Lo yoga non cura l’asma

26 giugno 2014
Aggiornamenti e focus, Speciale Salute del respiro

Lo yoga non cura l’asma



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Aiuta a rilassarsi, migliora la flessibilità e ci aiuta a raggiungere e mantenere uno stato di benessere sia fisico sia mentale. Lo yoga è tutto questo e molto altro ancora, ma in base ai risultati di uno studio da poco pubblicato sulla rivista Annals of allergy, asthma & immunology questa millenaria pratica che arriva dall'oriente non è efficace per combattere l'asma e i suoi sintomi. «Ciò non toglie che se una persona che soffre di asma trova sollievo nel praticare lo yoga, debba interrompere la pratica solo per aver letto questo lavoro» afferma convinto Michael Foggs presidente dell'American college of allergy, asthma & immunology (Acaai) ricordando che sono molti gli asmatici che ricorrono alle cosiddette "terapie alternative" - yoga incluso - per stare meglio. «È altrettanto vero però che non è corretto da parte del medico consigliare un corso di yoga come trattamento per curare l'asma» precisa l'allergologo.

Queste osservazioni sono basate sul lavoro di un gruppo di ricercatori guidati da Holger Cramer dell'Università di Duisburg-Essen in Germania che hanno analizzato 14 studi già pubblicati per capire se lo yoga potesse in qualche modo trattare i sintomi dell'asma e migliorare il funzionamento dei polmoni e la qualità della vita degli asmatici. «Dopo aver preso in considerazione i dati relativi a più di 800 persone asmatiche siamo giunti alla conclusione che, ad oggi, lo yoga non può essere considerato il trattamento standard per questi pazienti, ma di sicuro può rappresentare una valida alternativa agli esercizi respiratori per chi è interessato a qualche trattamento complementare a quelli di routine» dice Cramer.

In realtà, come precisano gli esperti la vera chiave per la gestione delle crisi d'asma è la prevenzione. Gli asmatici, lavorando fianco a fianco con medici di base e specialisti, devono quindi cercare di capire quale sia la causa della crisi, in genere legata ad allergeni, infezioni respiratorie o temperature basse, mentre in caso di attacchi più frequenti e imprevedibili, si può anche fare ricorso ai farmaci.



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