“Effetto prima notte”? È un meccanismo di difesa

05 maggio 2016
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“Effetto prima notte”? È un meccanismo di difesa



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A chi non è capitato di dormire male la prima notte di vacanza? Non importa se la stanza si trova in un albergo di lusso o se è forte il senso di libertà e relax legato al periodo di riposo dal lavoro: una parte del cervello resta comunque in allerta per difenderci da eventuali pericoli e novità sgradite.

«Il sonno disturbato che si sperimenta quando ci si sposta in un nuovo ambiente è visto dagli esperti come un disturbo del sonno tipico e comune» esordisce Yuka Sasaki, professore associato di scienze cognitive linguistiche e psicologiche alla Brown University in Rhode island (Usa) e coordinatrice di uno studio da poco pubblicato sulla rivista Current Biology. Secondo quanto emerso dai risultati della ricerca che ha coinvolto 35 persone, questo effetto - chiamato "effetto prima notte" - si osserva perché un emisfero cerebrale resta più vigile durante il sonno nella prima notte in un nuovo contesto. «È come se il cervello cercasse di tenere d'occhio ciò che succede nel nuovo ambiente» spiegano gli autori dello studio che hanno utilizzato sofisticate tecniche di neuroimaging e polisonnografia per studiare l'attività del cervello dei partecipanti durante due notti trascorse in un laboratorio del sonno.

«Abbiamo notato un'asimmetria nell'attività dei due emisferi durante la prima notte in laboratorio» afferma Sasaki, precisando che la metà sinistra del cervello è quella con il sonno "più leggero" e che le differenze sono state osservate nell'area chiamata "default-mode network", coinvolta nei pensieri spontanei quando il cervello è sveglio ma a riposo. Inoltre, lievi stimoli sonori, come per esempio una melodia, sono percepiti più facilmente e velocemente dall'area del cervello che resta più vigile.

«Le differenze tra i due emisferi sono scomparse nelle notti successive trascorse in laboratorio» sostiene l'autrice ricordando anche un detto giapponese che recita "se cambi il cuscino non riesci a dormire". Ecco perché, per cercare di far riposare l'emisfero sinistro - un vero guardiano notturno - nelle prime notti fuori casa potremmo pensare di portarci il cuscino o di scegliere un ambiente più simile possibile a quello abituale.



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