Papilloma virus: ancora dubbi sulla vaccinazione dei maschi

25 maggio 2015
Aggiornamenti e focus

Papilloma virus: ancora dubbi sulla vaccinazione dei maschi



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La vaccinazione contro l'infezione da Papillomavirus umano, noto con la sigla Hpv, è uno strumento chiave per ridurre l'impatto del tumore della cervice uterina e in molti paesi, Italia compresa, viene offerta da alcuni anni a tutte le ragazze nel loro dodicesimo anno di età. Alcuni ricercatori sostengono però che, per un intervento davvero efficace contro i tumori da Hpv, sia necessario vaccinare anche i maschi. Chi vaccinare dunque? I ricercatori olandesi guidati da Johannes Bogaards dell'Istituto nazionale per la salute pubblica e l'ambiente di Bilthoven hanno cercato una risposta a questa domanda e i risultati del loro lavoro sono stati recentemente pubblicati sulla rivista British medical journal.

«Il virus Hpv, oltre ad essere il principale responsabile del tumore della cervice uterina nelle donne, è associato anche ad altri tipi di tumore presenti in entrambi i sessi, inclusi quelli orofaringei e anogenitali» esordisce l'autore che ha cercato di capire se fosse davvero il caso di iniziare a vaccinare anche i ragazzi analizzando la situazione olandese e facendo previsioni sulla base di calcoli matematici e statistici. I risultati dimostrano che se il livello di vaccinazione femminile restasse fermo al 60 per cento circa (questi i numeri attuali in Olanda), l'impatto dei tumori maschili legati al virus scenderebbe del 37 per cento, ma se il 90 per cento delle ragazze fosse vaccinato contro il virus, l'impatto sui tumori maschili si ridurrebbe del 66 per cento. «Le riduzioni maggiori sono previste per il tumore del pene e i tumori orofaringei, mentre per il tumore anale le riduzioni stimate sono minori» continua Bogaards, ricordando che il tumore anale legato ad Hpv è presente anche nei maschi che hanno rapporti con partner dello stesso sessoe che di conseguenza non possono trarre beneficio dalla vaccinazione delle donne. E come se non bastasse, gli autori sottolineano che vaccinare anche tutti i ragazzi risulterebbe poco conveniente in termini costo-beneficio. «L'obiettivo primario deve rimanere la diffusione della vaccinazione tra le ragazze» commenta Karen Canfell, del Cancer council nsw in Australia (uno dei pochi luoghi dove la vaccinazione contro l'Hpv viene offerta anche ai maschi nei programmi sanitari nazionali), che suggerisce la possibilità di istituire programmi vaccinali specifici per i maschi omosessuali e bisessuali.

Ma a cosa serve esattamente il vaccino contro l'Hpv? E come funziona la procedura di vaccinazione in Italia? Per rispondere alla prima domanda è importante sapere che esistono oltre 100 tipi di versi di Papilloma virus umano e quasi tutte le persone con una vita sessuale attiva vengono in contatto prima o poi con il virus, ma non bisogna preoccuparsi eccessivamente: nella maggior parte dei casi l'infezione si risolve e scompare spontaneamente senza lasciare traccia. Se però è causata da uno dei ceppi cosiddetti oncogeni - cioè capaci di provocare il cancro - l'infezione diventa pericolosa e deve quindi essere diagnosticata e trattata più velocemente possibile (con il "vecchio" Pap-test e il più recente esame per la ricerca del Dna di Hpv).

Il vaccino contro il virus è in grado addirittura di giocare d'anticipo, evitando l'infezione. Ecco perché la vaccinazione viene offerta gratuitamente alle ragazze nel loro dodicesimo anno di età, prima dell'inizio dell'attività sessuale e quindi prima di un incontro con il virus. In Italia disponiamo oggi di due vaccini, uno bivalente e uno quadrivalente: il primo agisce solo contro i virus Hpv16 e Hpv18 responsabili della maggior parte dei tumori della cervice uterina, mentre il secondo protegge anche da Hpv6 e Hpv11 che causano i condilomi genitali. Lo schema di somministrazione di questi farmaci è stato recentemente modificato sulla base dei più recenti studi scientifici, inserendo la possibilità di eseguire solo due somministrazioni invece di tre.
Questi i dettagli: per il vaccino bivalente bastano due dosi (a 0 e 6 mesi) nelle ragazze di 9-14 anni e ne servono tre (a 0, 1 e 6 mesi) dopo i 14 anni. Il vaccino quadrivalente si somministra invece in due dosi (a 0 e 6 mesi) nelle ragazze di 9-13 anni e in tre dosi (a 0, 2 e 6 mesi) in quelle dai 14 anni in su. In fase di studio, e non ancora disponibile in Italia, anche un nuovo vaccino che protegge contro 9 tipi di virus Hpv.



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