Quando "intolleranza" è ormai intollerabile
Spesso soggetto all'avvento di nuove mode, tanto rapide nel diffondersi quanto nell'eclissarsi, il campo della nutrizione vive un'epoca di studi intensi. Gli effetti del cibo che introduciamo nel nostro organismo vengono indagati in rapporto agli ambiti più disparati, dalla preparazione sportiva alle diete indicate per prevenire o affrontare particolari patologie, e spesso divengono oggetto di tendenze che riscontrano scarso fondamento scientifico.
L'intolleranza alimentare è un concetto appartenete a un passato della nutrizione che di scientifico ha davvero poco. Trattata e divulgata dagli "stregoni con il camice bianco" come una semplice allergia, rappresenta un approccio semplicistico non solo nella formulazione, ma anche nell'unica soluzione adottata, un'eliminazione che rischia di privare l'organismo di alimenti importanti e dei relativi nutrienti.
"Le intolleranze alimentari non esistono" di Attilio Speciani si propone sin dal titolo come una trattazione volta a scuotere le convinzioni del lettore, radicate in una scienza vulgata sovente priva di reale riscontro.
Una intolleranza "intollerabile" per chi, come Speciani, ha dedicato la propria vita a indagare il rapporto tra corpo, sistema immunitario, benessere e alimenti alla ricerca dell'equilibrio. Non più una "reazione allergica", la presunta intolleranza diviene piuttosto un'infiammazione diffusa derivante da tre principali fattori: il cibo assunto, in relazione alla tipologia e al timing di assunzione; il processo di glicazione; la proporzione dei nutrienti.
Due le uniche intolleranze riconosciute dalla scienza della nutrizione, quella immunologica al glutine, celiachia, e la reazione biochimica al lattosio.
Per raggiungere l'obiettivo di un'ampia diffusione dei corretti fondamenti di una dieta equilibrata e sana, è necessario non solo che i concetti esposti poggino su solide basi garantite dall'autorità di uno specialista, ma anche di uno stile comunicativo adatto, che renda accessibile una materia caratterizzata da un alto tasso di specificità terminologica e concettuale.
Ecco quindi che il nostro organismo, nel pieno del processo infiammatorio, diventa una "pentola a pressione", il cui fischio, i sintomi, deve essere colto come il segno di una situazione critica: la soluzione non sarà cercare di tappare la valvola per eliminare il fischio, ma abbassare il fuoco, ossia curare l'infiammazione e non concentrarsi su terapie mirate al trattamento dei sintomi. L'esposizione è sviluppata, attraverso i nove capitoli, in modo chiaro e accessibile, senza indulgere in tecnicismi eccessivi, mantenendo però la necessaria precisione e accuratezza terminologica. Una sezione in coda all'opera è destinata a una trattazione specialistica, dal tono meno divulgativo e più settoriale.
L'approccio rigoroso di Speciani si muove tra sintomi e cause collegate, indaga eventuali predisposizioni genetiche e abitudini alimentari scorrette tramite il ricorso a biomarcatori, sostanze che variano il proprio livello di presenza nell'organismo a seconda degli alimenti introdotti, per accompagnare il lettore verso un piano nutrizionale personalizzato, che tenga conto sia del dato scientifico, sia delle caratteristiche individuali.
Attilio Speciani
Le intolleranze alimentari non esistono
Edizioni LSWR
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