08 maggio 2012
Aggiornamenti e focus
Naturale non significa sicuro, specie se in combinazione
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I supplementi erboristici, dietetici, energetici o nutrizionali possono fornire benefici specifici in termini di salute, tuttavia possono anche avere effetti pericolosi, specie quando combinati con medicinali d'uso comune. Lo ribadisce Catherine Ulbricht, farmacista al Massachusetts general hospital (Boston, MA) e cofondatrice di Natural standard research collaboration, dalle pagine dell'ultimo numero di Alternative and complementary therapies. «Naturale non equivale a sicuro e gli effetti e le interazioni di supporti erboristici o dietetici, così come cibi funzionali come le barrette o le bevande energetiche, non sono facili da prevedere» ha spiegato Ulbricht. Il rischio di interazioni è maggiore nei giovanissimi e negli anziani, nonché nei soggetti con pluripatologie e relative politerapie in corso. Tra gli esempi di più frequente riscontro, Ulbricht segnala l'incremento delle probabilità di sanguinamento associate ai supplementi contenenti aglio, ginkgo, ginger, Serenoa repens (palma nana); il calo della glicemia come effetto di cromo, cinnamomo, proteine del siero; effetti ormonali di dong quai (Angelica sinensis o angelica cinese, o ginseng femminile), Cimicifuga racemosa (Actea), kudzu (pianta rampicante giapponese), Serenoa repens; incremento della pressione arteriosa con Sanguinaria canadensis, tè verde, biancospino, e maté. È importante che farmacisti, medici e operatori sanitari siano consapevoli di questi rischi, sappiano dove reperire le informazioni necessarie nei casi dubbi, a quali enti rivolgersi per le doverose segnalazioni, e soprattutto come educare i propri pazienti circa i pericoli delle autosomministrazioni di integratori vari.
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