Quando i raggi del sole diventano un pericolo per la salute

05 giugno 2017
Interviste, Speciale Estate

Quando i raggi del sole diventano un pericolo per la salute



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Con l'arrivo della stagione estiva spesso inizia anche il periodo di massima esposizione al sole e dell'abbronzatura ricercata a ogni costo, anche con le lampade ultraviolette. Un recente studio condotto da ricercatori americani guidati da un gruppo della Mayo clinic di Rochester ha richiamato l'attenzione su un problema noto ma spesso trascurato, ossia l'abitudine di esporsi ai raggi ultravioletti senza un'adeguata protezione solare.
Come effetto di questo comportamento, affermano gli autori del lavoro, il carcinoma basocellulare (o basalioma) e il tumore spinocellulare (o a cellule squamose), due tumori della pelle meno noti del melanoma ma molto comuni, sono in grande aumento nella popolazione statunitense; tra il 2000 e il 2010 infatti le diagnosi di cancro spinocellulare sono aumentate del 263 per cento, mentre quelle del basalioma sono cresciute del 145 per cento. Questi numeri appaiono impressionanti, ma come possiamo proteggerci da questo tipo di pericolo?
Ce ne parla Paolo Ascierto, direttore dell'Unità oncologica melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell'Istituto nazionale tumori di Napoli "Fondazione G. Pascale".

Dottor Ascierto, queste cifre sono veramente notevoli; la situazione in Italia è sovrapponibile a quella statunitense?
«Verosimilmente sì; purtroppo, mentre per il melanoma abbiamo dati precisi e ufficiali, non possiamo dire lo stesso per questi due tipi di tumore. Pensando però che il melanoma è raddoppiato passando da 7mila casi nel 2007 a 14mila nel 2017, possiamo supporre che anche per questi tumori, in cui la correlazione con il sole è ancora più diretta, ci sia stata una grande crescita».

Che cosa differenzia il melanoma dai tumori della pelle di cui parlano i ricercatori americani?
«La pelle è formata da uno strato superficiale, l'epidermide, uno strato intermedio, il derma, e da uno strato profondo, il tessuto sottocutaneo.
L'epidermide, poi, è costituita da diverse cellule: i melanociti, che hanno il compito di produrre la melanina — un pigmento che protegge dagli effetti dannosi dei raggi solari — e i cheratinociti che rappresentano le cellule più numerose di questo strato. I cheratinociti presenti nello strato più esterno dell'epidermide sono noti come cellule squamose, e, quando vanno incontro a trasformazione tumorale, danno origine ai carcinomi spinocellulari. I cheratinociti dello strato più profondo sono invece noti come cellule basali e possono originare i carcinomi basocellulari. Entrambi sono tumori cutanei non melanomatosi, cioè tumori della pelle diversi dai melanomi, che invece originano dai melanociti».

Perché sentiamo parlare molto meno di questi due tipi di tumore della pelle?
«Probabilmente perché il melanoma è tipico di chi non sta molto tempo al sole durante l'anno ma solo durante le vacanze, possiamo dire che è un tumore da "colletti bianchi", persone che durante l'anno vivono riparate ma passano molto tempo al sole durante l'estate, mentre questi due tipi di tumore cutaneo sono più tipici dei lavoratori che stanno molto al sole e accumulano lunghi periodi di esposizione, per esempio, ma non solo, agricoltori e marinai, operai che lavorano in autostrada, sportivi.
Questo non significa che sia meno frequente, anzi, il carcinoma basocellulare è in realtà il più comune in assoluto tra i tumori cutanei, con un'incidenza in aumento, anche tra i giovani. In genere questa malattia può essere curata e guarita con la chirurgia e la radioterapia nella maggior parte dei pazienti in cui viene diagnosticata; tuttavia, in casi rari, può progredire andando in profondità nella pelle e nei tessuti sottostanti o diffondendosi ad altre parti del corpo con metastasi, diventando difficile da trattare. Nella fase avanzata, infatti, ci troviamo di fronte a casi non più operabili o in cui la terapia chirurgica o la radioterapia sono controindicate. I carcinomi spinocellulari sono molto meno frequenti; per dare un'idea, escludendo i melanomi, otto tumori della pelle su dieci sono carcinomi a cellule basali, mentre i rimanenti due sono carcinomi spinocellulari».

A cosa dobbiamo quindi il grande aumento di questi due tipi di tumore?
«Sicuramente allo stile di vita, all'abitudine alla "tintarella" e alle lampade abbronzanti, che è comunque relativamente recente. Ancora non sappiamo che ruolo abbia in tutto questo l'inquinamento atmosferico, e attendiamo nuovi studi che possano chiarire quanto anche questo fattore possa pesare».

Come possiamo proteggerci in generale dai tumori della pelle?
«Vale la pena ricordare le classiche raccomandazioni di buon senso che pur essendo molto note raramente vengono seguite. È necessario evitare l'eritema solare e le lampade abbronzanti. Per proteggersi è meglio esporsi al sole solo la mattina prima delle 12 e il pomeriggio dopo le 16, quando i raggi ultravioletti sono meno penetranti, e ricordare sempre di applicare una protezione. Il prodotto per la protezione solare deve essere ad alta protezione e deve essere applicato abbondantemente su tutto il corpo; l'applicazione va rinnovata dopo due ore e sempre dopo aver fatto un bagno. L'esposizione diretta al sole non dovrebbe avere una durata superiore alle due ore, ma negli anziani e nei bambini il tempo va dimezzato; bisogna ricordare che l'esposizione in età infantile è quella più a rischio per l'accumulo di danni cellulari che possono poi dare origine al tumore. Non bisogna dimenticare di proteggere gli occhi, e quindi è utile indossare occhiali da sole schermati contro raggi Uva e Uvb e con il marchio Ce; può essere utile anche indossare cappelli a falda larga. In caso si noti un arrossamento o intervenga un leggero prurito, entrambi possibili segni di un inizio di eritema, l'esposizione al sole deve essere interrotta. Anche un'alimentazione ricca di frutta e verdura di stagione può aiutare a limitare i danni derivanti dall'esposizione.

Susanna Guzzetti



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