01 settembre 2006
Aggiornamenti e focus, Speciale Salute del respiro
Un male accompagnato
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Il progressivo aumento dell’asma e delle allergie segnalato negli ultimi decenni soprattutto nei paesi Occidentali è un dato di fatto, in gran parte messo in relazione per le forme respiratorie con fattori ambientali. Nei bambini c’è un andamento in crescita a livello mondiale che però è discontinuo e varia per aree geografiche e malattie considerate, e non mancano riscontri in controtendenza: la realtà insomma è complessa. Una dimostrazione la fornisce la terza fase della vasta ricerca epidemiologica ISAAC (International Study of Asthma and Allergies in Childhood), che ha indagato la prevalenza dei sintomi di asma, rinocongiuntivite allergica ed eczema in bambini di 6-7 anni e in adolescenti di 13-14 in paesi di varie aree del mondo. Lo studio internazionale è stato avviato nel 1991 e ha avuto una prima e una seconda fase che hanno suggerito come la variabilità geografica dei sintomi, anche in gruppi simili sotto il profilo genetico, sia legata a fattori socioeconomici, climatici, alimentari, alla presenza di pollini, infezioni e inquinanti atmosferici.
La terza fase di ISAAC si è svolta per la maggior parte nel 2002-3, confrontando quindi la situazione in media a sette anni di distanza dalla prima (condotta principalmente nel 1994-5). Ha coinvolto oltre 193 mila bambini di 6-7 anni di 37 paesi e più di 304 mila adolescenti di 13-14 anni di 56 paesi, attraverso questionari compilati dai genitori o dai ragazzi stessi relativi ai sintomi tipici delle tre forme patologiche, cioè respiro affannoso e sibili per l’asma, starnuti e ostruzione nasale non da raffreddore o influenza per la rinocongiuntivite allergica, prurito intenso specie in certe zone cutanee per l’eczema. Nel complesso, nella maggior parte dei centri di studio si sono registrati cambiamenti della prevalenza dei sintomi per almeno una delle malattie, con il doppio di aumenti rispetto alle riduzioni e incrementi soprattutto tra i bambini di 6-7 anni in confronto ai 13-14enni; per l’asma nei ragazzi più grandi le diminuzioni di prevalenza elevata superavano però gli aumenti. I cambiamenti maggiori apparivano per l’eczema, nei più piccoli, e per la rinocongiuntivite allergica in entrambi i gruppi d’età. Infine solo nell’area Asia-Pacifico e nel subcontinente indiano erano più frequenti gli incrementi di prevalenza a tutte e due le età, mentre nei più piccoli lo erano in Nord America ed Europa occidentale e nei più grandi in America Latina ed Europa settentrionale e orientale.
A sua volta la ricerca SIDRIA (Studi Italiani sui Disturbi Respiratori nell’Infanzia e l’Ambiente) che era stata avviata in Italia nell’ambito di ISAAC, ha osservato nelle stesse età, nel confronto tra la seconda fase e la prima condotta nel 1994-95, un leggero aumento di prevalenza per l’asma e invece un incremento maggiore per la rinite allergica, specie nelle aree metropolitane, e per la dermatite atopica. Secondo gli autori di ISAAC l’effetto dei fattori ambientali potrebbe essere diverso in base all’età dei soggetti e alla residenza dei soggetti, per esempio i cambiamenti derivati dalla fine dei regimi comunisti dal 1990 nell’Europa orientale possono avere agito più sui partecipanti di 6-7 anni alla terza fase dello studio che su quelli di 13-14 anni nati prima di quei mutamenti ambientali.
L’obesità? In Italia influisce
Fattori che influenzano l’asma e le allergie potrebbero poi agire in modo diverso nei paesi sviluppati e in via di sviluppo, interagire con aspetti socioeconomici, essere legati ad abitudini alimentari, inquinamento indoor e outdoor, variazioni climatiche, ma anche gestione dei sintomi, tutti aspetti che saranno esaminati da successive analisi dello studio.
Sullo stile di vita il SIDRIA 2 ha evidenziato, per esempio, una relazione tra frequenza di sintomi asmatici e obesità infantile, in funzione anche del basso consumo di frutta e verdura e delle ore trascorse davanti alla televisione, e confermate quelle con il fumo passivo dei genitori e l’inquinamento da traffico. Approfondire le cause delle diverse tendenze nella prevalenza dei sintomi dell’asma e delle allergie nell’età evolutiva è necessario per contrastare meglio questo problema emergente.
Elettra Vecchia
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Incrementi soprattutto nei bambini
La terza fase di ISAAC si è svolta per la maggior parte nel 2002-3, confrontando quindi la situazione in media a sette anni di distanza dalla prima (condotta principalmente nel 1994-5). Ha coinvolto oltre 193 mila bambini di 6-7 anni di 37 paesi e più di 304 mila adolescenti di 13-14 anni di 56 paesi, attraverso questionari compilati dai genitori o dai ragazzi stessi relativi ai sintomi tipici delle tre forme patologiche, cioè respiro affannoso e sibili per l’asma, starnuti e ostruzione nasale non da raffreddore o influenza per la rinocongiuntivite allergica, prurito intenso specie in certe zone cutanee per l’eczema. Nel complesso, nella maggior parte dei centri di studio si sono registrati cambiamenti della prevalenza dei sintomi per almeno una delle malattie, con il doppio di aumenti rispetto alle riduzioni e incrementi soprattutto tra i bambini di 6-7 anni in confronto ai 13-14enni; per l’asma nei ragazzi più grandi le diminuzioni di prevalenza elevata superavano però gli aumenti. I cambiamenti maggiori apparivano per l’eczema, nei più piccoli, e per la rinocongiuntivite allergica in entrambi i gruppi d’età. Infine solo nell’area Asia-Pacifico e nel subcontinente indiano erano più frequenti gli incrementi di prevalenza a tutte e due le età, mentre nei più piccoli lo erano in Nord America ed Europa occidentale e nei più grandi in America Latina ed Europa settentrionale e orientale.
In crescita rinite allergica ed eczema
A sua volta la ricerca SIDRIA (Studi Italiani sui Disturbi Respiratori nell’Infanzia e l’Ambiente) che era stata avviata in Italia nell’ambito di ISAAC, ha osservato nelle stesse età, nel confronto tra la seconda fase e la prima condotta nel 1994-95, un leggero aumento di prevalenza per l’asma e invece un incremento maggiore per la rinite allergica, specie nelle aree metropolitane, e per la dermatite atopica. Secondo gli autori di ISAAC l’effetto dei fattori ambientali potrebbe essere diverso in base all’età dei soggetti e alla residenza dei soggetti, per esempio i cambiamenti derivati dalla fine dei regimi comunisti dal 1990 nell’Europa orientale possono avere agito più sui partecipanti di 6-7 anni alla terza fase dello studio che su quelli di 13-14 anni nati prima di quei mutamenti ambientali.
L’obesità? In Italia influisce
Fattori che influenzano l’asma e le allergie potrebbero poi agire in modo diverso nei paesi sviluppati e in via di sviluppo, interagire con aspetti socioeconomici, essere legati ad abitudini alimentari, inquinamento indoor e outdoor, variazioni climatiche, ma anche gestione dei sintomi, tutti aspetti che saranno esaminati da successive analisi dello studio.
Sullo stile di vita il SIDRIA 2 ha evidenziato, per esempio, una relazione tra frequenza di sintomi asmatici e obesità infantile, in funzione anche del basso consumo di frutta e verdura e delle ore trascorse davanti alla televisione, e confermate quelle con il fumo passivo dei genitori e l’inquinamento da traffico. Approfondire le cause delle diverse tendenze nella prevalenza dei sintomi dell’asma e delle allergie nell’età evolutiva è necessario per contrastare meglio questo problema emergente.
Elettra Vecchia
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