Il trekking in altitudine

16 agosto 2023
Speciale Estate

Il trekking in altitudine



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Il Kilimangiaro, la più alta montagna dell'Africa (5.895 m), è la meta di molti viaggiatori, anche perché non presenta particolari difficoltà alpinistiche a parte i problemi di altitudine. Di fatto, però, la percentuale di coloro che riescono a raggiungere la cima non supera il 10%, perché spesso i turisti non sono preparati adeguatamente o salgono troppo velocemente.
Altre classiche destinazioni di trekking in altitudine si trovano in Nepal (Kala Patthar, 6.565 m o il campo base dell'Everest, 5.364 m) o in Sud America.
In Nepal e in India le stagioni migliori sono la primavera (marzo-maggio) e l'autunno (ottobre-novembre). Nei mesi invernali la temperatura è piacevole in pianura ma gelida in alta montagna.

Principali rischi per la salute


Per acclimatarsi adeguatamente all'altitudine ci vuole tempo. È consigliabile prendersi qualche giorno in più per salire più lentamente e per trascorrere qualche notte in altitudine. Il sonno regolare sopra i 3-4.000 metri indica che l'organismo si è ben adattato all'altitudine. Chi ha già sofferto di AMS (Acute Mountain Sickness, mal di montagna) deve acclimatarsi con maggiore attenzione.
Tutti coloro che sono affetti da patologie cardiorespiratorie devono affrontare con particolare prudenza e preparazione le problematiche dell'altitudine. Su consiglio del medico possono essere assunti farmaci (diuretici, cortisonici) per prevenire il mal di montagna.
Appena si manifestano i sintomi del mal di montagna è indispensabile cercare di scendere subito a valle.
Le infezioni dell'apparato respiratorio possono essere comuni e manifestarsi anche a causa del freddo e dell'altitudine.
Per quanto riguarda l'ascensione al Kilimangiaro, la profilassi antimalarica non è indicata solo nel caso in cui si arrivi direttamente all'Aeroporto Internazionale del Kilimangiaro (894 m) e si salga nella stessa giornata sopra i 1.800 m di altitudine.

Si raccomandano le seguenti vaccinazioni:

  • antiepatite A e B (in ogni caso);
  • antifebbre gialla (se necessaria o se richiesta dal Paese);
  • antidifto-tetano-pertosse-polio (richiamo ogni 10 anni);
  • antimeningite quadrivalente, A, C, W, Y (se il Paese si trova nella "fascia della meningite");
  • antitifica (dipende dal tipo di viaggio, di alloggio e dalla modalità di preparazione degli alimenti);
  • antipneumococco (sopra i 50 anni e per le persone a rischio);
  • antirabbica (se morsicati o graffiati da animali selvatici);
  • antiencefalite giapponese (in alcuni Paesi del Sud-est asiatico. La malattia è endemica in Nepal);
  • antiencefalite da zecche (in alcuni Paesi dell'Europa nord-orientale);

Consigli per la salute


  • Praticare per tempo le vaccinazioni raccomandate.
  • Non trascurare le problematiche dell'altitudine e dell'esposizione alle radiazioni solari e agli sbalzi termici.
  • Utilizzare sempre creme a protezione alta, cappello e occhiali da sole. Idratarsi abbondantemente bevendo spesso a intervalli regolari.
  • Prudenza nei contatti con animali randagi e selvatici.
  • Evitare le punture di insetti utilizzando abiti di colore chiaro, proteggendo con i vestiti la maggior superficie cutanea possibile e utilizzando regolarmente dei repellenti.
  • Adottare tutte le precauzioni necessarie nel consumo di acqua e alimenti per prevenire la diarrea del viaggiatore. Evitare di utilizzare il ghiaccio.
  • Portare sempre con sé dei farmaci e del materiale di primo soccorso e i farmaci di uso abituale.
  • Al ritorno dal trekking, riferire sempre al proprio medico sintomi quali febbre, diarrea, lesioni cutanee che persistono.


Alberto Tomasi
Atlante della salute in viaggio
Edizioni Edra




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