lo specialista esperto in problemi della colonna non deve ricorrere a indagini particolari. Nella maggior parte dei casi è sufficiente eseguire una visita accurata e un'attenta anamnesi, ossia un colloquio approfondito con la persona, attraverso il quale il medico raccoglie informazioni sui suoi sintomi e la sua storia clinica. Solo in alcune situazioni, ad esempio quando si sospetta la presenza di malattie specifiche della colonna (come l'ernia del disco), si può richiedere l'esecuzione di alcuni esami, come una radiografia o una TC della schiena.
E se fosse spondilite anchilosante?
La spondilite anchilosante è una malattia dolorosa e progressivamente invalidante, causata da un'infiammazione cronica della colonna vertebrale che può determinare danni irreversibili. Il sintomo principale della spondilite anchilosante (SA) è un persistente dolore alla schiena, soprattutto notturno, che migliora con il movimento. Ma altri segnali possono essere indicativi della malattia. L'infiammazione colpisce prevalentemente le articolazioni sacro-iliache e la colonna vertebrale. Il danno articolare è caratterizzato da formazione di nuovo tessuto osseo che porta nel temo alla fusione delle ossa (anchilosi) delle articolazioni interessate.
I sintomi della SA: dolore e rigidità
Il sintomo principale della spondilite anchilosante è un dolore persistente e profondo, avvertito nel gluteo e nella zona lombare inferiore, che tende a peggiorare durante la notte. A questo si accompagna rigidità della colonna vertebrale che si presenta al mattino, migliora con l'attività fisica e si ripresenta a riposo. Inoltre è facile che questi siano accompagnati da affaticamento cronico ed insonnia.
Vedi:
Cura
Le prime linee guida italiane per la terapia del mal di schiena acuto e cronico promuovono l'attività fisica e le tecniche di rilassamento e bocciano i supporti lombari, la terapia fisica e la stimolazione elettrica transcutanea.
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Se il problema dipende da una malattia specifica, si cerca di intervenire, se possibile, su quella. Quando invece le cause sono diverse e di non facile identificazione, il trattamento è più generale. I farmaci antidolorifici e analgesici possono essere prescritti quando il male diventa insopportabile, ma vanno assunti esclusivamente al bisogno. In caso di mal di schiena cronico di lieve entità, spesso si consiglia la back school: si tratta di un metodo terapeutico rivolto a piccoli gruppi di persone, alle quali vengono insegnati esercizi, ma anche norme comportamentali e posturali, finalizzati a sviluppare benefici in tutti gli ambiti (domestico, lavorativo e sociale).
Per i casi più seri è necessario ricorrere a un trattamento cognitivo-comportamentale abbinato a esercizi di recupero funzionale. In pratica, il fisioterapista, su prescrizione medica, insegna alla persona a modificare il proprio stile di vita, spiegandole quali sono le posture e gli atteggiamenti che possono peggiorare il problema e quali sono invece i comportamenti che possono aiutarla a stare meglio. Inoltre, le insegna una serie di movimenti specifici che facilitano la giusta distribuzione dei pesi e degli sforzi fra le diverse strutture della colonna, rinforzano la muscolatura della zona e alleviano il dolore. Back school, riabilitazione fisica e terapia educazionale possono essere abbinate anche ad altri trattamenti, come le tecniche manipolative, la chiropratica e l'osteopatia. Se la situazione è seria e non migliora con nessun trattamento, dopo due anni di terapia cognitivo-comportamentale con esercizi si può prendere in considerazione l'intervento chirurgico.
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Alimentazione
Non esistono alimenti in grado di prevenire o curare questo problema.
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