08 aprile 2012
Ipotiroidismo subclinico: inizio terapia?
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28 marzo 2012
Ipotiroidismo subclinico: inizio terapia?
Buongiorno, a seguito della familiarità con la madre, cui qualche anno è stata diagnosticata una Tiroidite autoimmune con lieve ipotrofia (presentava titoli anticorpali Tireoglobulina 1041 e Tireoperossidasi 928, con TSH 3, 4 e T3 e T4 nella norma) ma che non è mai stata sottoposta a trattamento, abbiamo fatto eseguire recentemente a nostro figlio una visita di controllo. Il ragazzo, di 17 anni, in buona salute e che svolge attività fisica agonistica (ciclismo), presentava valori anomali di TSH, (8, 25), nella norma T3 (3, 59) e T4 (10, 90). Abbiamo immediatamente fatto svolgere degli altri approfondimenti, la settima scorsa il TSH risultava 6, 80, gli anticorpi anti tireoglubulina 1143 ed antiperossidasi 452. All’ecografia “la tiroide si presenta in sede a volume relativamente ridotto, struttura complessivamente omogenea con aspetti micro cistici sparsi bilateralmente, assenza di vere e proprie focalità”. Abbiamo già visto tre specialisti endocrinologi, la diagnosi è orientata verso l’ipotiroidismo subclinico, ma quello di cui non siamo certi, seguendo i vari topic sulla rete, è se iniziare da subito o no il trattamento, dato che il TSH è inferiore a 10 ed il ragazzo è in buona salute, reattivo, va bene a scuola e primeggia nello sport. Lei che ne pensa? La ringrazio dell’attenzioneRisposta del 08 aprile 2012
Risposta a cura di:
Dott.ssa MARIA GRAZIA FERRARI
Ci troviamo indiscutibilmente di fronte ad un ipotiroidismo subclinico a genesi autoimmune (secondario a Tiroidite cronica di Hashimoto). A mio parere il ragazzo è sicuramente da trattare per svariati motivi. Innanzitutto non si può pensare ad un fenomeno transitorio in quanto esiste una familiarità, un elevato titolo autoanticorpale, un quadro ecografico compatibile con infiammazione cronica. Inoltre il valore di TSH che si ritiene tollerabile è anche in rapporto all’età e nei giovani si auspica un valore centrale rispetto ai range di normalità forniti dai laboratori. Solo in passato si ritenevano accettabili valori sino ai 10 mUI/l ed in ogni caso per la popolazione anziana o con cardiopatia ischemica. La sintomatologia in fase iniziale è solo difficilmente percepita (si chiama subclinico per questo motivo) e pertanto non capisco il motivo di aspettare che insorgano sintomi conclamati e invalidanti (divenga clinico) per trattarlo.
Dott. Ssa Maria Grazia Ferrari
Specialista attività privata
Specialista in Endocrinologia e malattie ricambio
Specialista in Medicina interna
Bologna (BO)
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