18 settembre 2015
Aggiornamenti e focus, Speciale Salute del respiro
Rischio asma in chi teme di perdere il lavoro
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Chi teme di perdere il posto di lavoro è più a rischio di ammalarsi di asma? Sembra proprio di sì, almeno secondo ciò che è emerso da una ricerca condotta in Germania fra il 2009 e il 2011, periodo di recessione economica in tutta Europa. Promosso dall'Istituto di medicina del lavoro all'Università di Düsseldorf, lo studio ha coinvolto oltre 7000 lavoratori adulti che sono stati invitati a rispondere a un sondaggio socio-economico in cui erano state inserite anche delle domande relative all'asma; a tutti è stato inoltre domandato se avevano paura di perdere il posto di lavoro nei due anni successivi.
Le risposte, suddivise in tre fasce in base al grado di timore (alto, basso o nullo) sono state correlate con i 105 casi di asma diagnosticati in quegli stessi anni fra gli intervistati.
Ebbene, emergeva un rapporto molto stretto fra precarietà del posto di lavoro e rischio di ammalarsi: «Per ogni incremento del 25 per cento del timore di perdere il lavoro, il rischio di asma cresceva del 24 per cento» spiega Adrian Loerbroks, coordinatore dello studio. Ovviamente chi stava peggio erano i lavoratori convinti di perdere il posto: in questo gruppo il rischio di asma aumentava di oltre il 60 per cento rispetto a chi invece reputava l'eventualità improbabile o nulla. Dalla ricerca emergeva anche il profilo delle persone più a rischio:
«Coloro che temevano di perdere il lavoro erano più giovani, con basso livello di istruzione e minore reddito mensile rispetto a chi era meno o per nulla preoccupato» aggiunge il ricercatore tedesco che puntualizza come lo studio fornisca un'osservazione del fenomeno, anche se non consente di dimostrare un rapporto causa effetto.
E conclude: «Comunque lo stress psicologico lavoro-correlato sembra essere un consistente fattore di rischio per la comparsa di nuovi casi di asma e offre anche una possibile spiegazione per la maggiore prevalenza di sintomi respiratori osservata durante la crisi economica nel Regno Unito».
Fonte: Adrian Loerbroks, J Epidemiol Community Health 2014; 0:1-4
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Le risposte, suddivise in tre fasce in base al grado di timore (alto, basso o nullo) sono state correlate con i 105 casi di asma diagnosticati in quegli stessi anni fra gli intervistati.
Ebbene, emergeva un rapporto molto stretto fra precarietà del posto di lavoro e rischio di ammalarsi: «Per ogni incremento del 25 per cento del timore di perdere il lavoro, il rischio di asma cresceva del 24 per cento» spiega Adrian Loerbroks, coordinatore dello studio. Ovviamente chi stava peggio erano i lavoratori convinti di perdere il posto: in questo gruppo il rischio di asma aumentava di oltre il 60 per cento rispetto a chi invece reputava l'eventualità improbabile o nulla. Dalla ricerca emergeva anche il profilo delle persone più a rischio:
«Coloro che temevano di perdere il lavoro erano più giovani, con basso livello di istruzione e minore reddito mensile rispetto a chi era meno o per nulla preoccupato» aggiunge il ricercatore tedesco che puntualizza come lo studio fornisca un'osservazione del fenomeno, anche se non consente di dimostrare un rapporto causa effetto.
E conclude: «Comunque lo stress psicologico lavoro-correlato sembra essere un consistente fattore di rischio per la comparsa di nuovi casi di asma e offre anche una possibile spiegazione per la maggiore prevalenza di sintomi respiratori osservata durante la crisi economica nel Regno Unito».
Fonte: Adrian Loerbroks, J Epidemiol Community Health 2014; 0:1-4
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