20 febbraio 2020
Aggiornamenti e focus
Affinità neurodegenerative
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Che si tratti di malattie parenti, non fosse altro perché entrambe patologie neurodegenerative, è noto da un po'. Ma sulle affinità tra Parkinson e Alzheimer si fa sempre più luce. E molto si deve agli studi genetici, grazie ai quali, per esempio, è ora possibile affermare che almeno il 25% dei casi di Alzheimer è di tipo ereditario. Più recentemente si è arrivati all'ipotesi che i corpi di Lewy, quelle inclusioni cellulari classicamente associate con il morbo di Parkinson, siano presenti nella demenza di Alzheimer più frequentemente di quanto ritenuto in precedenza e che possano caratterizzare una variante di questa malattia. Ora è uno studio pubblicato sugli Archives of Neurology ad aggiornare il grado di parentela tra le due patologie. Stando ai risultati i pazienti affetti da deficit cognitivo o demenza potrebbero condividere fattori di suscettibilità familiare con quelli affetti da Parkinson.
Sono molto gli studi, clinici o epidemiologici, nei quali è stato evidenziato un aumentato rischio di demenza nei parenti di primo grado dei pazienti con il morbo di Parkinson. Ma non tutti gli studi confermano questa associazione. La co-occorrenza delle due patologie, spiegano i ricercatori, potrebbe essere determinata dalla condivisione della suscettibilità a varianti genetiche come per esempio l'Apolipoproteina E, associata alla malattia di Alzheimer a insorgenza tardiva. In più le placche aterosclerotiche tipiche della demenza senile e i corpi di Lewy, tipici del Parkinson, potrebbero condividere fattori di rischio o essere reciprocamente causali. Queste le premesse. Così nell'ambito del Mayo Clinic Family Study sulla malattia di Parkinson i ricercatori hanno deciso di verificare il rischio di deficit cognitivo e di demenza nei parenti di primo grado dei pazienti affetti da Parkinson. Con risultati interessanti. Si è trattato di uno studio di coorte nel quale 1019 parenti di primo grado di 162 pazienti con il Parkinson e 858 parenti di 147 soggetti controllo sono stati presi in esame. Soggetti presi all'interno della popolazione di Olmsted County nel Minnesota. In più la ricerca ha monitorato 2716 parenti di primo grado di 411 pazienti con il Parkinson. L'indagine si è avvalsa di un test cognitivo condotto per via telefonica o in alternativa un questionario sulla demenza sottoposto ai tutori legali. Per i parenti dei quali i rappresentati legali avessero riportato demenza, i ricercatori hanno avuto a disposizione le cartelle cliniche per attestarne la diagnosi. Ebbene nella popolazione presa in esame il rischio di deficit cognitivo o demenza è aumentato nei parenti di pazienti con Parkinson rispetto ai soggetti controllo e in particolare nei parenti di pazienti in cui i primi sintomi della malattia si manifestino prima dei 66 anni e quindi in maniera precoce. L'età sembra l'unica variabile a condizionare il risultato rispetto ad altre caratteristiche cliniche. Le evidenze sulla familiarità delle due malattie sembrerebbero esserci perciò, anche se il rischio non è condizionato dalle diverse manifestazioni cliniche del morbo. Ora si attendono conferme.
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Col Parkinson il rischio aumenta
Sono molto gli studi, clinici o epidemiologici, nei quali è stato evidenziato un aumentato rischio di demenza nei parenti di primo grado dei pazienti con il morbo di Parkinson. Ma non tutti gli studi confermano questa associazione. La co-occorrenza delle due patologie, spiegano i ricercatori, potrebbe essere determinata dalla condivisione della suscettibilità a varianti genetiche come per esempio l'Apolipoproteina E, associata alla malattia di Alzheimer a insorgenza tardiva. In più le placche aterosclerotiche tipiche della demenza senile e i corpi di Lewy, tipici del Parkinson, potrebbero condividere fattori di rischio o essere reciprocamente causali. Queste le premesse. Così nell'ambito del Mayo Clinic Family Study sulla malattia di Parkinson i ricercatori hanno deciso di verificare il rischio di deficit cognitivo e di demenza nei parenti di primo grado dei pazienti affetti da Parkinson. Con risultati interessanti. Si è trattato di uno studio di coorte nel quale 1019 parenti di primo grado di 162 pazienti con il Parkinson e 858 parenti di 147 soggetti controllo sono stati presi in esame. Soggetti presi all'interno della popolazione di Olmsted County nel Minnesota. In più la ricerca ha monitorato 2716 parenti di primo grado di 411 pazienti con il Parkinson. L'indagine si è avvalsa di un test cognitivo condotto per via telefonica o in alternativa un questionario sulla demenza sottoposto ai tutori legali. Per i parenti dei quali i rappresentati legali avessero riportato demenza, i ricercatori hanno avuto a disposizione le cartelle cliniche per attestarne la diagnosi. Ebbene nella popolazione presa in esame il rischio di deficit cognitivo o demenza è aumentato nei parenti di pazienti con Parkinson rispetto ai soggetti controllo e in particolare nei parenti di pazienti in cui i primi sintomi della malattia si manifestino prima dei 66 anni e quindi in maniera precoce. L'età sembra l'unica variabile a condizionare il risultato rispetto ad altre caratteristiche cliniche. Le evidenze sulla familiarità delle due malattie sembrerebbero esserci perciò, anche se il rischio non è condizionato dalle diverse manifestazioni cliniche del morbo. Ora si attendono conferme.
Fonti:
- Rocca WA et al. Risk of Cognitive Impairment or Dementia in Relatives of Patients With Parkinson Disease. Arch Neurol. 2007;64:1458-1464.
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