28 novembre 2012
Aggiornamenti e focus
Cuore più a rischio con precarietà e disoccupazione
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Lo stato di disoccupazione, la perdita di molteplici posti di lavoro, e il succedersi di brevi periodi senza lavoro sono tutti significativi fattori di rischio per eventi cardiovascolari acuti. Lo rivela uno studio condotto dal gruppo di ricercatori del Duke university medical center di Durham. La precarietà lavorativa è da qualche tempo una delle maggiori fonti di stress che affliggono un crescente numero di adulti anche negli Stati Uniti, ma finora nessuno aveva analizzato l'effetto cumulativo esercitato dalle tensioni per incertezza occupazionale sul rischio di infarto miocardico acuto (Ima). Il team ha tratto i dati da uno studio di coorte (Health and retirement study) condotto su 13.451 soggetti di età media pari a 62 anni con un monitoraggio basato su interviste biennali. Nel corso di 165.169 anni-persona si sono verificati 1.061 Ima (7,9%). All'interno del campione, il 14% dei soggetti era disoccupato al basale, il 69,7% aveva subito una o più perdite di lavoro e il 35,1% aveva passato del tempo in stato di disoccupazione. Si è visto che i tassi di Ima età-specifici differivano in modo significativo per ogni dimensione della storia lavorativa (status attuale, numero cumulativo di perdite di lavoro, tempo cumulativo di disoccupazione). L'analisi statistica ha inoltre evidenziato che i rischi di Ima erano significativamente superiori tra i disoccupati e che tali rischi aumentavano in modo progressivo a cominciare dalla perdita di un lavoro fino a 4 o più in modo cumulativo rispetto a chi non aveva perso il lavoro. I rischi di Ima sono apparsi particolarmente elevati durante il primo anno di disoccupazione ma non successivamente. I risultati si sono mantenuti affidabili anche a parità di condizioni di salute, socioeconomiche e comportamentali.
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