19 dicembre 2016
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Un best seller scientifico rivoluziona l'autismo, da disturbo a fonte di talenti
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Una disgrazia che si tramuta in una grazia. Potrebbe sembrare un'affermazione eccessiva, ma in fondo è quella che sintetizza meglio il significato più profondo di un nuovo libro dedicato all'autismo. Infatti, nel volume NeuroTribù. I talenti dell'autismo e il futuro della neurodiversità, best seller negli Usa l'anno scorso e ora pubblicato per le Edizioni Lswr, l'autore - Steve Silberman, importante giornalista scientifico americano - cambia radicalmente la visione di un disturbo da sempre motivo di sofferenza ed esclusione, sia per i pazienti sia per i genitori, ed evidenzia invece i talenti, a volte clamorosi, che spesso si celano dietro i disturbi di comunicazione che caratterizzano questa condizione. Pur essendo rigoroso sotto il profilo scientifico (come garantiscono la prefazione originale del celebre neurologo Oliver Sacks e, nella versione italiana, quella di Roberto Keller, tra i maggiori esperti nazionali in questo campo) è un testo che, grazie allo stile avvincente tipico dell'inchiesta giornalistica, si legge "tutto d'un fiato" e con grande interesse.
Guarda l'intervista a Roberto Keller
L'autore offre un quadro storico completo e dettagliato della "storia dell'autismo": dalla descrizione dei periodi più bui della reclusione domiciliare delle persone autistiche e dei sensi di colpa dei genitori (ritenuti colpevoli della 'malattia'), per passare agli studi pionieristici di Leo Kanner e Hans Asperger, fino ad arrivare alla richiesta dai genitori del diritto all'educazione per i propri figli: il tutto descritto attraverso documenti e vivide testimonianze di clinici, pazienti e genitori.
Silberman si sofferma in particolare sui soggetti con sindrome di Asperger, caratterizzati oltre che da problemi comportamentali e di socializzazione, da una notevole intelligenza: tra i vari esempi cita i cosiddetti "geek" della Silicon Valley, una sorta di "tribù" di ragazzi accomunati da una grande versatilità nelle tecnologie digitali, i quali comunicano quasi intuitivamente tra loro mentre risultano esclusi dalla popolazione "normale". Forse questo esempio, su tutti, chiarisce il punto nodale del libro: quello di "neurodiversità". Le variazioni dei geni in ogni persona possono anche portare a problemi di tipo comportamentale e intellettivo ma - e qui sta la "rivoluzione" di Silberman - rappresentano al contempo un elemento di ricchezza, una fonte di talenti da saper riconoscere e valorizzare. Per il genitore di un bambino autistico la lettura di questo libro può aprire prospettive inattese, sollevandolo dal peso di dover curare una "patologia" e portandolo a riconoscere i professionisti più preparati ad accogliere e aiutare con umanità e rispetto una persona con una diversa (e non minore) intelligenza.
Arturo Zenorini
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