Comunicazione è cura, anche nel parto prematuro

25 gennaio 2018
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Comunicazione è cura, anche nel parto prematuro



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Il 6,7% dei parti, quindi oltre 33mila gravidanze, in Italia, si concludono con un parto prematuro. In questa eventualità, a supporto della famiglia, dovrebbe esserci in ogni ospedale un team composto da ginecologo, neonatologo, ostetrica, infermiere pediatrico e psicologo. È questa la prima indicazione del Gruppo di Lavoro della Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP) che, insieme all'Associazione Vivere Onlus, è impegnato nella stesura delle Linee Guida per promuovere la corretta comunicazione tra medico e famiglia in caso di una nascita prematura.

Effetti positivi già in gravidanza

Laddove si evidenziano particolari condizioni è bene cominciare subito a parlare con la coppia, spiegando correttamente la situazione: infatti, una corretta comunicazione per preparare la famiglia all'eventualità di un parto prematuro, può avere effetti positivi già durante una gravidanza difficile. Per questo è essenziale impostare una collaborazione tra le figure professionali e riconoscere il colloquio di counselling come parte integrante del percorso di cura. Secondo il Gruppo di Lavoro, la prematurità è un evento che necessita attenzione e tempo nel percorso diagnostico e terapeutico, al pari di quanto avviene per patologie importanti.
Il team di esperti deve assistere in tre momenti: in ambulatorio, per le coppie a rischio di parto prematuro; in pronto soccorso per le coppie con parto prematuro imminente; e durante il ricovero per le donne ricoverate per minaccia di parto prematuro. «Il parto pretermine è un evento con un notevole impatto sulla famiglia, che improvvisamente vive una situazione differente ciò che aveva immaginato durante la gravidanza» spiega Irene Cetin, Presidente SIMP, Professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia, Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche L. Sacco Università degli Studi di Milano, Direttore UOC Ostetricia e Ginecologia Ospedale Buzzi «Questo momento, estremamente delicato, necessita di particolare attenzione da parte degli operatori che devono spiegarne l'eccezionalità a genitori e parenti. La comunicazione può avere anche degli effetti negativi molto importanti già durante la gravidanza e addirittura incrementare il rischio di parto prematuro: sappiamo che se una mamma riceve informazioni date in un modo troppo preoccupante, questo può essere a sua volta fonte di contrazioni, di stress e di rischi aumentati».
Proprio per questo, il primo punto stabilito dal Gruppo di Lavoro della SIMP chiarisce come la comunicazione debba trovare il suo spazio, il suo tempo e il giusto to
no. «Stiamo perfezionando gli strumenti come app e corsi di aggiornamento, per permettere a ginecologi, neonatologi, ostetriche e infermiere pediatriche di relazionarsi nella modalità più adatta alle circostanze» conclude Cetin.

Accoglienza e accompagnamento

«Il coinvolgimento di Vivere Onlus nel progetto da parte della SIMP è di fondamentale importanza, perché rappresenta la voce dei pazienti e delle loro famiglie» ha dichiarato Martina Bruscagnin, Presidente dell'Associazione Vivere Onlus «Il nostro intervento consente ai diversi professionisti che si occupano del problema di avere un confronto diretto volto al miglioramento delle cure. L'esperienza del vissuto delle famiglie integra e implementa il lavoro che gli operatori stanno facendo per migliorare la comunicazione con i genitori nel supremo interesse dei pazienti». Conclude Monica Ceccatelli vicepresidente di Vivere Onlus: «mi piace pensare che il colloquio di counseling che tutti insieme stiamo mettendo a punto, si tradurrà in accoglienza e accompagnamento per le donne e le famiglie che si troveranno ad affrontare un momento così complesso della loro vita, e che aiuterà le famiglie ad avere maggiore consapevolezza del percorso che stanno affrontando».


A cura di:
Chiara Romeo



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