07 ottobre 2013
Aggiornamenti e focus
Sale e sodio: ancora elevati i consumi giornalieri in Italia
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Quasi ovunque nel mondo, il consumo di sale (o cloruro di sodio) supera abbondantemente i livelli raccomandati dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Studi clinici ed epidemiologici dimostrano una relazione diretta fra le alte dosi di sale introdotte con la dieta e l'ipertensione, epidemia globalmente diffusa, responsabile del 62 per cento degli infarti e del 49 per cento delle malattie coronariche. Il nostro organismo elimina giornalmente da 0,1 a 0,6 grammi di sodio, a meno di condizioni particolari di intensa sudorazione. La quantità di sale da consumare per ripianare il deficit non dovrebbe essere dunque superiore a 1,5 grammi, dose già contenuta naturalmente dalle varie fonti alimentari, senza che vi sia la necessità di aggiungerne durante la preparazione.
Anche in Italia il consumo di sale è eccessivo: un adulto consuma in media 10 g di sale al giorno, pari a 4 g di sodio, ben lontano dal target indicato dall'Oms, secondo cui 5 g di sale al giorno (2 g di sodio) sono un buon compromesso fra le esigenze del palato e quelle di prevenzione di malattie associate ad un consumo eccessivo di sodio.
Per i bambini contenere quanto più possibile il consumo di sale è ancor più importante, poiché già nell'infanzia il sale in eccesso può influenzare la pressione sanguigna, predisponendo i bambini a numerose malattie: alta pressione, osteoporosi, asma e obesità. Dal 2005 una campagna globale (World action salt&health, Wash), con il coinvolgimento delle comunità scientifica internazionale, sta sensibilizzando la popolazione dei diversi paesi e le aziende private produttrici di alimenti sull'importanza di una graduale riduzione del sale nella dieta. Le principali fonti di cloruro di sodio infatti sono gli alimenti confezionati e pronti al consumo (in particolare quelli a base di cereali e le carni trasformate e conservate) ai quali il sale o diverse altre fonti di sodio (fosfato monosodico, glutammatodi sodio, benzoato di sodio, citrato di sodio) possono venire aggiunte per motivi tecnologici o per adattare il gusto. Anche la preparazione casalinga e il sale in tavola concorrono ad aumentare il consumo giornaliero oltre il livello raccomandato.
- Leggere sempre l'etichetta dei prodotti: è una fonte di importanti informazioni che permette di scegliere in modo consapevole i prodotti meno salati, acque comprese. 1-1,2 g di sale per 100 g di prodotto (pari a 0,4-0,5 g/100 g di sodio) è da considerarsi, in generale,una quantità elevata (vedi tabella 1).
- Diminuire gradualmente il sale non compromette la percezione e la sensazione di gradevolezza e abitua a piccoli passi a ad un sapore più delicato.
- Se possibile scegliere prodotti a basso contenuto di sale (ad esempio pane ed altri derivati dei cereali senza aggiunta di sale). Molti panificatori e molte aziende hanno già cominciato a ridurre il sale delle loro formulazioni (proprio in accordo con la campagna Wash).
- Limitare l'uso di condimenti contenenti sodio (dado da brodo, ketchup, salsa di soia, senape, ecc.).
- Aggiungere meno sale alle ricette: pasta e riso possono essere cotti in acqua poco salata; bistecche, pesce, pollo, verdure o patate (anche fritte) possono essere preparati e cucinati con meno sale o addirittura senza.
- Erbe aromatiche fresche, spezie, limone e aceto sono valide alternative per insaporire i cibi preparati a casa.
- A tavola, mai mettere il sale.
- Preferire i formaggi freschi a quelli stagionati.
- Nell'attività sportiva leggera basta semplice acqua per reintegrare i liquidi perduti attraverso la sudorazione.
- Se proprio il menù è insipido: solo un pizzico di sale, ma iodato.
Tabella 1: come considerare i valori riportati in etichetta
da http://www.sinu.it/documenti/poster_sinu_wash_2013.pdf
VALORE ALTO:
SODIO: Superiore a 0,4-0,5g/100g
SALE: Superiore a 1-1,2 g/100g
VALORE MEDIO:
SODIO: Da 1,12 a o,4-0,5 g/100g
SALE: Da 0,3 a 1-1,2 g/100g
VALORE BASSO:
SODIO: Inferiore a 0,12 g/100g
SALE: Inferiore a 0,3 g/100g
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