A nanna, è ora di dimagrire

27 ottobre 2006
Aggiornamenti e focus

A nanna, è ora di dimagrire



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Di obesità infantile si parla sempre di più, tanto che in alcuni paesi la si considera ormai in termini di epidemia. È evidente che i bambini nei cosiddetti paesi civilizzati mangiano più di quanto consumano, e che questo determina un numero sempre maggiore di obesi, ma è anche vero che qualche volta ridurre le razioni, curare la qualità degli alimenti e fare molto moto, non determina un calo di peso duraturo nel tempo. La predisposizione genetica di sicuro riveste una certa importanza, ma, secondo i ricercatori, non è sufficiente a giustificare la pandemia ecco perché si ricercano costantemente altri fattori, fisici o sociali, che potrebbero contribuire al fenomeno.
Negli ultimi tempi una crescente attenzione si sta focalizzando sul sonno: oggi si sa che dormire non è solo un momento di riposo per le funzioni cerebrali, ma che è un evento complesso di cui ancora non si conoscono a fondo tutte le funzioni. Di sicuro serve a ristabilire l'equilibrio fisico e psicologico e la sua qualità influenza l'umore, le prestazioni intellettuali e fisiche e le funzioni organiche.
In particolare sembra che ci sia una relazione - più accentuata nei bambini - tra durata del sonno e aumento di peso e che questa sia dovuta all'alterata produzione di ormoni che una dormita troppo breve può causare.

Colpa degli ormoni


Sotto accusa, in uno studio pubblicato sugli Archives of Disease in Childhood, due ormoni prodotti durante il riposo: la grelina e la leptina. La prima, prodotta principalmente dallo stomaco, responsabile dello stimolo della fame, la seconda, secreta dagli adipociti, del senso di sazietà. Un eccesso di grelina nel sangue causa appetito vorace e uno studio molto ampio ha dimostrato che dormire meno di otto ore abbassa i livelli di leptina e fa innalzare quelli di grelina.La questione è comunque complessa, anche perché gli studi eseguiti fino ad ora si sono concentrati sugli adulti e ben poco si sa di ciò che accade nei bambini, che potrebbero essere quelli che maggiormente risentono di una perdita del sonno.
Data l'entità e la complessità del problema si ipotizza una relazione tra molti fattori. Da un lato gli eventi ormonali: alterazioni di leptina, grelina e forse altri ormoni determinano maggiore senso di fame e variazioni nel dispendio di energie. Dall'altro lato, alcuni cambiamenti nelle abitudini e nello stile di vita fanno sì che i bambini e gli adolescenti vadano a letto sempre più tardi, e sempre più stressati, e debbano alzarsi presto al mattino per andare a scuola. A tutto questo si aggiunge il fatto che il soprappeso peggiora la qualità del sonno, instaurando un circolo vizioso da cui diventa sempre più difficile uscire.Gli autori suggeriscono di far rispettare ai figli alcune regole: oltre ai ben noti rimedi - farli andare a dormire e svegliarli sempre alla stessa ora, controllare che la temperature nelle camere non sia troppo alta o troppo bassa, evitare caffeina e attività fisica nelle ore immediatamente precedenti il sonno- raccomandano di evitare televisione, videogiochi e telefoni cellulari in camera da letto.
La prevenzione e la cura dell'obesità infantile sembra quindi dover coinvolgere sempre più fattori: non solo qualità e quantità di cibo, ma anche attività fisica, stile di vita e - non meno importante - le necessarie ore di sonno.

Raffaella Bergottini



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