18 gennaio 2013
Interviste
Sigaretta elettronica, sicurezza ed efficacia tutte da dimostrare
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Smettere di fumare non è mai stato tanto di moda. Grazie alla sigaretta elettronica, dispositivo che consente di assumere, o meno, nicotina, senza le sostanze tossiche della combustione del tabacco. Qualcosa di simile, quindi, agli altri metodi per smettere con il vizio del fumo, come le gomme da masticare o i cerotti contenenti nicotina. Ma a differenza degli altri, restano dubbi sull'efficacia e sulla sicurezza, soprattutto alla luce del parere negativo emesso dall'Istituto superiore di sanità. Ma intanto la e-sigaretta continua a essere un gadget di gran moda tra i fumatori, e non solo tra quelli che vogliono smettere, come spiega Roberta Pacifici, direttore dell'Osservatorio fumo, alcol e droga dell'Iss e firmataria del parere.
La sigaretta elettronica è dotata di una batteria ricaricabile e aspirando, il consumatore inala il vapore di una soluzione di glicole propilenico, glicerolo, nicotina (in quantità variabile o anche assente) e aromi alimentari. Attraverso il vapore si percepisce un sapore e una sensazione simile a quella provata inalando il fumo di tabacco di una tradizionale sigaretta, percezione rinforzata dalla forma e dall'accensione di una luce rossa all'estremità, che la rendono del tutto simile al prodotto tradizionale. Dunque, sensazioni, gestualità e ritualità sono identiche, cambia il fatto che, non essendovi combustione, non ci sono quelle oltre 400 sostanze responsabili delle malattie fumo-correlate, tumore al polmone in primis. «Non basta questo per garantire la sicurezza del prodotto» chiarisce l'esperta dell'Iss «perché in primo luogo c'è un'esposizione alla nicotina che ha effetti sulla salute poiché provoca vasocostrizione, quindi aumento della pressione e della frequenza cardiaca e inoltre è una sostanza che di per sé crea dipendenza. Va chiarito che i potenziali livelli di esposizione variano in base alla concentrazione di nicotina del prodotto diversa da un marchio all'altro. Questi livelli, come pure gli effetti, andrebbero indicati in un foglietto illustrativo che però è assente, dal momento che, per ora, la sigaretta elettronica è considerata un prodotto di libero mercato, quindi assoggettato solo alla garanzia del marchio Ce della Comunità europea e non ad altre restrizioni». Le uniche indicazioni che devono riportare sono: tenere fuori dalla portata dei bambini le cartucce di ricarica e vendita vietata a persone sotto i 16 anni.
I dubbi sulla sicurezza e sull'efficacia vanno rapportati alle diverse tipologie di consumatori e alle diverse conseguenze che ne possono derivare. «Spesso a scegliere la sigaretta elettronica sono fumatori che, consapevoli dei rischi che si corrono con le sigarette di tabacco, vogliono solo sostituirle con un'alternativa di certo meno tossica» spiega Pacifici «A questi si sommano anche quei fumatori che non solo non vogliono smettere ma vogliono avere la possibilità di usarla laddove è ora vietato grazie alla legge Sirchia antifumo. Qui subentra un preoccupante problema culturale ed educazionale, poiché la legge vieta il fumo laddove sarebbe non solo dannoso ma anche deplorevole fumare, come in scuole, ospedali ristoranti. Il rischio dunque è di perdere un vantaggio culturale che in 10 anni di legge ha costruito una vera e propria cultura antifumo dove sono gli stessi cittadini che diventano vigilanti affinché venga rispettata». Ma il vero problema sono i giovanissimi non fumatori, sottolinea l'esperta: «Essendo diventato un gadget molto gettonato e di moda e che di fatto ripropone la gestualità e la ritualità della normale sigaretta per i giovani è una porta d'ingresso a iniziare a farlo davvero, a maggior ragione se contengono la nicotina, che attiva un processo di dipendenza». Restano, infine, i fumatori che vogliono davvero smettere: «Purtroppo anche per loro non ci sono garanzie, poiché non ci sono studi conclusivi che possono affermarne l'efficacia. E questo è un buon motivo per approfondire: qualsiasi strumento potenzialmente utile va valutato e studiato a fondo prima di accantonarlo perché presenta delle criticità. Inoltre» conclude Pacifici «se si dimostrasse efficace bisognerebbe pensare a una commercializzazione e normativa che li possa rendere strumenti utili. Per esempio, è stato ampiamente dimostrato che ci sono maggiori probabilità di diventare ex-fumatori, quando l'uso di cerotti e gomme da masticare viene gestito da specialisti nell'ambito di percorsi per smettere di fumare dei centri antifumo, anziché se usati autonomamente dal consumatore».
Simona Zazzetta
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