18 febbraio 2004
Aggiornamenti e focus
Creme a doppio taglio
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C'era una volta la crema idratante, nutriente e magari, anche anti-rughe, insomma, quella che manteneva la pelle elastica e morbida e combatteva la comparsa dei segni del tempo; ma contro l'invecchiamento cutaneo poco si può fare. E' un processo spontaneo e inevitabile durante il quale la pelle perde la capacità di rigenerarsi, cioè di formare tessuti nuovi che vadano a sostituire quelli vecchi.
Circa trent'anni fa un'equipe di scienziati newyorkesi, del Dipartimento di Dermatologia del National Cancer Institute studiò il processo di maturazione e di invecchiamento delle cellule cutanee in pazienti colpiti da gravi forme di disturbi della cheratinizzazione, come la psoriasi. Scoprirono che modificando la composizione chimica degli acidi carbossilici, composti presenti in natura, si ottenevano gli alfa idrossiacidi (AHA), che mostravano risultati apprezzabili nel trattamento di questi pazienti. Le ricerche e le esperienze cliniche hanno definito un profilo di efficacia e di sicurezza che ha permesso solo negli ultimi decenni di introdurli nella cura di problemi cutanei come la pelle particolarmente secca, la cheratosi attinica e seborroica e l'acne. Alla luce dei successi ottenuti e dei risultati delle ricerca, la Food and Drug Administration (FDA) ne rilasciò l'approvazione per la commercializzazione.
Gli AHA (tra i tanti, acido glicolico, acido lattico, acido malico, acido citrico, acidi misti della frutta, acido idrossicaprilico) agiscono stimolando la pelle invecchiata o danneggiata a rigenerarsi favorendo il ricambio delle cellule cutanee, accelerano, cioè, un processo di turnover che normalmente con l'età viene meno o comunque rallenta. Un aspetto che ha riscosso notevole interesse da parte del settore della cosmesi e che ha portato alla realizzazione di moltissime formulazioni cosmetiche a base di alfa idrossiacidi usate per il peeling professionale (trattamento di "levigatura" della pelle) eseguito in ambulatorio da personale specializzato e in certi casi anche in anestesia locale. Ma il mercato della cosmesi ha poi sviluppato anche linee per l'applicazione quotidiana a domicilio, vale a dire le creme di bellezza ma con una marcia in più: un riconosciuto effetto anti-età e antirughe adatto a pelli mature e ispessite dal tempo.
Nonostante i benefici di questi prodotti cosmetici, negli ultimi anni la FDA ha fatto una piccola retromarcia con una richiesta che ha creato non poche controversie. Nel dicembre 2002 ha proposto di modificare l'etichetta di questi prodotti aggiungendo un avviso: "Questo prodotto contiene alfa idrossiacidi che possono aumentare la sensibilità all'eritema solare. Usare un filtro solare e limitare l'esposizione al sole durante l'uso del prodotto". Una precauzione utile per alcuni, un allarmismo per altri, ma l'istanza della FDA deriva da alcuni studi che hanno dimostrato un aumento della sensibilità ai raggi ultravioletti. A febbraio 2003, una rivista specializzata ha pubblicato una ricerca condotta su 29 volontari trattati con una formulazione con alfa idrossiacidi (acido glicolico) al 10% oppure con un placebo. I soggetti esposti a dosi leggermente più alte delle dosi minime di luce UV che provocano eritema solare, hanno reagito in modo diverso: quelli trattati con l'acido glicolico hanno mostrato una maggiore fotosensibilità che tendeva a scomparire dopo una settimana dalla fine del trattamento. Queste evidenze hanno confermato quanto detto da altri studi sponsorizzati dalla FDA, sulla sicurezza e tollerabilità degli AHA, che indicavano un aumento del 18% della sensibilità alla luce UV. Dopo quattro settimane di trattamento con AHA, si verificava un danno cellulare indotto da UV, in media, raddoppiato.
Al di là dei pro e contro della presenza di un avviso sull'etichetta, la FDA ha rilasciato indicazioni ben precise sulla produzione dei prodotti di cosmesi a base di alfa idrossiacidi: il contenuto di AHA non deve superare il 10%, il pH (cioè l'acidità) non deve scendere al di sotto di 3,5 e, infine, in mancanza di raccomandazioni sull'etichetta in merito, devono essere presenti filtri UV che proteggono la pelle dai danni provocati dal sole.
Simona Zazzetta
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...e inoltre su Dica33:
Circa trent'anni fa un'equipe di scienziati newyorkesi, del Dipartimento di Dermatologia del National Cancer Institute studiò il processo di maturazione e di invecchiamento delle cellule cutanee in pazienti colpiti da gravi forme di disturbi della cheratinizzazione, come la psoriasi. Scoprirono che modificando la composizione chimica degli acidi carbossilici, composti presenti in natura, si ottenevano gli alfa idrossiacidi (AHA), che mostravano risultati apprezzabili nel trattamento di questi pazienti. Le ricerche e le esperienze cliniche hanno definito un profilo di efficacia e di sicurezza che ha permesso solo negli ultimi decenni di introdurli nella cura di problemi cutanei come la pelle particolarmente secca, la cheratosi attinica e seborroica e l'acne. Alla luce dei successi ottenuti e dei risultati delle ricerca, la Food and Drug Administration (FDA) ne rilasciò l'approvazione per la commercializzazione.
Creme elisir
Gli AHA (tra i tanti, acido glicolico, acido lattico, acido malico, acido citrico, acidi misti della frutta, acido idrossicaprilico) agiscono stimolando la pelle invecchiata o danneggiata a rigenerarsi favorendo il ricambio delle cellule cutanee, accelerano, cioè, un processo di turnover che normalmente con l'età viene meno o comunque rallenta. Un aspetto che ha riscosso notevole interesse da parte del settore della cosmesi e che ha portato alla realizzazione di moltissime formulazioni cosmetiche a base di alfa idrossiacidi usate per il peeling professionale (trattamento di "levigatura" della pelle) eseguito in ambulatorio da personale specializzato e in certi casi anche in anestesia locale. Ma il mercato della cosmesi ha poi sviluppato anche linee per l'applicazione quotidiana a domicilio, vale a dire le creme di bellezza ma con una marcia in più: un riconosciuto effetto anti-età e antirughe adatto a pelli mature e ispessite dal tempo.
Il rovescio della medaglia
Nonostante i benefici di questi prodotti cosmetici, negli ultimi anni la FDA ha fatto una piccola retromarcia con una richiesta che ha creato non poche controversie. Nel dicembre 2002 ha proposto di modificare l'etichetta di questi prodotti aggiungendo un avviso: "Questo prodotto contiene alfa idrossiacidi che possono aumentare la sensibilità all'eritema solare. Usare un filtro solare e limitare l'esposizione al sole durante l'uso del prodotto". Una precauzione utile per alcuni, un allarmismo per altri, ma l'istanza della FDA deriva da alcuni studi che hanno dimostrato un aumento della sensibilità ai raggi ultravioletti. A febbraio 2003, una rivista specializzata ha pubblicato una ricerca condotta su 29 volontari trattati con una formulazione con alfa idrossiacidi (acido glicolico) al 10% oppure con un placebo. I soggetti esposti a dosi leggermente più alte delle dosi minime di luce UV che provocano eritema solare, hanno reagito in modo diverso: quelli trattati con l'acido glicolico hanno mostrato una maggiore fotosensibilità che tendeva a scomparire dopo una settimana dalla fine del trattamento. Queste evidenze hanno confermato quanto detto da altri studi sponsorizzati dalla FDA, sulla sicurezza e tollerabilità degli AHA, che indicavano un aumento del 18% della sensibilità alla luce UV. Dopo quattro settimane di trattamento con AHA, si verificava un danno cellulare indotto da UV, in media, raddoppiato.
Al di là dei pro e contro della presenza di un avviso sull'etichetta, la FDA ha rilasciato indicazioni ben precise sulla produzione dei prodotti di cosmesi a base di alfa idrossiacidi: il contenuto di AHA non deve superare il 10%, il pH (cioè l'acidità) non deve scendere al di sotto di 3,5 e, infine, in mancanza di raccomandazioni sull'etichetta in merito, devono essere presenti filtri UV che proteggono la pelle dai danni provocati dal sole.
Simona Zazzetta
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