31 marzo 2004
Aggiornamenti e focus, Speciale Benessere delle gambe
Cuscinetti indesiderati
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La cellulite non è un semplice problema estetico, non lo dicono solo gli esperti ma più di sei milioni di donne italiane, le quali chiedono più attenzione medica, meno soluzioni cosmetiche e aspirano a trovare un approccio medico-farmacologico. Le donne affette da cellulite vogliono essere curate perché riconoscono di dover risolvere prima un problema di salute e poi un problema estetico.
Cellulite in realtà è un termine improprio con il quale si definiscono genericamente modificazioni del pannicolo adiposo sottocutaneo localizzate prevalentemente nella regione trocanterica (all'altezza del femore) e supero-laterale delle cosce. Le zone interessate vanno incontro a un processo degenerativo dei diversi strati della cute e delle strutture anatomiche presenti.
Tecnicamente si parla di pannicolopatia edemato-fibrosclerotica (P.E.F.) proprio perché l'edema (gonfiore) e la sclerosi delle fibre reticolari interessano le cellule adipose.
Il primo momento patogenetico fondamentale è l'alterazione della permeabilità capillaro-venulare con rallentamento del flusso sanguigno a livello della microcircolazione della zona interessata.
Da questo punto in poi il processo evolve gradualmente, ma inesorabilmente se non curato, attraverso diverse fasi. Al I stadio si forma un edema: l'alterata permeabilità della parete dei capillari provoca la fuoriuscita del plasma, con conseguente ristagno e accumulo nel tessuto interstiziale posto tra le cellule adipose. Se il processo non viene arrestato, l'allagamento interstiziale conduce a scompaginamento e dissociazione delle cellule adipose, cui consegue rottura delle cellule stesse e formazione di lacune. Se il fenomeno persiste, si passa allo stadio II, di ipertrofia delle fibre reticolari in cui queste fibre sottilissime, che solitamente avvolgono le cellule adipose sane, reagiscono e per difesa aumentano di numero (iperplasia) e di spessore (ipertrofia). Tutto ciò conduce a un sovvertimento della normale struttura del tessuto adiposo, cui si aggiunge una dilatazione massiva dei microvasi fino allo stadio III in cui le fibre si trasformano in fibre collagene. In questa fase le fibre trasformate incapsulano le cellule adipose degenerate, con formazione di veri e propri micronoduli. Quando più micronoduli si fondono tra loro fino a costituire un macronodulo si è allo stadio IV. Il macronodulo è percepibile alla palpazione della zona e doloroso alla pressione ed è a questo punto che è evidente il cosiddetto effetto "pelle a buccia d'arancia" che altro non è che una sclerosi del derma con introflessioni dermiche.
Al riconoscimento da parte della medicina del disturbo corrisponde una percezione altrettanto seria del problema da parte delle donne, come emerge da una ricerca Astra-Demoskopea battezzata Osservatorio Cellulite: il 72% del campione intervistato (740 donne tra 14 e 54 anni) dichiara si sapere esattamente cos'è la cellulite e nel 70% dei casi c'è insoddisfazione per le cure cosmetiche con cui viene affrontata. E' molto diffuso il timore che sottoporsi a diete folli possa portare all'anoressia, come d'altronde confermato dal 40% dei dermatologi, ed è molto sentita la necessità che sia un medico e non un esperto di estetica, a diagnosticare e curare il disturbo. Ma oltre a considerarla una questione di salute, la cellulite rappresenta un ostacolo nella vita sociale e per sei donne su 10 crea anche difficoltà e imbarazzo a spogliarsi, andare al mare, in piscina, come constatano anche i dermatologi intervistati. Quasi metà delle donne interpellate dichiarano un disagio profondo, e confessano una certa invidia per chi non ha la cellulite.
Le soluzioni ci sono
Gli strumenti per affrontare in modo serio e medico la cellulite ci sono, ma non sono terapie miracolose. Non esistono rimedi che bruciano, sciolgono o consumano la cellulite, come spesso fanno intendere le silhouette femminili in forma smagliante che pubblicizzano i prodotti in commercio. Un approccio responsabile prevede una valutazione dello stadio della PEF in base alla quale si decide il trattamento o una combinazione di mesoterapia, ozonoterapia, elettrolipolisi, ultrasuoni, pressoterapia, linfodrenaggio, ginnastica passiva e massoterapia.
Tra i trattamenti topici, se si escludono le creme cosmetiche sulla cui efficacia le stesse donne (70,4%) nutrono seri dubbi e che al massimo migliorano l'aspetto della pelle, vale la pena ricordare che esistono prodotti venduti in farmacia che contengono la l-tiroxina 4. E' un principio farmacologico vero e proprio che induce l'attivazione dei processi di utilizzo dei grassi delle cellule adipose.
Nessuno di questi trattamenti, presi singolarmente, potrà ottenere una completa risoluzione della pannicolopatia soprattutto se non affiancati a un regime alimentare e norme comportamentali sane.
Simona Zazzetta
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Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Cellulite in realtà è un termine improprio con il quale si definiscono genericamente modificazioni del pannicolo adiposo sottocutaneo localizzate prevalentemente nella regione trocanterica (all'altezza del femore) e supero-laterale delle cosce. Le zone interessate vanno incontro a un processo degenerativo dei diversi strati della cute e delle strutture anatomiche presenti.
Inquadramento clinico
Tecnicamente si parla di pannicolopatia edemato-fibrosclerotica (P.E.F.) proprio perché l'edema (gonfiore) e la sclerosi delle fibre reticolari interessano le cellule adipose.
Il primo momento patogenetico fondamentale è l'alterazione della permeabilità capillaro-venulare con rallentamento del flusso sanguigno a livello della microcircolazione della zona interessata.
Da questo punto in poi il processo evolve gradualmente, ma inesorabilmente se non curato, attraverso diverse fasi. Al I stadio si forma un edema: l'alterata permeabilità della parete dei capillari provoca la fuoriuscita del plasma, con conseguente ristagno e accumulo nel tessuto interstiziale posto tra le cellule adipose. Se il processo non viene arrestato, l'allagamento interstiziale conduce a scompaginamento e dissociazione delle cellule adipose, cui consegue rottura delle cellule stesse e formazione di lacune. Se il fenomeno persiste, si passa allo stadio II, di ipertrofia delle fibre reticolari in cui queste fibre sottilissime, che solitamente avvolgono le cellule adipose sane, reagiscono e per difesa aumentano di numero (iperplasia) e di spessore (ipertrofia). Tutto ciò conduce a un sovvertimento della normale struttura del tessuto adiposo, cui si aggiunge una dilatazione massiva dei microvasi fino allo stadio III in cui le fibre si trasformano in fibre collagene. In questa fase le fibre trasformate incapsulano le cellule adipose degenerate, con formazione di veri e propri micronoduli. Quando più micronoduli si fondono tra loro fino a costituire un macronodulo si è allo stadio IV. Il macronodulo è percepibile alla palpazione della zona e doloroso alla pressione ed è a questo punto che è evidente il cosiddetto effetto "pelle a buccia d'arancia" che altro non è che una sclerosi del derma con introflessioni dermiche.
Le donne sanno cos'è
Al riconoscimento da parte della medicina del disturbo corrisponde una percezione altrettanto seria del problema da parte delle donne, come emerge da una ricerca Astra-Demoskopea battezzata Osservatorio Cellulite: il 72% del campione intervistato (740 donne tra 14 e 54 anni) dichiara si sapere esattamente cos'è la cellulite e nel 70% dei casi c'è insoddisfazione per le cure cosmetiche con cui viene affrontata. E' molto diffuso il timore che sottoporsi a diete folli possa portare all'anoressia, come d'altronde confermato dal 40% dei dermatologi, ed è molto sentita la necessità che sia un medico e non un esperto di estetica, a diagnosticare e curare il disturbo. Ma oltre a considerarla una questione di salute, la cellulite rappresenta un ostacolo nella vita sociale e per sei donne su 10 crea anche difficoltà e imbarazzo a spogliarsi, andare al mare, in piscina, come constatano anche i dermatologi intervistati. Quasi metà delle donne interpellate dichiarano un disagio profondo, e confessano una certa invidia per chi non ha la cellulite.
Le soluzioni ci sono
Gli strumenti per affrontare in modo serio e medico la cellulite ci sono, ma non sono terapie miracolose. Non esistono rimedi che bruciano, sciolgono o consumano la cellulite, come spesso fanno intendere le silhouette femminili in forma smagliante che pubblicizzano i prodotti in commercio. Un approccio responsabile prevede una valutazione dello stadio della PEF in base alla quale si decide il trattamento o una combinazione di mesoterapia, ozonoterapia, elettrolipolisi, ultrasuoni, pressoterapia, linfodrenaggio, ginnastica passiva e massoterapia.
Tra i trattamenti topici, se si escludono le creme cosmetiche sulla cui efficacia le stesse donne (70,4%) nutrono seri dubbi e che al massimo migliorano l'aspetto della pelle, vale la pena ricordare che esistono prodotti venduti in farmacia che contengono la l-tiroxina 4. E' un principio farmacologico vero e proprio che induce l'attivazione dei processi di utilizzo dei grassi delle cellule adipose.
Nessuno di questi trattamenti, presi singolarmente, potrà ottenere una completa risoluzione della pannicolopatia soprattutto se non affiancati a un regime alimentare e norme comportamentali sane.
Simona Zazzetta
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