20 maggio 2005
Aggiornamenti e focus, Speciale Salute del respiro
Asma da lavoro
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L'asma bronchiale è la tipica malattia allergica, è vero. Ma affrontare la questionesoltanto da questo punto di vista può indurre a trascurare unacerta quota di casi in cui il meccanismo allergico non ècoinvolto, oppure lo è in misura più limitata. Non un grannumero di casi, certamente, che però potrebbero esseredrasticamente ridotti con una vera opera di prevenzione. E' ilcaso, per esempio, dell'asma occupazionale.
E' chiaro che se si comincia a soffrire di asma da bambini,forse lo si può escludere, ma quando l'asma esordisce daadulti il lavoro è abbastanza spesso l'evento scatenante.Infatti, secondo un'indagine pubblicata sulla rivista Chest,esaminando un campione di pazienti asmatici di medici difamiglia, più di 1 su 10 presenta condizioni di lavoro chepotrebbero essere all'origine del disturbo, e lo stesso valeper circa il 5% dei pazienti che, dopo una gioventù travagliatadal disturbo.
Di fatto, si stima che nel mondo il 2-15% dei casi di asma inetà adulta veda coinvolta come causa l'occupazione. Questonon vuol dire che non c'entri anche la predisposizionegenetica, cioè l'allergia, ma questo fattore non entra semprein gioco. Tutto dipende dal tipo di sostanza con cui si viene incontatto. Per esempio, nei casi di ama occupazionale delpersonale dei laboratori di ricerca, esposti al contatto con lecavie la percentuale di allergici è molto elevata. Alcontrario, è bassa tra coloro che sono esposti alle lavorazionidel legno di cedro rosso. Dove risiede la differenza? Gliantigeni delle cavie hanno un elevato peso molecolare, quellidel legno hanno un basso peso molecolare. Ci sono poi sostanzedirettamente irritanti e nelle persone nelle quali l'asma èprovocato da queste ultime la quota di allergici è ancora piùbassa (20% in uno studio recente).
Questo significa due cose: non è detto che essere allergiciporti inevitabilmente all'asma occupazionale, così come nonè detto (anzi) che il non aver mai sofferto di allergiecostituisca una difesa.
Oggi l'asma è la più frequente malattia respiratoria dovutaal lavoro, più frequente dei tumori e delle asbestosi, peresempio. In questi casi la vera terapia non è curare illavoratore (cosa che peraltro va fatta, ovviamente) ma curare ilposto di lavoro. Curare solo il lavoratore, infatti, vuol direche rimane comunque in ambiente pronto a far ammalare illavoratore successivo.
Maurizio Imperiali
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E' chiaro che se si comincia a soffrire di asma da bambini,forse lo si può escludere, ma quando l'asma esordisce daadulti il lavoro è abbastanza spesso l'evento scatenante.Infatti, secondo un'indagine pubblicata sulla rivista Chest,esaminando un campione di pazienti asmatici di medici difamiglia, più di 1 su 10 presenta condizioni di lavoro chepotrebbero essere all'origine del disturbo, e lo stesso valeper circa il 5% dei pazienti che, dopo una gioventù travagliatadal disturbo.
Di fatto, si stima che nel mondo il 2-15% dei casi di asma inetà adulta veda coinvolta come causa l'occupazione. Questonon vuol dire che non c'entri anche la predisposizionegenetica, cioè l'allergia, ma questo fattore non entra semprein gioco. Tutto dipende dal tipo di sostanza con cui si viene incontatto. Per esempio, nei casi di ama occupazionale delpersonale dei laboratori di ricerca, esposti al contatto con lecavie la percentuale di allergici è molto elevata. Alcontrario, è bassa tra coloro che sono esposti alle lavorazionidel legno di cedro rosso. Dove risiede la differenza? Gliantigeni delle cavie hanno un elevato peso molecolare, quellidel legno hanno un basso peso molecolare. Ci sono poi sostanzedirettamente irritanti e nelle persone nelle quali l'asma èprovocato da queste ultime la quota di allergici è ancora piùbassa (20% in uno studio recente).
Le tre categorie comprendono diverse sostante:
- Antigeni ad alto peso molecolare: sostanze derivate daanimali, legno e piante (compresa la gomma naturale), farine,enzimi e alcuni prodotti farmaceutici.
- Antigeni a basso peso molecolare: prodotti chimicicome vapori delle saldature, coloranti, anidridi acide,ammine,; metalli come platino, cromo e nickel.
- Irritanti: polveri, fumi e gas praticamente di tutti itipi.
Di conseguenza, le categorie più esposte sono:
- Lavoratori dell'industria chimica
- Verniciatori
- Lavoratori della plastica e della gomma
- Agricoltori
- Tecnici di laboratorio
- Operatori dell'industria alimentare
- Operatori sanitari
- Operai tessili
- Artigiani del legno e del cuoio
Questo significa due cose: non è detto che essere allergiciporti inevitabilmente all'asma occupazionale, così come nonè detto (anzi) che il non aver mai sofferto di allergiecostituisca una difesa.
Oggi l'asma è la più frequente malattia respiratoria dovutaal lavoro, più frequente dei tumori e delle asbestosi, peresempio. In questi casi la vera terapia non è curare illavoratore (cosa che peraltro va fatta, ovviamente) ma curare ilposto di lavoro. Curare solo il lavoratore, infatti, vuol direche rimane comunque in ambiente pronto a far ammalare illavoratore successivo.
Maurizio Imperiali
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