11 marzo 2019
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Osteoporosi: le tre cose che non sai
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L' osteoporosi è una condizione caratterizzata dalla progressiva diminuzione della densità dell'osso. Come conseguenza si ha maggiore fragilità ossea e aumentato rischio di fratture. Molti pensano che sia un naturale processo di invecchiamento, in realtà le sue cause sono molteplici: menopausa, specie se precoce, scarso apporto di nutrienti quali vitamina D e calcio, o l'uso cronico di alcuni farmaci, come il cortisone, e la scarsa attività fisica. Il fattore di rischio più comune è rappresentato dall'avanzare dell'età. Le donne sono più a rischio di sviluppare osteoporosi, ma non è una malattia solo femminile: nella maggior parte dei casi, la causa dell'osteoporosi negli uomini è prevalentemente secondaria ad altre patologie, all'abuso di alcool o all'utilizzo di farmaci.
Prima di tutto deve essere fatta una diagnosi, che è ancora troppo spesso accidentale, dopo una frattura ossea, perché l'osteoporosi non produce sintomi. Per una diagnosi precoce è consigliato effettuare dopo i 50 anni una mineralometria ossea computerizzata (MOC), che è l'esame utilizzato per misurare la densità ossea e valutare la presenza e la gravità della malattia. Talvolta vengono associati esami del sangue per misurare i livelli di calcio e fosforo e degli ormoni coinvolti nel metabolismo osseo.
Le donne in menopausa a rischio di osteoporosi possono utilizzare la terapia estrogenica sostitutiva per prevenire o bloccare la perdita di densità ossea. In tutti i tipi di osteoporosi, i farmaci appartenenti alla classe dei bifosfonati (come alendronato, zoledronato, risedronato), in grado di inibire il riassorbimento osseo, vengono utilizzati a scopo sia preventivo che terapeutico. Infine è possibile effettuare la terapia con ormone paratiroideo (teriparatide).
Avere adeguati livelli di vitamina D è indispensabile per garantire un buon livello di mineralizzazione ossea, poiché la sua azione è fondamentale per ottimizzare l'assorbimento intestinale di calcio. La carenza di vitamina D produce a livello osseo gravi conseguenze cliniche che si traducono in una riduzione della massa ossea e in un aumento del rischio di frattura, in particolare di femore. Se si riscontra un deficit di Vitamina D si procede con la supplementazione. Il fabbisogno medio giornaliero di vitamina D è di 15 o 20 microgrammi, ossia 600 o 800 unità internazionali (UI) in base all'età. La vitamina D è presente nei vegetali e negli alimenti di origine animale, ma sono pochi gli alimenti che ne contengono quantità apprezzabili. La quasi totalità della vitamina D deriva dalla produzione della nostra pelle, sotto l'azione dei raggi solari.
L' attività fisica regolare praticata fin da bambini favorisce la crescita e il corretto sviluppo della massa ossea; nelle persone anziane riduce la perdita ossea e migliora il tono muscolare e l'equilibrio. Gli sport più indicati sono jogging, step, golf, tennis, yoga e in generale tutti quegli esercizi fisici a carico gravitazionale, cioè in posizione eretta, che impongono il carico del peso del corpo.
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Come si riconosce l’osteoporosi?
Prima di tutto deve essere fatta una diagnosi, che è ancora troppo spesso accidentale, dopo una frattura ossea, perché l'osteoporosi non produce sintomi. Per una diagnosi precoce è consigliato effettuare dopo i 50 anni una mineralometria ossea computerizzata (MOC), che è l'esame utilizzato per misurare la densità ossea e valutare la presenza e la gravità della malattia. Talvolta vengono associati esami del sangue per misurare i livelli di calcio e fosforo e degli ormoni coinvolti nel metabolismo osseo.
Le donne in menopausa a rischio di osteoporosi possono utilizzare la terapia estrogenica sostitutiva per prevenire o bloccare la perdita di densità ossea. In tutti i tipi di osteoporosi, i farmaci appartenenti alla classe dei bifosfonati (come alendronato, zoledronato, risedronato), in grado di inibire il riassorbimento osseo, vengono utilizzati a scopo sia preventivo che terapeutico. Infine è possibile effettuare la terapia con ormone paratiroideo (teriparatide).
Come si previene?
Avere adeguati livelli di vitamina D è indispensabile per garantire un buon livello di mineralizzazione ossea, poiché la sua azione è fondamentale per ottimizzare l'assorbimento intestinale di calcio. La carenza di vitamina D produce a livello osseo gravi conseguenze cliniche che si traducono in una riduzione della massa ossea e in un aumento del rischio di frattura, in particolare di femore. Se si riscontra un deficit di Vitamina D si procede con la supplementazione. Il fabbisogno medio giornaliero di vitamina D è di 15 o 20 microgrammi, ossia 600 o 800 unità internazionali (UI) in base all'età. La vitamina D è presente nei vegetali e negli alimenti di origine animale, ma sono pochi gli alimenti che ne contengono quantità apprezzabili. La quasi totalità della vitamina D deriva dalla produzione della nostra pelle, sotto l'azione dei raggi solari.
L' attività fisica regolare praticata fin da bambini favorisce la crescita e il corretto sviluppo della massa ossea; nelle persone anziane riduce la perdita ossea e migliora il tono muscolare e l'equilibrio. Gli sport più indicati sono jogging, step, golf, tennis, yoga e in generale tutti quegli esercizi fisici a carico gravitazionale, cioè in posizione eretta, che impongono il carico del peso del corpo.
In evidenza:
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