Obesi ma sani? Il cuore corre comunque più rischi

26 settembre 2017
Aggiornamenti e focus, Speciale salute del cuore

Obesi ma sani? Il cuore corre comunque più rischi



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«Negli ultimi anni alcune ricerche hanno suggerito che l'obesità potrebbe non essere un rischio per cuore e vasi, soprattutto se non sono presenti problemi metabolici» esordisce Rishi Caleyachetty dell'università di Birmingham in Inghilterra e primo autore della ricerca, precisando che gli obesi "metabolicamente sani" sono quelli che, pur avendo eccesso di peso, mostrano livelli normali di colesterolo, glicemia o pressione sanguigna.

Ma è proprio così? Secondo gli autori di un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Journal of the American college of cardiology che ha valutato i rischi per cuore e vasi dei cosiddetti "obesi sani", parrebbe proprio di no: «Non basta avere i livelli di colesterolo, glicemia e pressione nella norma: il peso corporeo resta un fattore importante nel determinare il rischio cardiovascolare».

Per studiare meglio questo gruppo di persone e i loro rischi cardiovascolari, gli autori hanno analizzato i dati di circa 3,5 milioni di adulti, il 15 per cento dei quali classificati come "obesi sani" e il 38 per cento come persone normopeso e metabolicamente sane. «Nel corso di 5 anni di osservazione, 165.300 persone hanno avuto problemi cardiovascolari» afferma Caleyachetty che poi aggiunge: «Rispetto alle persone normopeso, quelle obese avevano un rischio del 49 per cento più elevato di sviluppare malattie coronariche come attacchi di cuore o coaguli».
Non solo: l'obesità era legata anche a un rischio doppio di insufficienza cardiaca e a un rischio del 7 per cento maggiore di ictus.

«Questi risultati mettono in luce il fatto che, anche in assenza di problemi metabolici, l'eccesso dipeso può contribuire in modo diretto al rischio cardiovascolare probabilmente con il livello di infiammazione basso ma cronico causato dalla presenza di massa grassa» precisa in un editoriale di commento Jennifer Bea, ricercatrice del University of Arizona cancer center.

«Un limite dello studio? Non aver valutato il livello di attività fisica delle persone obese coinvolte nella ricerca» aggiunge l'autore del lavoro, spiegando che essere attivi potrebbe fare la differenza in termini di salute cardiovascolare anche nelle persone obese.

Fonte: J Am Coll Cardiol. 2017 Sep 19;70(12):1429-1437. doi: 10.1016/j.jacc.2017.07.763.



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