Meno ma meglio

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

Meno ma meglio



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I cibi biologici ci salveranno dall'inquinamento, dalle malattie, dagli additivi chimici onnipresenti nell'alimentazione moderna. Ma sarà proprio vero? In senso letterale, biologico è tutto ciò che ha a che fare con la vita: piante, animali, virus e batteri; quindi non necessariamente commestibile e salutare. Quello che invece oggi si intende come prodotto biologico è un alimento, una coltivazione, un allevamento che deve soddisfare precise regole per potersi distinguere dai prodotti standard.

Agricoltura biologica


"L'agricoltura biologica comprende tutti i sistemi agricoli che promuovono la produzione di alimenti e fibre in modo sano socialmente, economicamente e dal punto di vista ambientale.
Questi sistemi hanno come base della capacità produttiva la fertilità intrinseca del suolo e, nel rispetto della natura delle piante, degli animali e del paesaggio, ottimizzano tutti questi fattori interdipendenti. L'agricoltura biologica riduce drasticamente l'impiego di input esterni attraverso l'esclusione di fertilizzanti, pesticidi e medicinali chimici di sintesi. Al contrario, utilizza la forza delle leggi naturali per aumentare le rese e la resistenza alle malattie."
Questa la definizione ufficiale della IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements), all'interno della quale c'è spazio per innumerevoli scuole di pensiero e, soprattutto, per le soluzioni adatte ad ogni singola necessità.
Di fatto una coltivazione non si considera biologica solamente perché non utilizza prodotti chimici, ma quando rispetta l'ambiente e gli individui che vi lavorano e vivono. In sintesi questi sono i principi guida che dovrebbero ispirare chi desideri convertirsi all'agricoltura biologica:
  • agire per la salvaguardia dell'ambiente e il rispetto degli equilibri naturali
  • ridurre il carico inquinante apportato dalle sostanze chimiche normalmente utilizzate nell'agricoltura convenzionale
  • salvaguardare la salute degli operatori agricoli (rischio di intossicazioni croniche ed acute, allergie, altre patologie)
  • ridurre o eliminare i residui di sostanze chimiche tossiche negli alimenti
  • migliorare le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche dei prodotti coltivati, cioè minor contenuto di nitrati, maggior contenuto di vitamine, maggior contenuto di sostanza secca
  • allevare gli animali in maniera il più possibile conforme alle esigenze biologiche ed etologiche delle singole specie
  • valorizzare il benessere psicofisico dell'uomo attraverso l'utilizzo di alimenti coltivati in modo naturale
  • migliorare la fertilità del terreno attraverso l'utilizzo di fertilizzanti ed ammendanti organici
  • produrre in qualità e non in quantità per affrontare i problemi di eccedenze della comunità europea
  • rivalutare le possibilità produttive di piccole aziende ed aziende marginali in stato di crisi nel mercato del convenzionale
Questo tipo di gestione dell'agricoltura si pone l'ambizioso obiettivo di soddisfare le esigenze economiche, di alimenti per i consumatori e di reddito per gli agricoltori, senza compromettere il capitale ambiente, patrimonio di tutti e risorsa per le future generazioni. Coltivazioni e allevamenti utilizzano il più possibile i processi naturali e le fonti energetiche rinnovabili disponibili, riducendo così l'impatto ambientale dovuto all'uso di sostanze chimiche di sintesi (pesticidi, concimi, ormoni, antibiotici), alle lavorazioni intensive del terreno, alle monocolture e monosuccessioni, nonché allo smaltimento indiscriminato dei rifiuti di produzione (i liquami zootecnici e i reflui di frantoio). I modelli agricoli più diffusi in Italia che mettono in pratica questi principi sono l'agricoltura biologica e le produzioni integrate.

La normativa comunitaria


Il Regolamento CEE n. 2092/91 ha introdotto norme dettagliate per la produzione, trasformazione ed etichettatura dei prodotti vegetali biologici allo scopo di assicurare condizioni di concorrenza leale fra i produttori europei e di consentire ai consumatori di distinguere queste produzioni sul mercato. Il regolamento ha inoltre stabilito, a garanzia dei consumatori, un regime di controllo a cui si devono obbligatoriamente assoggettare tutti gli operatori: produttori, trasformatori e rivenditori.
Le norme comunitarie sulla produzione biologica prevedono che la fertilità e l'attività biologica del suolo debbano essere conservate ed aumentate con: la reintroduzione di una adeguata rotazione pluriennale, la coltivazione di leguminose e di altre colture da sovescio, l'incorporazione nel terreno di materiale organico aziendale (residui colturali, letame, compost). La lotta contro i parassiti, le malattie e le piante infestanti, deve essere invece imperniata su: scelta di specie e varietà adeguate, un programma di rotazione appropriato, il diserbo meccanico e il pirodiserbo (scottatura delle infestanti), la protezione dei nemici naturali dei parassiti grazie a provvedimenti ad essi favorevoli (cura o impianto di siepi).
La rotazione delle colture si basa sul fatto che non tutte le piante hanno bisogno delle stesse sostanze nutritive: alcune, mentre assorbono dal terreno certi sali minerali, lo arricchiscono di altri. Così, ad esempio, si alternano coltivazioni che privano il terreno d'azoto, come il frumento, con altre coltivazioni che invece lo arricchiscono di questa sostanza, come alcune piante che contengono nelle loro radici batteri capaci di fissare l'azoto atmosferico, trasformandolo in sostanze azotate utili alle piante.
La tecnica del sovescio consiste nella semina di una coltura erbacea di breve durata (erbaio) allo scopo non di raccoglierne il prodotto, ma di interrarne la massa verde per fertilizzare la coltura successiva o il frutteto dove é stato seminata. L'esempio più comune é l'interramento di erbai invernali di leguminose, come la favetta, con il quale si possono fornire al terreno interessanti apporti di azoto. Ma il sovescio, detto anche concime verde, può essere fatto anche seminando graminacee, crucifere ed altre specie erbacee.
La lotta a malattie e insetti si ottiene con due metodi: la piantumazione di siepi ed alberi che, oltre a ricreare il paesaggio, danno ospitalità ai predatori naturali dei parassiti e fungono da barriera fisica a possibili inquinamenti esterni; la consociazione, ossia la coltivazione in parallelo di piante sgradite l'una ai parassiti dell'altra.
Nel caso che questi provvedimenti non siano sufficienti a garantire un'adeguata produzione delle colture è possibile utilizzare alcuni prodotti commerciali, quali ammendanti (letame), concimi azotati (pollina e guano), fosfatici (fosforiti e scorie Thomas), potassici (sali grezzi di potassio), insetticidi (piretro, quassio, Bacillus thuringiensis) e fungicidi (rame e zolfo). L'elenco dei prodotti ammessi in agricoltura biologica è periodicamente aggiornato in sede comunitaria. Pertanto è buona regola, prima dell'acquisto di un concime, di un insetticida o di un fungicida, verificare presso gli organismi di controllo che tale prodotto sia ammesso in agricoltura biologica.

La produzione integrata

La produzione integrata è un sistema di gestione complessiva dell'azienda agricola che valorizza le risorse naturali e i meccanismi di regolazione degli ecosistemi. La gestione corretta e l'utilizzazione prudente delle risorse naturali sono in grado di sostituire apporti esterni quali concimi e prodotti fitosanitari. Il minor ricorso a prodotti agrochimici riduce l'inquinamento e i costi di produzione, migliorando l'economia globale dell'azienda. Inoltre il rispetto degli equilibri che regolano gli ecosistemi è garanzia per un'agricoltura vitale a lungo termine. In questo modo si vuole assicurare una produzione duratura di alimenti e di altri prodotti di alta qualità. La qualità non consiste solo nelle caratteristiche interne o esterne del prodotto, ma soprattutto nei metodi di produzione e nel ricorso limitato e giudizioso a prodotti chimici di sintesi. Quindi si preferiranno tecnologie capaci di consentire la conservazione e il miglioramento della fertilità del suolo, l'incremento della diversità ambientale, la lotta biologica alle avversità delle colture, il benessere di tutti gli animali di allevamento. In questo modo la produzione integrata mantiene il reddito dell'agricoltore, elimina o riduce le fonti attuali di inquinamento agricolo dell'ambiente e sostiene le funzioni molteplici dell'agricoltura. L'agricoltura, infatti, deve soddisfare i bisogni della società nel suo insieme, comprese le esigenze di diversificazione paesaggistica, conservazione delle forme di vita selvatica, colonizzazione delle zone marginali e loro messa a coltura, salvaguardia delle pratiche colturali e delle tradizioni rurali locali.
(dalla direttiva del 1993 dell'Organizzazione Internazionale per la Lotta Biologica e Integrata)

Elisa Lucchesini



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