Troppa acqua può fare male

23 novembre 2016
Aggiornamenti e focus

Troppa acqua può fare male



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Due litri d'acqua al giorno per le donne adulte e 2,5 per gli uomini della stessa fascia di età. Sono queste le raccomandazioni dalla Società italiana di nutrizione umana raccolti nei Larn, i Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana. Ma anche se spesso si tende a parlare dei rischi legati alla disidratazione e quindi a un consumo troppo scarso di liquidi, non bisogna pensare che sia possibile bere senza limiti e senza recare danno all'organismo.

«Esiste una condizione nota come "intossicazione da acqua " conosciuta dagli atleti che si dedicano alle maratone o a gare molto lunghe e faticose» spiega Aaron Baggish, co-direttore medico della maratona di Boston che poi aggiunge: «Questa condizione potenzialmente letale si verifica quando l'eccesso di acqua ingerita riduce in modo eccessivo il livello di sale nel sangue».

L'iponatremia, così si definisce il livello di sodio (sale) troppo basso, fa sì che l'acqua esca dal circolo sanguigno e arrivi ai diversi tessuti dell'organismo, diventando particolarmente pericolosa se raggiunge il cervello. «Il cervello è l'organo più pesantemente colpito dall'iponatremia che causa un rigonfiamento del tessuto cerebrale» precisa Baggish, anche direttore associato del Cardiovascular performance program al Massachusetts general hospital heart center.

I sintomi principali dell'intossicazione da acqua sono lievi e includono confusione, cefalea e nausea, ma se non trattata, questa condizione può rivelarsi fatale causando una fuoriuscita del cervello dalla scatola cranica, passando dalla base del cranio.
«Le persone che si dedicano all'attività fisica regolare ma senza gli eccessi dei maratoneti o degli ironman difficilmente incorrono nell'intossicazione da acqua» spiegano gli esperti, ricordando però che non solo gli atleti sono a rischio di iponatremia.

«Il rischio c'è per esempio anche negli anziani che assumono diuretici e hanno una funzionalità renale non ottimale».

Come comportarsi quindi per non rischiare? Innanzitutto è opportuno per chi affronta prove fisiche lunghe e faticose come la maratona, avere un'idea di quanta acqua si perde nel corso della gara. «Per valutare a grandi linee questa misura è sufficiente pesarsi prima e dopo la prova: la differenza di peso rappresenta la quantità di liquidi persi che possono essere reintrodotti senza pericoli durante la gara» spiega William Roberts, ex presidente dell'American College of Sports Medicine.



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