La salute sul web tra bufale e verità

30 gennaio 2017
Aggiornamenti e focus

La salute sul web tra bufale e verità



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«Non ci sono dubbi sull'enorme possibilità offerta dalla rete in tema di disponibilità di informazioni legate alla salute, ma è chiaro anche che questo potenziale può trasformarsi in un pericolo se gli utenti non sono in grado di valutare l'affidabilità di quello che trovano». Sono le parole di Silvia Misiti, direttore della Ibsa foundation for scientific research che ha commissionato un sondaggio sul tema e-health, la salute in rete. Dei risultati del sondaggio si è parlato anche il 26 gennaio a Roma nel corso del workshop "E- Health. Tra bufale e verità: Le due facce della salute in rete" promosso da Ibsa e CittadinanzAttiva, un'occasione di confronto tra esperti di comunicazione e Associazioni pazienti.

I numeri parlano chiaro


Il rischio di farsi ingannare da "bufale" presenti in rete è tanto più elevato quanto più delicate sono le aree oggetto della ricerca in internet. Ne sono convinti gli esperti Ibsa che sono partiti proprio dalle Associazioni di pazienti per cercare di mettere ordine nel caos dell'informazione sulla salute in rete. «Queste associazioni sono l'anello di congiunzione tra i medici e i pazienti con le loro necessità» afferma Misiti. Ma per poter agire in modo efficace servono dati chiari come quelli emersi dal sondaggio e che disegnano un quadro con molti margini di miglioramento.
«Più dell'88 per cento degli italiani ha cercato informazioni sulla salute sul web, ma quasi la metaÌ degli italiani non eÌ in grado di percepire il rischio connesso. Quasi 1 su 2 si affida ai primi risultati restituiti dai motori di ricerca senza riflettere sulla veridicità delle fonti» si legge nel comunicato stampa che sottolinea anche differenze importanti tra le diverse fasce di età. «Gli intervistati tra 24 e 34 anni di età utilizzano Intensamente il web come supporto delle loro ricerche ma sono più diffidenti rispetto ai 45-54enni. Diffidenti a priori (usano poco il web e lo percepiscono come fonte "ad alto rischio") sono invece gli ultra 65enni» scrivono gli autori del sondaggio.

Il decalogo per guidare i cittadini


Uno di punti chiave del lavoro svolto a Roma e iniziato già in passato attraverso corsi dedicati è rappresentato dalla Health literacy intesa come «Il grado in cui gli individui hanno la capacitaÌ di ottenere, elaborare e comprendere le informazioni di salute, i servizi e le competenze necessarie per prendere decisioni e compiere azioni informate per la salute» (Paasche-Orlow, 2012). Migliorando questa "cultura della salute" si possono ottenere vantaggi per i cittadini e per la società intera e anche da queste riflessioni nasce un decalogo specifico per guidare i cittadini a difendersi dalle informazioni incomplete o addirittura false nelle quali ci si può imbattere quando si naviga in internet e a migliorare il rapporto medico-paziente.
  1. Occhio alle fonti. Privilegiare le pagine ufficiali di organizzazioni riconosciute
  2. Forum e blog. Insidiosi perché suscitano empatia ma non è detto che siano affidabili dal punto di vista scientifico
  3. Controlliamo le date. Per non rischiare di basarci su dati vecchi o poco aggiornati.
  4. Non cerchiamo solo conferme. Il funzionamento dei motori di ricerca (e della nostra mente) rischia di influenzare i risultati delle nostre esplorazioni in rete
  5. Attenzione a cosa percepiamo quando leggiamo. In genere di tende a prestare maggiore attenzione e a fidarsi di informazioni in linea con ciò in cui già crediamo
  6. Non vergogniamoci di chiedere. Chiedere sempre al medico di ripetere un concetto se non lo si è capito fino in fondo
  7. Non andiamo dal medico da soli. Potrebbe aiutare a comprendere meglio le indicazioni e a ridurre la soggezione psicologica
  8. Ripetiamo quello che abbiamo capito. Ripetendo al medico ciò che si è capito si potrà avere la conferma che le informazioni apprese siano corrette
  9. Capire a cosa servono i farmaci che si prendono. Aiuta a seguire le indicazioni del medico
  10. La medicina personalizzata. Per avere un'informazione davvero personalizzata è necessario andare oltre la rete e rivolgersi a uno specialista


Cristina Ferrario




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